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Trento, 22 giugno 2005 Dieci anni fa, ormai. Da dieci anni Alexander Langer non c’è più. Uno dei protagonisti della grande stagione dei Verdi, delle battaglie interetniche, del pacifismo europeo, uomo in grado di coniugare speranze e cultura, uno dei pochi protagonisti della politica regionale in grado di avere un «passo» internazionale decideva infatti di interrompere la sua vita il 3 luglio 1995, a 49 anni. Un suicidio come un lampo, una scossa. Da allora molta politica qui e altrove non ha smesso di confrontarsi con lui. E la Fondazione che porta il suo nome ogni anno mette in piedi molti incontri, dentro «Euromediterranea», che inizieranno a Bolzano sabato. Vi sarà anche una sponda trentina, il 30 giugno. E l’altra sera Marco Boato lo ha ricordato. «Mi sono molto arrabbiato con Alex quando si è ucciso. Non doveva farlo. Ci ha lasciati tutti a metà del guado. Dico che mi sono arrabbiato con affetto, ovviamente, ma ci siamo sentiti tutti un po’ traditi. Sembrava così forte, era una bandiera, ed invece s’è rivelato così fragile». Marco Boato ha ricordato il suo amico di tante battaglie al Circolo Cittadino. «Ci siamo conosciuti attorno al ‘68, io avevo pochi anni più di lui. L’ho sentito al telefono l’ultima volta prima che si uccidesse, era in Francia per incontrarsi con Chirac, che voleva convincere ad intervenire in Bosnia. Mi chiedeva consigli». Erano infatti gli anni della guerra nei Balcani: il pacifista Langer - venendo in qualche modo meno al suo credo - invocava l’intervento armato dell’Occidente. «Per me sostiene Boato l’impegno armato per opporsi alla violenza non è scandaloso. Alex sosteneva che bisogna anzitutto prevenire, ma poi anche intervenire». Dalle parole di Boato emerge una personalità tormentata, profondamente religiosa, ancorché non confessionale, che si poneva domande cui lui stesso non riusciva a rispondere, una specie di Gandhi viaggiatore che in Bosnia e Kosovo viene ancora ricordato. Aggiunge Boato: «una volta i suicidi venivano inumati fuori dal recinto cimiteriale, perché peccatori e indegni. Ebbene, Alexander Langer è stato onorato da ben tre riti religiosi: a Fiesole, nei cui pressi si uccise, a Bolzano (ed il vescovo Egger che ha voluto onorarlo presenziando la cerimonia ha detto su di lui parole bellissime), nel paesino ove è ora sepolto». Ed emerge, sempre più urgente, la domanda che ancora non ha una risposta: perché si è ucciso? Forse per la delusione provata a vedere inutili i suoi sforzi di europarlamentare pacifista in Bosnia? Marco Boato non crede sia così, anche se è chiaro che Langer il suicidio, senza dir nulla a nessuno, l’aveva premeditato da tempo. Qualche settimana prima aveva detto ad un amico che l’albicocco è l’albero che più gli piace: si è impiccato ad un albicocco. La mattina prima di uccidersi aveva comperato una corda in un negozietto del posto, dicendo che gli sarebbe servita per un gioco di bambini. Ha lasciato parole scritte laceranti. «Non credo tuttavia che sia stata la constatazione dell’inutilità dei suoi sforzi in Bosnia, a disarmarlo: Alex era un combattente, i contrasti lo rendevano ancor più determinato».
BIBLIOGRAFIA / La quasi totalità dei testi, discorsi e documenti che Alexander Langer ha seminato nel corso di un più che trentennale impegno, possono essere considerati di fatto degli inediti anche dai suoi più vicini compagni di strada e di vita, perché scritti sempre per occasioni specifiche, per attivare circuiti di riflessione e azione o sostenere persone, associazioni, piccole riviste collocate “un passo in qua” della politica. Dopo la sua morte, alcuni suoi scritti sono stati finalmente raccolti e pubblicati. Sono “opere aperte” che la Fondazione Langer spera aiuti a completare, anche se non potranno certamente sostituire “il libro” che Alex sognava prima o poi di scrivere. La Fondazione ha studiato la storia dell’Alto Adige per capire se può essere un modello di soluzione di certi conflitti e ha discusso dei timidi passi avviati dall’Unione europea e dalle istituzioni sovranazionali con l’istituzione dei corpi civili di pace, i tribunali internazionali, le commissioni per la verità e conciliazione del Sud Africa di Nelson Mandela, il sostegno attivo alla società civile e all’informazione indipendente. Dal 1995 sono state pubblicate quattro raccolte antologiche di scritti di Alexander Langer : - La scelta della convivenza - ed. E/O, 1995 (III edizione, lingua italiana). La raccolta è stata pubblicata anche in un’edizione Slovena, per le ed. Devin. - Il viaggiatore leggero - Scritti 1961-1995 - ed. Sellerio, Collana “Fine secolo” curata da Adriano Sofri, 1996 (IV edizione, lingua italiana). - Scritti sul