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Trento, 30 aprile 2004 Il noto scienziato ungherese Ervin Laszlo, uno degli iniziatori del Club of Rome negli anni Settanta e del Club of Budapest nel 1998 scrive nel suo libro “Il terzo millennio”, che non possiamo risolvere i problemi del futuro con la logica attuale e con norme del passato. I problemi centrali sono, che noi produciamo molto di più del necessario, consumiamo di più del sostenibile e che sprechiamo troppo energia. L’energia è e sarà la chiave per risolvere i problemi sia dell’economia che dell’ecologia. Il settore in cui si potrebbe risparmiare di più e quindi dove si deve risparmiare energia, è quello del traffico. L’aumento continuo e costante del traffico motorizzato ed il trasporto di merci su gomma, ha assunto livelli inquietanti. In media 8.500 autocarri percorrono giorno per giorno l’autostrada del Brennero, un percorso centrale europeo, trasportando ca. 40 milioni di tonnellate di merci. Attraverso l’arco alpino vengono trasportati più di 130 milioni di tonnellate di merci, il che equivale a più di due tonnellate a persona che vive nel nostro paese. Strano e non comprensibile è, che i responsabili dichiarano sempre, che i trasporti cresceranno ancora e sempre di più, anche sapendo che l’economia europea sta giungendo ad una fase di ristagno, che la popolazione non aumenta (almeno non notevolmente) e sapendo, che in nessuna parte d’Italia esistono problemi reali di sostentamento della popolazione. Sappiamo tutti, quante merci vengono trasportate senza che ce ne sia la necessità attraverso tutta l’Europa. La prima pretesa avanzata, deve essere una drastica riduzione del traffico superfluo. I trasporti necessari devono avvenire lungo percorsi stradali più brevi – ca. il 30 % del traffico pesante prende ad esempio una via più lunga per passare il Brennero – in un modo per il quale si abbiano gli effetti meno nocivi sia per la natura che per l’uomo. Si calcolano in Sudtirolo ca. 200 decessi ogni anno a causa del traffico (ca. 70 sono quelli causati da incidenti stradali, mentre ca. 120, 130 sono attribuibili indirettamente al traffico, e sono collegati alla dispersione di diversi inquinanti o al rumore, il quale porta ad aggravamenti e malattie del sistema cardio- circolatorio). Si pensi che annualmente sull’autostrada del Brennero vengono rilasciate 13.000 tonnellate di emissioni, pari al 23% di tutte le sostanze inquinanti atmosferiche a livello provinciale. Il tasso di PM10, le micropolveri cancerogene, registrato sul territorio è prevalentemente legato al traffico pesante e nelle valli dove il traffico di transito è maggiore (ad es. la Valle d’Isarco) le concentrazioni di PM10 superano il limite consigliato. Per questo le valli alpine sono considerate come zone in stato di emergenza!! Chiaro, la colpa non è soltanto da attribuire al transito legato al trasporto dei mezzi pesanti; sappiamo tutti, che (quasi) ognuno di noi ricorre spesso all’uso della propria macchina e ciò ci rende pertanto anche responsabili e colpevoli, non solo vittime. In questo contesto non desidero pero’ parlare delle problematiche legate al trasorto locale, bensi’ del transito. Tantissimi politici spesso mostrano le stesse reazioni: quando una strada è affollata pensano subito alla possibilità di nuove strade e vie di collegamento, non pensano invece a risalire alle cause di tali fenomeni. Quando però costruire strade ed autostrade nuove diventa difficile, coloro che ormai si ritrovano ad avere una mentalità “di cemento armato” passano immediatamente alle proposte di nuove linee ferroviarie. Una cosa analoga è accaduta anche per il valico del Brennero, dove però la soluzione ferroviaria è indiscutibilmente risultata la migliore all’interno del bilancio ecologico. Un nuovo piano per una nuova linea ferroviaria del Brennero prevede pero’ il quadruplicamento della potenzialità con, lungo la metà del percorso fra Monaco e Verona - cioè per ca. 200 km - la costruzione di gallerie destinate ad essere percorse da treni ad alta velocità. E’ previsto anche che, dopo la costruzione di quest’opera mastodontica intorno al 2020 avremo un incremento di traffico così enorme, che l’autostrada e la vecchia linea ferroviaria subiranno un aumento di 18 milioni di tonnellate di traffico. Ora, su questa linea per treni ad alta velocità, non possono passare contemporaneamente treni merci e treni per il trasporto passeggeri e ciò porta già di per se una contraddizione interna. Basta guardare alla piccola galleria lunga solamente 13 km a Sud di Ponte Gardena (BZ) ed agli enormi problemi ad essa legati. Il concetto legato al progetto secondo me è sbagliato, perchè la fase iniziale del progetto prevede che si parta con la galleria del Brennero, percorsa attualmente da 100/110 treni al giorno, di contro ai ca. 130 di Bolzano sud, dove ancora non si sa dove passerà la nuova linea ferroviaria. Come la mettiano con i 400 treni al di là ed al di qua