Ruggero Pozzer - attività politica e istituzionale | |||||||
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Rovereto, 14 novembre 2008 Una volta il consiglio comunale di Rovereto era «famoso» per i toni accesi, gli strepiti e gli attacchi tra maggioranza e opposizione, le beghe intestine, il clima rovente più adatto ad un’arena durante una corrida che ad un luogo istituzionale. Quegli anni, però, seppur sopra le righe hanno prodotto un dibattito e hanno animato la vita cittadina. Poi è arrivato il ciclone elettorale di Guglielmo Valduga che ha smorzato i toni e ha richiamato tutti all’ordine. E così le sedute del civico consesso sono tornate ad assopire gli astanti. Per carità, bene così visto che il ruolo del consiglio non è certo quello di portare dentro il Palazzo i bollori verbali del popolo. Quella che pareva una sorta di moralizzazione dei lavori in sala Malfatti, però, ha iniziato a scricchiolare e a mettere in discussione il concetto stesso di istituzione. A tal punto da costringere un consigliere di minoranza a presentare una domanda di attualità sul divieto di dissenso con tanto di interrogazione rivolta ad ogni singolo assessore. Un inedito, insomma, e anche un segnale di intolleranza che preoccupa. Ruggero Pozzer, il firmatario, è d’altro canto la vittima, assieme alla collega di partito Donata Loss, preferita dal sindaco Valduga. Che è stato pure bacchettato, seppure morbidamente, dal presidente Fabrizio Rasera. Perché ogni volta che la discussione si accende il primo cittadino taglia corto evitando il dibattito. «Il divieto di parola e di dissenso – scrive non a caso Pozzer nella sua domanda di attualità – è storicamente regola fondamentale nelle dittature. Dall’olio di ricino alle fucilazioni la cronaca ricorda tristemente le pene inflitte a coloro che forzano la volontà del potere e chiedono democraticamente di esprimere libere opinioni. A Rovereto, città della Pace, la democrazia e il rispetto delle opinioni solitamente viaggiano su binari sicuri e si accostano a perfezione con il sereno suono serale della Campana. Da qualche tempo, però, si evidenzia la nascita di un nuovo stato di intolleranza che si esprime nei veti espressi non da un qualunque cittadino ma dal primo di questi, il sindaco». L’esponente del «Sole che ride» ricorda a Rasera, tanto per inquadrare il disagio, i vari episodi incriminati, in pratica le esplosioni di rabbia di Valduga e gli attacchi in aula che, in un’occasione, hanno costretto il presidente a sospendere i lavori. Pozzer, però, va oltre e richiama all’attenzione il «bavaglio istituzionale» messo al direttore della scuola musicale Bulfamante dopo aver espresso un proprio parere sull’ente e, ovviamente, in disaccordo con il sindaco. «Ha subito una censura ufficiale e una circolare amministrativa gli ha imposto il divieto assoluto di parlare con la stampa. Gli atti messi in pratica dall’egocentrismo sindacale non si limitano però solo all’ambito amministrativo pubblico». Nella nota, che sarà discussa in consiglio comunale la prossima settimana, l’ambientalista ricorda pure la revoca, sempre per Bulfamante, della direzione artistica del Festival Mozart proprio perché in contrasto con il Comune, lo sponsor della manifestazione. «Succede dunque che ancora una volta il dissenso con la linea del sindaco si traduce con l’estromissione forzata della partecipazione alla vita pubblica. Palese in questo caso come non conti più la professionalità di una persona ma solo l’accondiscendenza alle idee dell’autorità». Pozzer, quindi, chiede a tutti i membri della giunta di rispondere, alla prossima seduta del consiglio comunale, ad un quesito: «Si condivide il metodo antidemocratico o è una scelta individuale del sindaco?». ll dibattito in aula, a questo punto, potrebbe prendere una piega politicamente aspra.
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RUGGERO POZZER
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