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Trento, 10 dicembre 2014 In queste settimane si sente spesso parlare delle ex aree industriali dismesse, Sloi e Carbochimica. Anche il Tg2 ha recentemente portato alla ribalta il problema dei siti inquinati di Trento Nord. Per chi come me ha vissuto quasi dieci anni vicino al sito Sloi, con moglie e due bambini, parlare di queste zone risveglia ricordi di paure e timori ben compresi solo in questi ultimi anni. All’epoca, infatti, vivevamo nella zona senza conoscere i rischi a cui eravamo vicini. I miei figli addirittura giocavano nei piazzali confinanti l’attuale recinzione dello stabilimento. Ora, rabbrividisco al pensiero di simili ricordi. Non che, a dire la verità, qualcuno dell’ente pubblico si sia mai preoccupato di informarmi o di informare la popolazione della situazione esistente. Su questo punto mi piacerebbe capire perché i cittadini debbano restare sempre all’oscuro di tutto ciò che riguarda l’ambiente. Se informazioni ci sono, queste vengono sempre portate alla luce da comitati o da pochissime forze politiche di minoranza che fanno dell’ambientalismo una ragione di vita. La zona di Trento Nord non è esente dal menefreghismo generale di gran parte dei politici che si sono alternati alla guida delle nostre istituzioni, cittadine e provinciali. Sono quasi 40 anni che il sito di via Brennero è prigioniero di non scelte, con rogge inquinate e terreni contaminati per decine di metri. Ci sarebbero state le occasioni, quando c’erano soldi in abbondanza, per bonificare almeno le rogge (di competenza provinciale), ma si è invece preferito guardare da un’altra parte, verso prospettive di sviluppo dedite al costruire palazzi maestosi, piuttosto che mirare alla bonifica di zone che mettono a serio rischio le falde acquifere della collettività. Perché tali bonifiche non portano voti, portano solo grattacapi per via di scavi, rimozioni, drenaggi e ripristini. Non importa se restano cattedrali nel deserto, importa accontentare amici che poi saranno grati ricompensando il tutto con il consenso. Adesso che le risorse scarseggiano e che pure la gente sta prendendo coscienza che la bonifica di Trento nord si deve fare, pare che anche la politica si stia muovendo. Si dice che la Provincia stia preparando un piano che dovrebbe partire nel 2015. Dopo le elezioni, naturalmente: «Non vorrete mica mettere sottosopra la città durante la campagna elettorale?» mi ha detto un nostro politico famoso qualche mese fa. Perché si crede che la gente trentina sia talmente sprovveduta da non accettare qualche disagio a fronte della certezza di mettere in sicurezza l’ambiente in cui vive? Quando la politica fa tali ragionamenti, perde in partenza. E i cittadini-elettori si allontanano ancora di più dalle urne. Chissà se la bonifica, alla fine, partirà realmente. Vedremo per quanto riguarda le rogge. Per i terreni, invece, il discorso è più complesso, poiché di proprietà di privati e in questo momento di crisi edilizia a nessuno viene in mente di sfruttare quelle aree. Prima di dare il benestare per ulteriori lotti edificabili, comunque, il comune di Trento dovrebbe garantire una bonifica completa, non a singoli lotti come qualche speculatore edilizio ha richiesto. Anche questa partita sarà gestita dopo le elezioni comunali di maggio. L’auspicio è che chi siederà in consiglio comunale e in giunta possa guidare con sapienza e, soprattutto, nell’interesse del bene comune, la partita urbanistica della città. Una partita tutta da riprogettare, non certo con il pressapochismo di questi anni. La speranza è che i cittadini abbiano la coscienza di andare a votare leggendo i programmi di partiti e candidati in modo da scegliere persone all’altezza. Ovviamente anche i partiti dovranno garantire un ricambio all’altezza. È necessario cambiare metodo di fare politica, anche se temo davvero di essere un povero illuso, visto che spesso mi sento tacciare di appartenere a un «ambientalismo idealista». Non può però essere solo idealismo voler progettare una città che sia rispettosa dell’ambiente, che miri a dare risposte ai problemi di sicurezza, di vivibilità urbana. Mi tengo le illusioni e spero che in futuro Trento possa avere persone in grado di dare seguito a progetti sostenibili. La speranza non deve mai morire. Cominciamo, allora, a valorizzare il territorio in cui viviamo, magari proprio ridando valore a quei luoghi, come Trento Nord, che sono un onta per il nostro Trentino. Tali situazioni minano il valore stesso della nostra autonomia e non fanno altro che alimentare gli attacchi esterni al nostro modello politico. Sta a noi adesso dimostrare che l’autonomia ce la meritiamo e lo dobbiamo fare sul campo, progettando un futuro diverso dalla mediocrità. Difficile, ma dobbiamo credici e provarci. Marco Ianes
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vedi anche: Trento, Trento, | ||||||||||||||||||||||||
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