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Trento, 3 marzo 2014 L'orso? Spero di incontrarlo presto durante una delle mie frequenti camminate nei boschi di Favogna»: a parlare è Rolando Pizzini, noto scrittore della Bassa Atesina, grande sostenitore della biodiversità, autore di un libro sugli aborigeni australiani e sostenitore di una serie di progetti in favore dell'Amazzonia dove si sta adoperando per creare una riserva di foresta protetta di 600 mila ettari. E proprio lì sua figlia ha imparato a fare il bagno con i caimani. Pizzini, che nella vita è anche insegnante di religione al liceo Prati di Trento e istruttore di Yoseikan Budo a Salorno, non ha dubbi: «L'orso è una fortuna per i nostri boschi, oltre ad essere un biglietto da visita turistico e ambientale unico. Più che mobilitarsi per allontanarlo, i sindaci della Bassa Atesina dovrebbero trovare il modo giusto per conviverci». Altro che imbracciare le doppiette come hanno annunciato con tono intimidatorio diversi sindaci della zona: «Dovremmo cogliere l'occasione per far crescere la vita nei nostri boschi chiedendo alle istituzioni l'attivazione di sistemi di protezione reciproca uomo-animale, oltre ad una serie di corsi per imparare ad osservare e capire gli animali, facendo in tal modo della nostra terra un ambiente unico». Pizzini è profondamente convinto «che il dialogo uomo-animale, seppur difficile, possa arricchire entrambi». Lo scrittore sostiene, in buona sostanza, che non ci si può permettere di essere bloccati dalla paura. «La paura è l'emozione più forte dell'essere umano, addirittura più del sesso, in quanto è predisposta all’autoprotezione. Si cresce, peraltro, proprio superando tante paure e imparando a relazionarsi con il mondo. Il problema, oggi, sembra essere il preteso diritto dell'uomo ad essere il solo fruitore di boschi e prati. Del resto oggi non viviamo nella natura originaria ma in una sorta di giardino modellato a nostro piacimento nel corso dei secoli e ripulito da forme di vita a noi sgradite». Poi Pizzini fa un affondo su cosa significhi portare avanti miopi campagne anti-orso. «È facile commuoversi da qui per la scomparsa dell’Amazzonia o dei leoni africani, ma questo comportamento è in contraddizione con il desiderio di allontanare gli orsi, perché significa far scomparire la nostra biodiversità». L'appello è quello di non farsi condizionare dalle emozioni, ma di ricordare come andò a finire a Gubbio con il lupo, prima osteggiato e poi addirittura rimpianto. «In Amazzonia ho imparato dai nativi a fare il bagno assieme ai caimani e anche mia figlia nuota con loro. E pensare che da piccola aveva paura dei cani. Consiglio a tutti un’esperienza da quelle parti. Al ritorno si comprenderà quanta vita ha la natura originaria e quanta morte c’è nei nostri boschi ridotti a parchi divertimenti dalla scarsa biodiversità». |
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