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Trento, 13 gennaio 2004 Dopo l’intervento critico dell’ex assessore alla caccia e alle foreste, Dario Pallaoro, contro la soppressione del Servizio faunistico, le cui competenze sono confluite nel Servizio foreste, si leva ora la voce degli ambientalisti che parlano di vero e proprio «colpo mortale alla legge sulla tutela della fauna selvatica». «La recente soppressione del Servizio faunistico – sostiene Sergio Merz, delegato provinciale della Lipu, – dimostra ancora una volta come non si voglia una gestione oculata e qualificata della fauna selvatica. Il Servizio faunistico, era la colonna portante della legge (24/91) sulla tutela della fauna era il fiore all’occhiello, ottenuto dopo varie e accese discussioni durante l’iter della proposta di legge, prima Carli e poi approvata come legge Bazzanella. Con questo colpo mortale si vuole cancellare la legge 24/91, priva a questo punto di un servizio che possa applicare le norme di gestione e tutela faunistica. Per fare questo la giunta ha giocato d’astuzia non potendo sopprimere un servizio senza modificare la legge a cui fa riferimento, ha, di fatto, cambiato nome al servizio stesso che diventa "Servizio per le politiche di gestione dei rifiuti" un bel passo avanti non c’è che dire». «La gestione della fauna – continua Merz – passa quindi al Servizio foreste e pertanto si torna indietro di 13 anni ripristinando il vecchio ufficio caccia e pesca. Il Servizio faunistico era ancora sott’organico vista la mole di lavoro in continua crescita, anche per l’applicazione delle normative europee in materia di fauna selvatica. Doveva essere potenziato non soppresso. Tutto questo non ci fa sicuramente sperare in un’attenzione maggiore per la fauna, se i segnali sono questi il futuro per la fauna selvatica sarà sempre più nero. Se ci fossero ancora dei dubbi sulla volontà politica di tutelare la fauna e la biodiversità delle specie, un altro elemento negativo sempre secondo noi è l’impiego dei forestali sulle piste da sci per controllare i turisti quando ci sono già polizia, carabinieri, vigili. Alcune stazioni forestali rimangono prive d’elementi utili per la vigilanza venatoria, in particolare ora che la caccia è chiusa per controllare i bracconieri i quali tra forestali sciatori e guardacaccia che fanno didattica hanno campo libero. Un esempio per tutti è quello della stazione forestale di Trento (la più grande della Provincia) che durante tutta la stagione venatoria deve privarsi di una guardia forestale (rimanendo così in sott’organico) per mandarla nel famoso roccolo a catturare uccellini da richiamo. Tutti questi episodi ci fanno pensare che la vigilanza faunistica è in netto calo e pertanto in qualche modo le associazioni ambientaliste si devono muovere, un’ipotesi potrebbe essere quella di istituire delle guardie faunistiche non volontarie ma assunte, attingendo agli stessi contributi che già la Provincia versa alla Federcaccia per pagare le loro guardie venatorie». Il delegato della Lipu lamenta infine, con disappunto, il fatto di aver chiesto un incontro con gli assessori Mellarini e Gilmozzi il primo dicembre e di non aver ancora ricevuto nemmeno un cenno di risposta, dopo un mese e mezzo. Sergio Merz |
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