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Trento, 30 maggio 2006 Dopo la conferma, in seguito a uno studio compiuto dal Comune di Bolzano, della pericolosità della zona di Castel Firmiano (in precedenza utilizzata come discarica) dove sono tuttora insediate famiglie di Sinti e Rom, Luciano Martinello denuncia una situazione simile anche a Trento. «I campi sosta – scrive il membro della Consulta zingari provinciale in una lettera inviata all’assessore provinciale alle Politiche sociali Marta Dalmaso – nella nostra Provincia non hanno le caratteristiche idonee dal punto di vista igienico-sanitario, per ospitare centinaia di persone. Rimangono estremamente precarie le condizioni di vita a Rovereto e a Trento». La scelta dell’area di Ravina per insediarvi i Sinti, ricorda Martinello, fu osteggiata da gran parte delle forse politiche di Trento e dall’Arcivescovo Gottardi, perché non idonea. Lì, infatti, sorgeva la ex discarica pubblica del Comune di Trento. La situazione, con il passare del tempo, non è certo migliorata: si tratta dunque di trovare altre soluzioni abitative per i Sinti trentini. In questo senso va l’affidamento alla Fondazione Michelucci da parte della Provincia, di una consulenza per trovare soluzioni alternative basate sulle microaree. Ma anche in questo caso, lamenta Martinello, «la decisione è stata assunta senza un preventivo parere e coinvolgimento della Consulta provinciale tutela degli zingari». Inoltre, scrive ancora, «a tutt’oggi non si conosce ancora il rapporto definitivo con l’elaborazione di orientamenti per il superamento dei campi nomadi presenti», Infine nell’elaborato conoscitivo predisposto dalla Fondazione «non vi sono riferimenti alla situazione igienico-sanitaria delle aree dei campi sosta né dati statistici o analisi riferiti alla situazione sanitaria dei residenti». TESTO ARTICOLI |
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