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Trento, 8 luglio 2012 Desidero esprimere una considerazione in merito alla proposta, fatta dal Comune di Trento, di volere realizzare la nuova struttura per l’ospitalità dei cani alla Vela, riportata dalla stampa locale. Il canile di Trento non è come quello di Green Hill di Montichiari dove gli animali (2.500 cani) vengono allevati in modo crudele e commerciati per la vivisezione. Sorto nell’ottobre del 1992 a seguito della legge quadro nazionale n. 281 del 14 agosto 1991 in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo proposta dal Partito dei Verdi, lo stesso canile di Trento ha svolto elevate funzioni sociali e sanitarie importanti. È gestito da associazioni di volontariato formate con persone professionalmente preparate e competenti il cui modo di lavorare sensibile al rapporto uomo-animale si è conosciuto direttamente presso Maso Sembenotti; sede dell’attuale canile e nelle iniziative pubbliche di sensibilizzazione ai cittadini che periodicamente vengono effettuate con tavolini esposti nelle vie del centro città e con pagine pubblicitarie sulla stampa locale. È grazie all’esistenza preziosa di questa struttura, alle persone che vi girano attorno, agli interventi istituzionali effettuati nelle sedi provinciali e comunali, se a Trento e nella provincia non si hanno gravi fenomeni di randagismo che hanno spesso conseguenze drammatiche per le persone e per gli animali. Grazie all’esistenza del canile e dal lavoro tenace dei volontari, molte persone per lo più sole, hanno potuto trovare un affidamento. Da molto tempo si parla di una struttura nuova e più confacente agli incarichi preposti. Abito vicino alla località Centa di Vela e conosco bene il luogo dove si intenderebbe realizzare la nuova struttura. È facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo da qualsiasi punto della città ed è un luogo gradevole per gli stessi animali. Trovo l’atteggiamento di chiusura e di contrarietà manifestato attraverso la stampa dall’assessore comunale Fabiano Condini e dallo stesso Presidente della Circoscrizione Melchiorre Redolfi, del tutto strumentale e indicativo di una scarsa sensibilità civile e sociale. Ben altri sono i rischi e i pericoli per i cittadini della Vela e della zona e della città contro i quali avrebbero dovuto energicamente e giustamente protestare ed invece non si è alzata nemmeno una voce di protesta da parte loro. Cito tra tutti la decisione del Comune e della Provincia di realizzare l’inceneritore a Ischia Podetti-Vela, certamente più inquinante e con rischi maggiori per la salute dei cittadini della Vela e della città, di una struttura per cani ben gestita e sostenuta. Così come è stato per la realizzazione del Centro di recuperi materiali ferrosi e lavorazione inerti realizzata alla Vela e che ha aperto la strada, prima o poi, ad altrettanti insediamenti, in una zona di tutela. Luciano Martinello |
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