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Trento, 23 marzo 2014
Salvando i nostri orsi salviamo la biodiversitÀ
di Rolando Pizzini
da l’Adige di domenica 23 marzo 2014

Vi sono persone, nella nostra Regione, che si stanno mobilitando per allontanare l’orso dai boschi. Il motivo è la paura nei confronti di questo plantigrado. La paura è l’emozione più forte dell’essere umano, addirittura più del sesso in quanto è predisposta all’autoprotezione.

Come sappiamo, a ogni buon conto, si cresce anche superando tante paure imparando a relazionare con il mondo.

Il problema oggi però, a quanto riportano i giornali non è solo la paura (comunque comprensibile) ma il preteso diritto dell’uomo dell’essere il solo fruitore di boschi e prati; del resto non viviamo in una natura originaria, ma in una sorta di giardino modellato a nostro piacimento nel corso dei secoli e ripulito da forme di vita a noi non gradite.

Ma il problema dell’orso non riguarda solo questo plantigrado bensì il fatto che siamo sull’orlo della scomparsa della biodiversità nel pianeta la quale avrà effetti catastrofici. È facile da qui commuoversi per la scomparsa dell’Amazzonia o dei leoni africani, ma poi ci mettiamo del nostro per far scomparire la nostra biodiversità.

Eppure già san Francesco ai cittadini di Gubbio, terrorizzati da un lupo, fece capire loro che si poteva coesistere e quando il lupo morì di vecchiaia, dopo essere stato accettato, quegli stessi cittadini piansero la sua morte.

Personalmente da cinquant’anni cammino da solo nei boschi trentini e ogni volta spero di incontrare animali, ora anche l’orso!

Del resto in Amazzonia ho imparato dai nativi a fare il bagno assieme ai caimani e anche mia figlia nuota con questi animali e pensare che da piccola aveva paura dei cagnolini.

Consiglio a tutti un’esperienza in Amazzonia, al ritorno si comprenderà quanta vita ha la natura originaria e quanta morte vi è nei nostri boschi ormai ridotti a parchi divertimenti dalla scarsa biodiversità.

L’orso è una fortuna per i nostri boschi: è un biglietto da visita turistico e ambientale unico, troviamo perciò i modi per convivere difendendo il Creato senza cancellare chi ci fa paura.

Anzi, cogliamo l’occasione per far crescere la vita nei nostri boschi chiedendo alle Istituzioni l’attivazione di sistemi di protezione reciproca uomo-animale nonché di corsi per imparare ad osservare e capire gli animali, facendo in tal modo della nostra terra un ambiente unico.

Con spirito di amicizia invito ognuno ad instaurare il dialogo uomo-animale selvatico, dialogo che, seppur a volte difficile, può solo arricchirci.

Rolando Pizzini

      

vedi anche:

Mia figlia fa il bagno
coi caimani i e spero incontri l’orso


   

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