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Trento, 3 aprile 2016 «Dietro il sistema del petrolio c'è un sistema concussivo e corruttivo». E ancora: «le lobby del petrolio hanno condizionato con lo Sblocca-Italia il percorso delle energie rinnovabili in Italia» e «come dimostrano i fatti di questi giorni, mi riferisco al caso della ministro Guidi» le lobby «sono presenti e condizionano». Angelo Bonelli, leader nazionale dei Verdi, ieri era a Trento per dare visibilità al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni di petrolio e gas nei mari italiani e per invitare a votare sì «per favorire una transizione dell'Italia verso un nuovo modello energetico basato sulle rinnovabili». Bonelli, con il leader storico dei Verdi trentini, Sandro Boato e il co-portavoce del partito a livello provinciale, Maurizio Migliarini, ha stigmatizzato il comportamento del partito democratico che, come linea ufficiale, ha scelto di sostenere l'astensione. «Si tratta di una scelta vergognosa - ha detto Migliarini - per un partito che fa della partecipazione la sua bandiera». «Non fa onore al Pd aver scelto l'astensione» ha aggiunto Boato. Rispetto alle critiche arrivate anche da personaggi di centrosinistra come Romano Prodi, che ha definito «un suicidio» il sì al referendum, Bonelli ha replicato con le proprie argomentazioni. «Non condivido la posizione di Prodi, non è un suicidio perché l'abrogazione della norma porterebbe alla norma precedente che non dava all'infinito la concessione petrolifera. Perché Prodi non ha introdotto regole come quelle dello Sblocca-Italia quando era presidente del consiglio?». La verità, ha aggiunto Bonelli, «è che se teniamo al futuro del nostro pianeta dobbiamo votare e votare sì al referendum per affrancarci dalla dipendenza degli idrocarburi». Rispetto al tema del giorno, ovvero le dimissioni del ministro Guidi, Bonelli ha ricordato come «un anno fa sono stato attaccato violentemente a Taranto, dove ero consigliere comunale, da Gemelli» compagno indagato della Guidi per Tempa Rossa «che mi ha detto "meno male che persone come lei non siedono in Parlamento, perché avete distrutto l'Italia». Rispetto all'accusa di distruggere posti di lavoro se vincerà il sì, Bonelli ha chiosato: «Nessun posto verrà perso, questa è una bugia da Pinocchio. Anzi secondo uno studio nel 2030 dalle rinnovabili 120.000 posti di lavoro, quattro volte quando sono alla Fiat».
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