archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa | ||||||||||||||||||||||||||
ANNI: |
|
|||||||||||||||||||||||||
|
Roma, 7 dicembre 2010 Il Parco nazionale dello Stelvio, la più grande area protetta d’Europa e la prima nata in Italia (nel lontano 1935), presto potrebbe essere soltanto un ricordo. Il 30 novembre la Commissione dei Dodici, l’organismo paritetico tra Stato e Province autonome di Trento e Bolzano, ha deliberato la modifica del decreto del presidente della Repubblica che nel 1974 ha istituito il Consorzio unitario per la gestione del Parco. Con questa decisione di fatto è stato cancellato l’ente parco e lo Stelvio è stato smembrato in tre distinte aree protette: una per la provincia di Bolzano, una per quella di Trento e un’altra, la più grande, in capo alla Lombardia. Ma per rendere effettiva la modifica, il prossimo Consiglio dei ministri dovrà approvare un’apposita legge. Per Legambiente Lombardia il vero regista dell’operazione sarebbe Luis Durnwalder, presidente della Provincia di Bolzano, «da sempre molto impegnato per assicurare ai cacciatori sudtirolesi la possibilità di sparare ovunque, anche nelle aree naturali protette», spiega l’associazione ambientalista. Ma c’è anche chi parla di un presunto accordo sul voto dei parlamentari del Svp, il Partito popolare sudtirolese (Südtiroler Volkspartei) che rappresenta, per statuto, gli interessi delle minoranze tedesca e ladina della Provincia autonoma di Bolzano, in vista della fiducia al governo del prossimo 14 dicembre. L’Svp conta due deputati e tre senatori. «Il Partito popolare sudtirolese sarebbe pronto a fare un mezzo favore al governo ─ denuncia Riccardo Dello Sbarba, Consigliere dei Verdi alla Provincia di Bolzano, secondo il quale ─ il Svp dovrebbe astenersi durante la fiducia alla Camera, mentre al Senato, dove questo equivarrebbe ad un voto contrario, l’indicazione del Südtiroler Volkspartei è di uscire dall’Aula, così da far abbassare il quorum per il governo. In cambio ─ sempre secondo Dello Sbarba ─ hanno ottenuto lo smembramento del Parco nazionale dello Stelvio». Dal canto suo il presidente del Gruppo misto della Camera e deputato del Svp, l’avvocato Siegfried Brugger, spiega che «alla Camera anche l’astensione in questo momento vale oro», ma sulla questione dello Stelvio preferisce non rilasciare dichiarazioni: «Ne riparleremo dopo che il Consiglio dei ministri avrà approvato la modifica». L’obiettivo sarebbe quello di ridurre le tutele, anche perché nei Parchi provinciali di Bolzano è ad esempio consentita la caccia, «fatta passare per abbattimento selezionato ─ continuano i Verdi trentini ─ oppure per avere meno problemi per gli impianti di risalita delle stazioni sciistiche». Non per nulla il presidente della Provincia di Bolzano Durnwalder guida anche l’Associazione cacciatori dell’Alto Adige. Inoltre lo Stelvio finora è stato protetto dalle stringenti normative dello Stato sui Parchi nazionali. In pratica è rimasto off limits per il potere locale. «Ora invece si apre all’abbassamento delle tutele ─ continua Dello Sbarba ─ e soprattutto a “geometria variabile”», potendo includere o escludere a seconda delle necessità le diverse zone. Un declassamento deciso inoltre senza coinvolgere i rispettivi Consigli provinciali e le varie componenti della società civile, compresi i Comuni interessati. Tanto che Roberto Bombarda, consigliere regionale dei Verdi del Trentino Alto Adige, ritiene «inaccettabile» il metodo seguito, ritenuto «totalmente antidemocratico».
|
|||||||||||||||||||||||||
© 2000 - 2022 |
||||||||||||||||||||||||||
|
|