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Trento, 22 gennaio 2020
FASCIA LAGO E  AREA EX CATTOI
Comunicato stampa
della FEDERAZIONE DEI VERDI DELL'ALTO GARDA E DEL TRENTINO

La Federazione dei Verdi  dell’ Alto Garda e del Trentino intende dare la massima solidarietà al Sindaco di Riva del Garda per le intimidazioni ricevute dalla proprietà dell’ex Area Cattoi, che l’ha citato in giudizio per un risarcimento di circa 20 milioni di euro.

L’azione di un privato nei confronti di un sindaco, anche se legittima, può costituire una interferenza nei processi amministrativi in corso.

La Fascia Lago da anni è oggetto di discussioni piuttosto accese a causa dei molteplici interessi presenti. Le problematiche ad esso connesse riguardano tutti i sette comuni dell’Altogarda e in particolare i comuni di Nago Torbole, Arco, Riva del Garda e Ledro.

Da anni si discute della destinazione d’uso dell’Area ex Cattoi, della Colonia Pavese, della costruzione del nuovo municipio di Nago Torbole, della Miralago, della torre scenica del nuovo teatro e del Palacongressi, della ristrutturazione della gelateria Lido, di Villino Campi, del sentiero della Ponale e della Ciclovia del Garda.

I Verdi ritengono che le suddette questioni non possono essere discusse entro i confini comunali. La pianificazione sovracomunale del Piano Territoriale di Comunità, coerente con il PUP, effettuata con metodo partecipativo è il metodo più efficace per affrontare tali temi.

Il Piano Territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro non potrà essere approvato entro la fine consiliatura. Si è fatto di tutto per affossarlo, prima convocando i tavoli di discussione di coinvolgimento dei cittadini nei mesi estivi e poi allungando artificiosamente i tempi delle procedure. In quattro anni e mezzo non si è riuscito a farlo approvare in Consiglio.

Tutto questo per dare la possibilità ai Sindaci ed ai Comuni di presentare Varianti ai Piani Regolatori Generali Comunali. Cioè si è affossata la pianificazione sovra comunale per dare spazio a stakeholders e ai loro interessi privati nelle varianti.

In merito alla destinazione d’uso dell’area ex Cattoi, i Verdi ritengono che si debba convocare la Conferenza dei Sindaci dell’Alto garda e Ledro, per approvare una dichiarazione di intenti sulla realizzazione di un parco pubblico, un “polmone verde” che comprenda l’area ex Cattoi e la Miralago e procedere all’esproprio delle aree.

Tale documento dovrà essere un impegno politico dei comuni, da inserire nel Piano Territoriale della Comunità e nella variante del PRG del Comune di Riva del Garda nella prossima consiliatura.

I Verdi ricordano che l’area ex Cattoi, dopo il fallimento della LACOS e la vendita all’asta  da parte del Tribunale, non è stata acquisita dagli enti pubblici (Comuni e Provincia) per questioni “burocratiche” esposte dal Sindaco di Riva del Garda Adalberto Mosaner in sede di audizione del “processo partecipativo”. Ma potevano essere adottati provvedimenti per favorire l’acquisizione dell’area da parte di società partecipate comunali e provinciali. Ma i comuni dell’Alto Garda e Ledro e la Provincia Autonoma di Trento sono rimasti inerti, consentendo ai privati di acquistare l’area in oggetto con un importo d’asta ribassato.

Tali fatti implicano una responsabilità politica dei rappresentanti locali nelle istituzioni.

Il gruppo consiliare ONESTA’, PARTECIPAZIONE E AMBIENTE propose presentando in Consiglio, un ordine del giorno, in sede di discussione del bilancio triennale e del bilancio 2016 della Comunità Alto Garda e Ledro, di destinare le risorse finanziarie disponibili nell’apposito fondo strategico territoriale della Comunità all’acquisizione dell’ex area Cattoi, per la nuova destinazione d’uso a parco pubblico, con le modalità previste dalle leggi vigenti. 

Tale ordine del giorno fu respinto dall’attuale  maggioranza.

Il progetto di edificazione del complesso residenziale dell’area ex Cattoi, commissionato dall’attuale proprietà , è stato elaborato dall’architetto Alberto Cecchetto e dal suo studio professionale. Lo stesso architetto e studio professionale hanno elaborato il Documento Preliminare del Piano Territoriale di Comunità, approvato dall’Assemblea della Comunità Alto Garda e Ledro con deliberazione  n. 37 di data 19.12.2014.

Per quanto previsto dall’art.16 della legge provinciale 15/2015, esistono dei forti dubbi di conflitto di interessi. Difatti il succitato articolo recita:

“Art.16 Limitazioni agli incarichi professionali e conflitto di interessi
1. I professionisti incaricati della redazione di uno strumento di pianificazione del territorio di iniziativa pubblica, fino all'approvazione del piano stesso, possono assumere nell'ambito del territorio interessato soltanto incarichi di progettazione di opere e impianti pubblici, secondo quanto previsto dall'articolo 41 bis della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge urbanistica).
2. L'incarico di redazione di uno strumento di pianificazione del territorio non può essere svolto da professionisti che hanno, per conto proprio o di terzi, un interesse che può condizionare il corretto svolgimento dell'incarico e, in particolare, in ragione di quanto previsto dall'articolo 2, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165), il quale prevede l'estensione, per quanto compatibili, degli obblighi di condotta previsti dal codice a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico, in presenza di una situazione di conflitto di interessi, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 62 del 2013.”

Alla luce di quanto sopra detto i Verdi nutrono forti dubbi sulla liceità di affidamento di tali incarichi e si riservano di promuovere azioni per acclarare la legittimità del conferimento degli incarichi al succitato professionista.

I Verdi ritengono indispensabile interrompere i processi di cementificazione e di depauperamento del paesaggio in atto nel territorio della Fascia Lago e dell’intero Alto Garda e Ledro, con una forte discontinuità rispetto alle politiche comunali, sovra comunali e provinciali del passato.

 

      
   

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