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Trento, 24 marzo 2015 Ha la concretezza del tecnico, prima che del politico, Marco Ianes. È portavoce (con Lucia Coppola) dei Verdi del Trentino, ma nella vita fa il docente di elettrotecnica e impianti elettrici all'Enaip di Villazzano, dove coordina anche il corso sulle energie rinnovabili per il percorso dell'alta formazione professionale. E da tecnico, prima di tutto, dice: «Sull'intera partita delle rinnovabili e della riqualificazione degli edifici, manca una regia. E manca, in Provincia, perché non ci sono le capacità di analisi per una valutazione corretta delle procedure». Ianes ha letto con attenzione l'approfondimento che l'Adige (edizione del 22 marzo) ha dedicato ai condomini e al mancato avvio degli interventi di riqualificazione architettonica ed energetica, che potrebbe ridare fiato per anni al settore dell'edilizia che ha lasciato per strada, con la crisi, quasi il 40% degli occupati. «Manca» osserva Ianes «la cultura dell'innovazione tecnologica orientata allo sviluppo di un'economia diversa, a cominciare dal ri-costruire e dal ri-qualificare». Prima di parlare di ESCo (Energy service company) e di altri strumenti tecnico-finanziari adatti allo scopo, esemplifica: «Si prenda l'Enaip. È un istituto ad alto contenuto tecnologico, ovviamente. Poi, vai nelle officine e ti ritrovi con un impianto di riscaldamento a pannelli radianti, con un semplice meccanismo on-off: un'idrovora energetica, uno spreco inutile, quando con un termoregolatore otterresti risparmi e in tre anni il recupero dei costi di installazione». In generale, il portavoce dei Verdi sostiene che «l'ente pubblico non può più "drogare il mercato" con incentivi diretti alle imprese che sono in difficoltà, ha invece l'obbligo istituzionale di promuovere le buone pratiche e favorire l'economia sostenibile». Per questo, Ianes e i Verdi, lo scorso gennaio, hanno avanzato alla Giunta Rossi (al presidente, all'assessore alle sviluppo economico Alessandro Olivi e all'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi) una proposta concreta: mettere a disposizione 30 milioni di euro in tre anni a privati e imprese per realizzare interventi mirati. Ai privati che realizzino impianti di produzione di energia elettrica per il solo fabbisogno energetico e mettano a norma e in sicurezza i propri impianti elettrici e termoelettrici. Alle imprese che realizzino impianti di produzione di energia per il solo fabbisogno relativo all'attività produttiva. La proposta è rimasta lettera morta: nessuna risposta. Il principio, nella sostanza, è quello di sostenere non le imprese esecutrici: «S'è visto dove sono andati a finire le centinaia di milioni "anticiclici" messi nel sistema economico dalla Giunta Dellai» commenta Ianes «l'effetto è stato di ritardare la crisi, che poi è arrivata comunque. Non hanno certo alimentato un progetto di sviluppo diverso per il Trentino». Piuttosto, quindi, sostenere direttamente, in una prima fase, privati e imprese che ristrutturano a fini energetici (risparmio o produzione), «finanziando l'intervento con il gettito fiscale che le imprese esecutrici genererebbero con tali interventi». E la creazione di un'ESCo pubblica, come intendono fare a Bolzano? «Non la vedo, si rischia di creare un altro carrozzone pubblico. Serve invece che la Provincia assuma la regia di un percorso orientato alla riqualificazione, per creare una domanda di mercato, facendo da volano nella fase iniziale. Oggi che le risorse pubbliche sono calanti, non ci si rende conto di quanti vantaggi si otterrebbero da un massiccio intervento nella riqualificazione edilizia ed energetica: da una parte, risparmi; dall'altra, risorse liberate in più da investire in altri settori. La Germania lo sta facendo: lì corrono, nascono ESCo pubblico-private. Qui siamo fermi».
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