elezioni provinciali 27 ottobre 2013

Trento, 16 ottobre 2013
ViganÒ cambia colori e ci riprova
Eletto nel 2003 (Margherita), non nel 2008 (Pd): «Ora a mio agio» 
dal Trentino di mercoledì 16 ottobre 2013

Giorgio Viganò torna in pista. Con i Verdi. Dal 1999 al 2003 è stato consigliere comunale a Trento nelle fila della Margherita. Poi una legislatura in consiglio provinciale e, nel 2008, la mancata elezione. Si presentava con il Pd. Per 12 anni ha lavorato come animatore al Centro missionario. Ora è impegnato al Punto d'incontro fondato da don Dante Clauser. Da sempre è espressione del cattolicesimo sociale.

«Cinque anni fa avevo considerata chiusa la mia esperienza politica - afferma - Poi, lentamente, tanto più lavorando al Punto d'incontro e grazie anche alle molte letture di economisti diciamo alternativi, mi si è un po' riaccesa la lampadina e ho deciso di fare un altro tentativo. Soprattutto per tenere viva l'attenzione sui problemi degli ultimi, degli emarginati. Lavorando al Punto d'incontro mi sto rendendo conto di quanto questa crisi sta facendo soffrire troppe persone, sia italiani, in aumento, che stranieri, la maggioranza. La maggior parte delle persone che adesso arriva in via Travai una volta aveva un lavoro e l'ha perso. Molti erano passati da noi qualche anno fa, si erano sistemati, e adesso ritornano. E non sono solo trentini, vengono anche da fuori regione».

Perché con i Verdi?
Fin dai tempi della Margherita sono sempre stato considerato l'anima sociale ed ecologista di quel partito. Ho pensato che, avessi dovuto riprovarci per l'ultimo tentativo, tanto valeva farlo con una forza dove posso dire apertamente quello che penso senza tante mediazioni all'interno del mio partito. Con i Verdi mi trovo più a mio agio, più a casa mia. Fossi eletto, le mediazioni si troveranno, semmai, all’interno della coalizione.

Quali i temi che le stanno più a cuore?
Oltre a quello degli ultimi, i giovani, che stanno facendo una grande fatica ad inserirsi nel mondo del lavoro. E poi le famiglie con figli. Manca una politica che sia ai livelli di altri Paesi europei.

E in campo ambientalista?
Innanzitutto l'attenzione al territorio, ripensando l'agricoltura, nella direzione di un distretto regionale biologico. Poi, la cura dei beni comuni, dall'acqua alle montagne, come dei beni culturali e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Sono i pilastri per uscire dalla crisi.

GIORGIO VIGANÒ

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