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Trento, 26 settembre 2012 Egregio direttore, Albert Einstein diceva che «follia è continuare a fare le stesse cose, aspettandosi un risultato diverso». Da qui vorrei partire per una riflessione sul modello di impostazione politica che la nostra società continua a perseguire. Assistiamo, quotidianamente, alla rappresentazione quasi teatrale di una politica avulsa dai programmi futuri, imbastita invece sul personalismo dei soliti soggetti. Il tutto avviene a livello nazionale, con la ricerca dei futuri premier, oppure qui da noi, nel dibattito perenne sul successore alla presidenza della Provincia. Nulla di nuovo sotto il sole, di programmi che identifichino percorsi innovativi per risolvere i problemi della disoccupazione giovanile, oppure della mancanza di crescita economica si parla davvero poco. Anche gli approcci politici a un qualche accenno di programma presentano poco o nulla di innovativo. Pressione fiscale sempre elevata e sui soliti facili capitoli di spesa, quali la scuola o la ricerca, solo per citare un esempio a caso. Non sentiamo parlare di misure reali e drastiche contro l’enorme evasione fiscale che ha in serbo numeri da manovra finanziaria, non si sente parlare di incentivi alla scuola e alla ricerca, ignorando che un Paese che taglia fondi sulla formazione della propria gioventù è destinato al declino inesorabile. Si continua a perseguire con i soliti metodi di proposte politiche che antepongono la forma individualista del leader da seguire, piuttosto che individuare percorsi innovativi con al centro un programma di sviluppo realmente sostenibile. Sinceramente, credo che molte persone stiano valutando se andare a votare oppure no, proprio perché ci si rende conto dell’assenza di programmazione e dell’assenza di una visione futura nuova e sostenibile. Chi avrà il coraggio di parlare seriamente di proposte, senza anteporre un nome o un partito? Perché i giornali non lanciano un concorso di idee su future visioni per una nuova società credibile e sostenibile? Perché si preferisce dare ancora spazio ai nomi, prima che ai programmi? Ecco, mi piacerebbe leggere nei prossimi giorni, che qualche organo di stampa ha aperto uno spazio, magari accessibile a tutti e non solo ai soliti politici noti, in cui ogni cittadino di buona volontà può inserire idee e proposte per il futuro. Anche con questi metodi di stampa innovativa, magari, si potrebbe cominciare a cambiare qualcosa. Ma, forse, questa è utopia o semplice illusione. Marco Ianes
Caro Ianes, Enrico Franco - direttore |
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