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Pergine, 4 febbraio 2004 «Basta con questa storia dello sviluppo sostenibile: dobbiamo iniziare a pensare a come decrescere, altrimenti sarà il disastro ambientale». Non ha usato mezzi termini Antonio Zecca, professore di chimica-fisica dell´atmosfera dell´Università di Povo, che insieme a don Vittorio Cristelli ha tenuto nella sala del Centro servizi comunale una conferenza su «Perché ridurre o cambiare i nostri consumi?». «Continuiamo stupidamente a comprare tutto quello che stupidamente ci viene proposto di acquistare e consumare. Non volete smettere di sprecare per motivi religiosi, di rispetto del creato? Va bene. Non vi convincono laiche motivazioni etiche? Va bene. Fatelo allora per il vostro tornaconto personale: ci rimettiamo tutti a consumare in questa maniera stupida! Perché sprechiamo risorse in cose inutili e inquiniamo l´ambiente senza motivo». La serata è stata organizzata da Ape e Cortili di Pace. Zecca ha fornito numeri e particolari per dimostrare la stupidità di chi consuma cose di cui non ha bisogno. «Dobbiamo pensare ad un soft-landing (atterraggio morbido, ndr) da questo tipo di sviluppo. Altrimenti ci sarà il crash down, il collasso del sistema. Produciamo 8,4 tonnellate e mezzo di anidride carbonica annue pro capite: dobbiamo arrivare a produrne un terzo, al più presto». Ed in tempi di blocchi dei diesel e di altri provvedimenti poco credibili l´Italia si accorge di essere molto indietro nello sviluppo di tecnologie alternative. Zecca fa parte della commissione che studia, per conto dello Stato, l´utilizzo dell´idrogeno come vettore di energia: «Non sarà di certo una rivoluzione: per le multinazionali l´idrogeno rappresenta un ulteriore business, per noi può diventare utile per immagazzinare energia. Comunque c´è molto ritardo sulle fonti alternative e tanta disinformazione sulle questioni energetiche perché i potentati economici si guardano bene dal far emergere delle verità che potrebbero danneggiarli». Don Cristelli ha affrontato il problema dal punto di vista etico-religioso.«Giardiniere del mondo è l´uomo della Bibbia, perché qualsiasi sviluppo indiscriminato è un attentato all´umanità futura», ha detto cercando di mitigare l´impressione di un uomo dominatore sulla natura che traspare dall´Antico Testamento. Ed ha concluso con un paradosso: «Non possiamo pregare Dio perché faccia stare bene tutti i paesi del terzo mondo. La terra scoppierebbe se tutti i suoi abitanti inquinassero come noi».
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