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Trento, 12 novembre 2002 Che Adriano Rizzoli non conosca ciò che i Verdi – trentini, italiani ed europei – hanno detto e scritto in tema di rifiuti è possibile. Esistono anche persone distratte. Che non lo sappia il Direttore di un giornale che di tutte le nostre iniziative, in un arco di tempo che supera ormai i vent’ anni, ha sempre, puntualmente, pubblicato i resoconti, è meno credibile. Poiché repetita iuvant, a quanto pare, vorrei ricordare ad entrambi che da molti anni, del tutto inascoltati, abbiamo preavvertito che l’assoluta inerzia politica di fronte al problema dei rifiuti avrebbe avuto come sbocco finale inevitabile la soluzione dell’inceneritore, più o meno grande, poco importa. Lo dicevamo molto prima che Passerini “scendesse in campo” (1993) e in polemica – ferma ma garbata – con l’allora assessore all’ambiente Walter Micheli che faceva invece approvare (1987 – legge finanziaria) una norma, poi ripresa e perfezionata nella legislazione successiva, che prevedeva come soluzione finale per i rifiuti la strada dell’incenerimento. Rinvio qualche “smemorato interessato” a rileggersi “Occhi verdi su natura, società ed istituzioni” (pagg. 87 e seguenti), pubblicato nel 1988 dai Verdi del Trentino. Per primi abbiamo indicato nella raccolta differenziata “spinta” l’alternativa alle discariche incontrollabili ed agli inceneritori. Tre legislature fa, ed oltre. Inascoltati e spesso derisi. Chi sbraita oggi – e molti di costoro, come me, hanno ormai i capelli bianchi – ed è stato zitto allora, farebbe molto meglio a perseverare nel silenzio, almeno per coerenza personale. Ad ogni convegno che abbiamo organizzato – si parlasse di rifiuti, di inquinamento da traffico aereo, di fabbriche pericolose, di deforestazione, di verde pubblico che serve e non c’è, di speculazioni immobiliari, di equo canone, di pace e terzo mondo, di agricoltura biologica - c’è sempre stato qualcuno pronto ad accusarci di essere sognatori, di non vedere i veri problemi della società o della “classe operaia” e dei diseredati, e via elencando. Ed anche oggi, puntualmente, di fronte ad un convegno di elevato valore scientifico –necessariamente compresso in poco più di quattro ore – e che ha affrontato una delle più importanti emergenze planetarie - il cambiamento del clima -, il copione non si smentisce. Giorgio Pedrotti |
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