del Brennero, se per Bressanone, per la Bassa Atesina e per il Trentino potranno transitare al massimo 200 treni? Vogliono costruire un tunnel per treni ad alta velocità con enormi investimenti di costi. Sappiamo che il traffico misto di persone e merci è quasi impossibile. Risultato: i treni moderni per il trasporto passeggeri passeranno per gallerie lunghissime, mentre per le valli strette viaggeranno treni merci estremamente rumorosi. Una perversione! Oggi pomeriggio a Vienna i Ministri dei Trasporti Pietro Lunardi e Hubert Gorbach firmeranno un trattato, dove saranno stabilite le modalità del procedere futuro. Attenzione, però: non verrà messo in discussione il concetto legato al progetto, non si parlerà di alternative e non si penserà concretamente alla modernizzazione della linea esistente. Ritorno alla decisione del Parlamento europeo dell’11 marzo di quest’anno. In questa sede è stata stabilita un’importante procedura di valutazione e d’ inchiesta secondo la quale: “se dimostrano che il progetto o i progetti in questione avranno effetti indesiderati sul piano sociale, economico ed ambientale, gli Stati membri si consultano con la Commissione per trovare il modo di alleviare tali effetti, esaminando anche la possibilità di ritirare il progetto o i progetti dall’elenco dei progetti prioritari”. Partendo da questo importante emendamento votato dall’Europarlamento, ma anche pensando alle cifre altisonanti legate alle future grandi opere – si parla di 1200 km di nuove linee ad alta velocità e di più di 2000 km di nuove autostrade con costi d’investimento enormi – vorrei sottolineare come sia più che mai importante ed un obbligo morale porsi il problema di un intervento invasivo rispetto all’ambiente ed alla sfera sociale ed economica. Mi riferisco nel caso specifico al progetto del Tunnel di base del Brennero, che fa parte, assieme al quadruplicamento della ferrovia Monaco – Verona (si parla spesso anche della linea Berlino – Palermo), e anche al Ponte di Messina degli interventi infrastrutturali. Lo scetticismo con il quale guardiamo a questi interventi è dovuto al fatto di non potere risolvere i problemi del traffico stesso, ma potere solo assistere ai grandi affari, ai “big business”! Un ulteriore problema risulta essere il fatto che queste soluzioni vengano di solito dall’alto, senza potere partecipare ad un processo decisionale trasparente e giustificato dagli obiettivi che si vuole conseguire. Al primo posto della politica, non solo quella dei Verdi, deve esserci la volontà di difendere e provvedere ad un’economia sostenibile, alla salvaguardia dei diritti fondamentali legati all’esistenza, alla tutela ed al rispetto della natura e dell’ambiente! Cito la Transitinitiative, un’associazione nata pochi anni fa nella Val d’Isarco, per sensibilizzare i cittadini al problema del traffico e proporre delle soluzioni. “Non accettiamo più di essere avvelenati sistematicamente!”, così lanciavano il loro slogan gli attivisti della Transitinitiative. Se è vero che sull’asse del Brennero transitano annualmente 38 milioni di mezzi di trasporto pesante, una grande parte di essi – il 75% almeno – potrebbe essere trasferita sulla ferrovia, grazie ad un suo potenziamento della linea esistente. Questo porterebbe a: Nonostante un progetto simile sia palesemente invasivo e distruttivo, perché allora tanto interesse? Non è un caso che dietro alla realizzazione di una simile enorme e mastodontica infrastruttura, stiano gli interessi di tanti big dell’economia, ai quali le speculazioni sul progetto e gli introiti futuri fanno sicuramente gola, che il tunnel di base venga visto come una sfida tecnologica ed ingegneristica moderna e contemporanea; che chi tira le fila delle dinamiche dei trasporti sia attento ad incrementare il traffico anziché ridurlo e che la velocità sia il requisito più richiesto per il trasferimento delle merci da una parte all’altra dell’Europa. L’appello da lanciare al mondo politico è il seguente: le valli a nord e sud del Brennero sono già enormemente sovraccaricate dal traffico, tanto che nessun’altra valle delle Alpi registra un tale carico di traffico, per una gran parte inutile. Conclusione: produciamo molto di più di quanto necessitiamo, arrecando danni alla nostra salute. Così facendo ci avvicineremo in breve ad un declino della nostra società, operato con le nostre stesse mani. Per motivi etici e socioeconomici bisogna intraprendere una svolta ecologica radicale e sistematica. “Vivere del passato, e farne il nostro futuro non porta a nessun progresso” (Willy Brandt). La politica europea del traffico: La politica europea come coordinatrice delle politiche nazionali e regionali ha l’obbligo di garantire il benessere dei cittadini europei. Il raggiungimento di questo obiettivo è possibile, solo frenando la politica neoliberale e capitalista e dando preferenza ad una economia lungimirante. Sepp Kusstatscher |
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