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Rovereto, 9 gennaio 2012 Circoscrizioni da abolire o da rendere semplici ritrovi per volontariato politico? Il dibattito è avviato da mesi ma l’affondo di Gian Antonio Stella, editorialista del Corriere della Sera, ha gettato benzina sul fuoco. Nel suo attacco alle Regioni autonome sulla prima pagine del più prestigioso quotidiano nazionale, il giornalista è partito da Rovereto per elencare gli sprechi della casta. Ed ha calcato i toni sull’assurdità della presenza, a pagamento, di ben sette consigli di quartiere in una cittadina di nemmeno 40 mila abitanti. Il sindaco Andrea Miorandi, in risposta, si è detto d’accordo riaccendendo una fiamma in realtà mai spenta. La replica del primo cittadino - specie in coda ad una polemica sul riordino e sul taglio della spesa pubblica che, come detto, si trascina da oltre un anno - ha ovviamente scatenato i diretti interessati, i sette presidenti dei quartieri roveretani. «Miorandi considera eccessive le nostre indennità? Siamo assolutamente disponibili a ridurle, - afferma Maurizio Migliarini presidente della Circoscrizione Lizzana-Mori Ferrovia - come del resto abbiamo già dichiarato in tempi non sospetti, purché all’interno di un vero discorso di tagli della spesa della macchina pubblica. Piuttosto, Miorandi è sicuro che il suo trattamento economico, che da solo è superiore ai nostri sette messi insieme, sia davvero meritato?». E ancora: «Il sindaco deve stare attento, cavalcare il malcontento è un’arma a doppio taglio: perché l’antipolitica, soprattutto quando aizzata dall’interno, non fa differenze, a si rivolge a 360 gradi contro tutti; anche contro i sindaci. Del resto noi non possiamo autoridurci le indennità ma siamo disposti a discutere col Comune una revisione». Per la maggior parte dei presidenti, però, Miorandi, rispondendo a Stella, ha fatto la figura del «ragazzino immaturo». «Il governatore Dellai, che è politico con la P maiuscola, ha capito che dietro c’è un attacco all’autonomia. - rileva Maurizio Migliarini di Lizzana - Miorandi, invece, ha rilasciato dichiarazioni populiste solo sui rioni. Non ha capito nulla del discorso di Stella e ha dimostrato di essere un politico dilettante, è meglio che vada a scuola di politica. Perché non si può non capire che qui c’è un attacco alla politica. Ripeto: questo sindaco, dal punto di vista politico, deve imparare molto». Entrando nel dettaglio delle circoscrizioni, invece, Migliarini ricorda come «sapevamo già tutto ma Miorandi è anche contraddittorio rispetto a quanto dichiarato qualche settimana fa quando aveva detto che erano inutili. Oggi dice solo che facciano volontariato abolendo il gettone. È anche giusto ma tocca a lui muoversi e decidere. Sull’argomento, tra l’altro, in tempi non sospetti, nel 1996, i Verdi nel programma elettorale avevano puntato il dito proprio sulla riduzione delle circoscrizioni quando ancora non c’era la casta e non c’erano i gettoni per i presidenti. Oggi il problema mi sembra spostato più sui costi della politica e non si dice nulla sull’inutilità delle circoscrizioni». Il presidente di Lizzana-Mori Ferrovia, poi, va oltre: «Un’altra critica che voglio muovere al sindaco è che in un anno e mezzo, a differenza di tutti gli altri sindaci che l’hanno preceduto, Valduga compreso, non ha mai promosso un incontro con i presidenti delle circoscrizioni. Mai. L’hanno fatto tutti. E questo la dice lunga sull’idea che lui ha delle circoscrizioni, della democrazia e della partecipazione dei cittadini». La «figuraccia», nel botta e risposta con il Corsera, è però tutta politica. «È caduto in una logica sciocca rafforzando l’attacco di questi signori che stanno lavorando per affossare la nostra autonomia. Per le circoscrizioni invece sfonda una porta aperta sulla