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Milano, 13 dicembre 2011 Che povera e nuda se ne vada la poesia è un luogo comune, e chissà se sarebbe migliore una società in cui la poesia fosse tenuta nel pregio in cui oggi è tenuta l'imbecillità prosaica. Va bene, questo preambolo era per segnalare l'eccezione dei due sontuosi volumi della rivista di Gianni Scalia, "In forma di parole" (gennaio-giugno 2011, pp.296-294) dedicati alla "Poesia del Novecento euro-occidentale e americana". I testi sono pubblicati in originale e traduzione a fronte, su una carta bella e spaziosa e nel corpo che meritano versi da leggere e recitare, né troppo piccolo, né troppo grande. La scelta di poetesse e poeti è così ricca che farà risaltare i nomi che mancano, di cui il curatore e traduttore Sandro Boato (poeta lui stesso, in veneziano) spiega francamente che mancano solo perché non si può avere tutto nella vita. (E a questo punto prenderò a pretesto l'assenza della mia cara Jacqueline Risset -che si autotraduce, del resto- per nominare con gratitudine la sua raccolta appena uscita da Einaudi, "Il tempo dell'istante. Poesie 1985-2010"). La scelta di Boato non rispetta rigidamente i confini temporali, e comprende, soprattutto per la Francia, autori che scrissero nell'Ottocento ma inaugurando e segnando il secolo nuovo, e d'altra parte lascia gli autori nati dopo il 1940 all'impegno di chi verrà, se dureranno scrittori di poesia, e "se la poesia non diventerà, come prevede Alfonso Berardinelli, sempre più confondibile con la prosa". Quanto a lui, il curatore, si augura una poesia del XXI secolo capace di conoscenza, comprensione e com-passione gratuite e rivolte alla verità". (E chiede di scusare alcuni errori di stampa sfuggiti in extremis: sufficienza, Valery, Luis Aragon, Szimborska...). Attenzione: l'antologia è fatta per andare nelle mani di persone non specializzate, e ha accolto anche poesie celebri, di quelle in cui anche i non lettori riconosceranno una eco: "Capitano, mio capitano...". Adriano Sofri |
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