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Trento, 28 dicemrbe 2014 Caro direttore, mi inserisco nel dibattito, anche in considerazione di alcuni interventi che mi hanno fatto riflettere. Penso, ad esempio, all’intervento di Paolo Mazzalai, presidente degli industriali del Trentino, che, giustamente, evidenzia alcuni aspetti di come dovremmo essere per ambire ad un’autonomia ancora sostenibile e credibile. E proprio di sostenibilità e credibilità, quindi, vorrei qui parlare. Ritengo che debba essere indispensabile cominciare a proporre percorsi realmente innovativi per rilanciare la nostra economia, vie innovative per riaprire la laboriosità delle nostre piccole-medie imprese, che stanno soffrendo molto la carenza di una programmazione politico-economica che vada oltre la semplice gestione amministrativa del patrimonio che abbiamo. Penso, come reale proposta innovativa, alla creazione da percorsi di finanziamento virtuosi, nell’ambito del recupero edilizio del patrimonio esistente e alla promozione di filiere nel campo energetico che possano sollecitare i mercati dell’impiantistica legata all’edilizia stessa. Un piccolo esempio pratico, se mi permette, lo suggerisco volentieri, poiché non mi piace parlare solamente per dire che dovremmo fare meglio, bensì vorrei anche indicare una reale e concreta via perseguibile molto facilmente e a costi davvero contenuti. Pensiamo, ad esempio, ai costi che le nostre imprese e pure i privati cittadini, debbono sostenere per l’approvvigionamento dell’energia elettrica, indispensabile per qualsiasi attività. Potremmo, per dare un senso alla nostra autonomia e per dimostrare che la sappiamo gestire bene per uno sviluppo economico sostenibile, promuovere un fondo di sostegno agli interventi di realizzazione di impianti fotovoltaici, micro eolici e micro idroelettrici, con lo scopo di favorire la realizzazione di tali impianti non per sfruttamento ai fini della vendita di energia, bensì solo per il fabbisogno energetico della struttura che lo vuole realizzare. Tale fondo si sosterrebbe automaticamente con il gettito fiscale che genererebbe, facendo lavorare imprese installatrici che pagano le tasse e incassano l’IVA dal cliente; il 90% di tali tasse restano sul territorio e, quindi, una parte di esse potrebbero essere impiegate per sostenere il fondo di cui accennavo. Ciò genererebbe lavoro per le nostre imprese, che si troverebbero magari a dover assumere personale, creando quindi possibilità di impiego, magari giovanile; inoltre, si fornirebbe energia a costi ridotti a chi ne ha la necessità e introiti fiscali per le casse provinciali. Strutturando un percorso virtuoso di tal tipo, il metodo potrebbe essere esteso anche ad altri ambiti, quali il recupero edilizio del patrimonio storico che abbiamo, oppure in altri settori quali l’alberghiero, che in alcune zone del nostro Trentino abbisogna di interventi di ristrutturazione e riqualificazione per dare un’offerta migliore ai turisti. Qui ho solo dato un cenno ad una proposta reale e operativa su ciò che potremmo fare per rendere credibile e sostenibile la nostra autonomia, che non può essere fatta solo da statuti e regolamenti, ma deve essere anche motore di forze nuove , laboratorio all’avanguardia di percorsi innovativi che devono segnare nuove prospettive per uno sviluppo sostenibile realmente credibile. Diversamente, l’autonomia fine a se stessa, per il semplice governo del quotidiano, non risulta davvero più comprensibile, anzi diventa attaccabile da chi, per invidia o per fini politici oscuri, la denigra e la vede solo come strumento per dare benefici a pochi “eletti”; noi sappiamo che non è così, ma dobbiamo essere credibili e dimostrare con i fatti che la nostra autonomia è davvero importante. Solo con percorsi virtuosi e innovativi possiamo smentire coloro che ci vedono come privilegiati; diversamente, siamo destinati a perdere davvero questa nostra preziosissima forma di governo che, purtroppo, non sempre siamo in grado di meritare. Marco Ianes
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