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Trento, 21 ottobre 2014 Sul rilancio del monte Bondone si è detto e fatto di tutto. Cito i «patti territoriali» di qualche anno fa, che hanno messo a disposizione fondi molto significativi a cui hanno avuto accesso anche strutture che con il Bondone nulla o poco avevano a che fare. Comunque, molte strutture della montagna hanno rinnovato le loro proposte, investendo giustamente in questo strumento per proporsi sul mercato turistico. Ora, resto alquanto perplesso su ciò che la Provincia, attraverso le sue società controllate, vorrebbe realizzare. Penso, come molti trentini, che l’investimento in un resort di lusso nell’area ex caserme delle Viote, sia una scelta fuori da qualsiasi logica. Dal punto di vista economico mi chiedo quali tempi di rientro dell’investimento si prevedono, dato che il turismo in Bondone è in crisi da decenni; mi chiedo anche come si possa pensare di creare un resort esclusivo quando in tutto il mondo si stanno abbassando i prezzi di accesso alle strutture. Inoltre, e non è poco, mi preoccupa l’impatto ambientale di una struttura così elitaria, che chiederà nuove colate di cemento per parcheggi e accessi. Altra devastazione sul monte Bondone, come peraltro si è già visto con l’orribile intervento effettuato alle Viote. Ma che ne è del progetto parco del Bondone, idea lanciata qualche anno fa? Questa è la strada da seguire per la montagna di Trento: meno soldi, tutela reale del territorio e salvaguardia di chi opera economicamente sul Bondone da diversi decenni. Ma sembra che il sindaco sia d’accordo, invece, sulla strada «innovativa» di ciò che pare essere l’ennesima speculazione, come peraltro si sta dimostrando un’altra «via innovativa» che ci hanno venduto come tale e che si chiama quartiere delle Albere. Marco Ianes, |
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