Sudtirolo - Aufsätze zu Südtirol - 1978-1995 - ed. Alpha&Beta, 1996 (III edizione, bilingue italiano-tedesco). - Die Mehrheit der Minderheiten - ed. Wagenbach, Berlino, 1996 (I edizione, lingua tedesca). - Roberto Dall’Olio ha pubblicato, «Entro il limite, la resistenza mite in Alex Langer» - ed. La Meridiana, 2000. - Cristoph Franceschini e Helmuth Lechthaler, Francesca Nesler e Nicoletta Arena, hanno realizzato due documentari video, per la Rai regionale, rispettivamente in lingua tedesca e italiana. - Lo sculture di Vipiteno Martin Rainer ha inciso una moneta commemorativa del suo concittadino, in oro, argento e bronzo, destinando il ricavato delle vendite alla Fondazione. - La Fondazione «Nuovo Teatro comunale» di Bolzano ha messo in scena nell’aprile 2003 un ritratto musicale di Giovanni Verrando «Alex Brücke Langer», con la regia di Yoshi Oida. - Il Movimento Nonviolento di Verona ha edito un CD che comprende i libri pubblicati, una selezione di scritti giovanili e la trascrizione di interventi al PE., quattro tesi di laurea sul suo lavoro, numerosi ricordi, fotografie, immagini video e racconti audio. LA VITA / IL VIAGGIO DA VIPITENO ALL’ALBICOCCO TOSCANO Alexander Langer nasce il sce il 22 febbraio 1946 a Vipiteno. Giornali sta, traduttore, insegnante. Collabora fin da giovanissimo con varie riviste, associazioni, iniziative civiche. Impegnato fin da giovanissimo per la convivenza interetnica e l’autonomismo democratico in Alto Adige. Dal 1978 viene eletto nel Consiglio provinciale e della Regione Trentino-Alto Adige, da ultimo nella “Lista verde alternativa per un altro Sudtirolo”. Negli anni ’80 è tra i promotori del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa, come forza innovativa e trasversale. Partecipa ad un intenso dialogo di ricerca con la cultura della sinistra dell’area radicale, dell’impegno cristiano e religioso, delle nuove spiritualità. Deputato al Parlamento europeo dal 1989, rieletto nel 1994 primo presidente del neo costituito Gruppo Verde europeo. Si impegna soprattutto nella politica estera e di pace, per relazioni più giuste Nord-Sud ed Est-Ovest. Viaggi e missioni ufficiali in Israele, Russia, Brasile, Argentina, ex-Jugoslavia, Libia, Egitto, Cipro, Malta. Viene rieletto nel 1994. Aumenta via vìa il suo impegno nel conflitto in ex-Jugoslavia, sostenendovi le forze di conciliazione interetnica. Al censimento del 1981 e 1991 Alexander Langer, che si era sempre dichiarato di madre lingua tedesca, rifiuta di aderire alla schedatura nominativa che rafforza la politica di divisione etnica. Con questo pretesto nel maggio 1995 viene escluso, senza troppo scandalo, dalla candidatura a sindaco di Bolzano, la sua città. Decide di interrompere la sua vita il 3 luglio 1995, all’età di 49 anni. Riposa nel piccolo cimitero di Telfes accanto ai suoi genitori. IL RICORDO / L’APPUNTAMENTO A TRENTO Giovedì 30 giugno a Trento nella Sala Conferenze della Facoltà di Giurisprudenza in via Verdi nell’ambito di «Euromediterranea 2005» avrà luogo una manifestazione internazionale dedicata ad Alexander Langer. In collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e il Museo Storico in Trento e l’Università degli Studi di Trento. A dieci anni dall’eccidio di Srebrenica questo incontro si propone di riflettere, a partire da quei tragici avvenimenti sui crimini internazionali e sui diversi meccanismi per la loro persecuzione. La giornata: dopo un’introduzione, in particolare sull’assedio di Srebrenica con il terribile genocidio che ne è seguito, e la descrizione delle condizioni odierne della cittadina bosniaca e del paese, si analizzerà il problema come rispondere ai crimini. IL RICORDO / L’APPUNTAMENTO A BOLZANO La Fondazione Langer con il motto langeriano «Lentius, profundius, suavius» ha intitolato l’edizione di «Euromediterranea» di quest’anno «Srebrenica 2005: Le ferite del silenzio / Verletzendes Schweigen». In sostanza, per ricordare come ogni anno il politico altoatesino, si è dedicato l’incontro che inizierà sabato 25 a Bolzano al decennale della strage di Srebrenica e della morte di Alexander Langer, con riflessioni che prendono spunto da tre suoi testi che si possono trovare nel sito della Fondazione in lingua italiana, tedesca, inglese e, in parte, francese: «L’Europa muore o rinasce a Sarajevo» (1995); «La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile» (1994); «Il tentativo di decalogo per la convivenza interetnica» (1994). La Fondazione ha invitato alcune, poche, persone a introdurli, per poter così consentire a molti di dare, in questa cornice, un contributo di testimonianza e di riflessione, nel merito di una delle sessioni. Ecco il programma: |
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