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Pergine, sabato 9 giugno 2012 Per la società A.M.N.U. SPA di Pergine Valsugana che svolge il servizio raccolta e smaltimento rifiuti a Pergine ma anche in altri 17 comuni del comprensorio, del pinetano e di Vigolo Vattaro. Non solo si è raggiunto nel 2011 la differenziazione del 75% ma nella classifica di Lega Ambiente dei comuni ricicloni nella categoria sotto i 5.000 abitanti siamo al primo posto con Vigolo Vattaro (80% di differenziata e 82,7% per la buona gestione) e altri due comuni nei primi dieci. Pergine è arrivato al secondo posto nei comuni al di sotto dei 30.000 abitanti(73.1% differenziata e 67,68% buona gestione). Nei primi sei mesi del 2012 abbiamo oltrepassato l’80%. Complessivamente AMNU è al primo posto nel Nord Est per la raccolta del Legno e come classifica generale delle aziende a livello nazionale per la gestione e qualità del servizio è al 5° posto, migliorando dal 6° posto dell’anno precedente. Sono solo numeri ma rappresentano uno sforzo costante e continuo per migliorare un sistema di raccolta del rifiuto ma anche un decennale lavoro di educazione culturale. Pergine Vals. è stato uno dei primi comuni dove si è avviata la raccolta stradale della carta, del vetro e lattine in Trentino ed il primo dove è stato aperto grazie ad Iva Berasi il Centro di Raccolta rifiuti Zonale. Negli anni la raccolta stradale con cassonetti è stata implementata con organico, ramaglie ed ora plastica e tetrapac, mentre si è optato per fare il porta porta per l’indifferenziato che viene pagato dall’utente a litro. Per i grandi utenti vi sono dei servizi personalizzati alcuni gratuiti (cartone) ed altri a pagamento. Il fatto che l’utente paghi a litro il rifiuto residuo lo spinge a differenziare maggiormente. La tariffa applicata è calcolata sul numero di persone componenti il nucleo famigliare, la superficie dell’appartamento considerato ed un numero di svuotamenti minimo sul bidone calcolato a famiglia (il bidone per 4 persone è di 70 lt.). Vi sono sconti per chi fa il compostaggio domestico e per i nuclei costituiti da una persona. La scelta di basarsi su questa tipologia di servizio e di tariffa mista per comuni medio piccoli come quelli serviti da AMNU SPA negli anni ha pagato; come già detto nei primi sei mesi del 2012 si è superato l’80% di raccolta differenziata e questo conferma ampiamente l’inutilità di investire considerevoli capitali nella costruzione di inceneritori o termovalorizzatori che dir si voglia, è dimostrato che un riciclaggio spinto e tra le altre cose di buona qualità è fattibile. Purtroppo un azienda come AMNU che ha scelto questo tipo di raccolta e questo tipo di tariffazione si trova a vivere un paradosso pericoloso che è il seguente più sono virtuosi i cittadini più il residuo secco sarà costoso in quanto il 50% della tariffa è calcolata sul numero di svuotamenti. Di fatto nel bilancio 2012 vi sarà un ammanco rispetto al budget preventivato di centinaia di migliaia di euro in quanto vi saranno minor introiti dagli svuotamenti (quasi 300.000 lt. in meno). Faccio presente che pur essendo una società per azioni AMNU ha come soci i comuni da lei serviti e che lo scopo è l'utile ma solo per reinvestirlo nel servizio effettuato.Tutto questo per dire che chi opera nella direzione di far pagare il rifiuto non differenziato e quindi premiare chi più differenzia incorre in un enorme paradosso diviene oneroso. Questa politica del riciclaggio diverrà impopolare se non sostenuta adeguatamente dalla politica e dai finanziamenti pubblici e sarà sicuramente contrapposta ai “benefici economici” dell’inceneritore per quanti lo sostengono. Di fatto il rischio è quello che venga pubblicizzato l’inceneritore come il sistema più semplice ed economico per i cittadini. Un altro grosso problema per le aziende pubbliche che operano nel settore rifiuti è la concorrenza poco ortodossa di alcune aziende private anche da fuori provincia, che prelevano rifiuti indifferenziati e che dopo selezione li possono conferire in discarica o in inceneritore (con cod. rifiuto 19.12.12) codice ammesso alla discarica (ditta Santini di BZ) o codice rifiuto 20.03.01 (Rallacarta).Questo è un grosso problema normativo che di fatto costituisce un servizio che dovrebbe essere solo pubblico ma che con queste casistiche in realtà diventa anche fattibile da privati. Questo fatto è molto grave per le aziende pubbliche che perdono una fetta di mercato con le grosse utenze e che non riescono con queste ad essere competitive perché la norma è in questo carente e permette che aziende private possano dopo anche solo sommaria selezione del rifiuto conferire in discarica utilizzando il poco spazio disponibile. Le aziende private non hanno come scopo ridurre la quantità di rifiuto da portare in discarica come lo ha invece una società pubblica ma solo il profitto (di fatto si è notato che nel 2011, mentre tutte le aziende pubbliche hanno ridotto i conferimenti in discarica si è invece incrementato l’apporto complessivo in discarica e presumibilmente a causa di queste ditte private, questo dovrebbe essere monitorato). L’utente paga una società che porta via container di rifiuti indifferenziati a prezzo fisso che gli semplifica la vita.
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