riduzione. Lui ha tutti gli strumenti per abolirle, lo faccia. Da parte mia l’impegno politico l’ho sempre messo per volontariato e passione e continuerei a farlo». Più cauto Giuseppe Zenato della Centro: «Staremo a vedere. Ci incontreremo con gli altri colleghi per vedere se vale la pena replicare. Tra l’altro noi l’avevamo già detto che era opportuno sfoltire il numero dei quartieri. Non siamo sciocchi: è sempre un’istituzione che c’è grazie a un voto e non si può cancellare con un colpo di spugna. Stiamo a vedere gli eventi. Dellai è stato molto fermo nel difendere le situazioni. Se dobbiamo risparmiare sulla politica dobbiamo farlo con una certa logica. Non siamo contrari a ridurre a tre le circoscrizioni. Il problema non sono quei quattro soldi che ci danno ma ci preme ricordare che facciamo un servizio per la città. Vogliamo fare un lavoro di associazione». Enzo Da Costa della Nord ricorda che la discussione, ormai, si trascina da troppo tempo: «Ci risiamo, tanto per cambiare. La cosa migliore sarebbe stata se il nostro sindaco fosse rimasto zitto e magari avesse deciso di promuovere un incontro con i presidenti per uscire tutti insieme con una replica al Corriere. Quanti sindaci, prima di lui, hanno fatto un’uscita così populista? In campagna elettorale non aveva parlato di abolire le circoscrizioni ma di farle lavorare di più. E poi se ultimamente la gente non va alle riunioni e se su sette rioni sei hanno bocciato il bilancio non è colpa nostra e il suo atteggiamento, proprio in virtù di questo, sembra quello dei bambini capricciosi». Da Costa, comunque, non è contrario a un ritocco. «Sono disposto a ridurre tutto del 50% ma deve esserci equità, lo faccia anche il sindaco. Possiamo anche ridurre a quattro i quartieri ma ci si deve sedere intorno a un tavolo. Noi siamo stati eletti dai cittadini e se c’è questo distacco tra amministrazione e cittadini non è colpa nostra. E poi: quanto è costato l’Urban Center? Non sono spese inutili quelle? Che vantaggi porta alla città? Qual è il risparmio? Le circoscrizioni costano 400 mila euro all’anno? E l’Urban Center, ripeto? E poi sia lui che il suo segretario di partito Lorandi avevano annunciato maggiore dialogo con le circoscrizioni ma non è accaduto niente. Miorandi avrebbe dovuto evitare di sparare nel mucchio ma parlare con tutti. Purtroppo l’inesperienza si paga. La politica non è fatta di spot ma di ragionamenti e le decisioni vanno discusse assieme. Tant’è che la mia intenzione, dopo le feste, era proprio quella di incontrare il sindaco per capire cosa vuole fare. Anche perché se i quartieri hanno bocciato il bilancio un motivo ci sarà. Noi siamo sul territorio per sentire le istanze dei cittadini e vogliamo collaborare. Mi aspetto dunque un incontro dal sindaco per decidere cosa fare». Carlo Plotegher di Marco, invece, allarga le braccia: «Faccia quello che vuole. Non so cosa dire. Non è una questione di presidenti. Stavolta il taglio è diverso, riguarda i consigli. Abbiamo un sindaco che sa sempre cosa dire, la prossima volta parlerà l’elettorato. L’importante è fare il bene della gente e non cadere nelle trappole degli antiautonomisti. Da una parte c’è Dellai che parla di populismo e difende l’autonomia e dall’altra Miorandi che dà ragione a Stella. Ed è triste quando qualcuno attacca l’autonomia».
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I referenti dei quartieri non hanno gradito la risposta del primo cittadino all’attacco di Gian Antonio Stella dalla prima pagina del quotidiano più prestigioso d’Italia. Tutti d’accordo nel ridurre il numero dei rioni e i costi della politica ma dopo una discussione collegiale. Alla giunta, tra l’altro, si rinfaccia l’assenza dal dibattito con i cittadini | ||||||||||||||||||||||||
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