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Non credo si possa negare: Fulvio Forrer «è» l’Inu per il Trentino. Ha partecipato con Silvano Bassetti e altri nomi di riferimento dell’urbanistica regionale alla nascita della Sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, contribuendo poi alla fondazione, nel 1995, della Sezione provinciale Trentino. Una separazione per Fulvio necessaria a valorizzare i percorsi urbanistici e legislativi diversi nei due territori, e negli anni recenti rimessa da lui in discussione, convinto che il tempo oggi richieda uno sforzo di unità, di dialogo e collaborazione oltre e sopra a qualunque distinguo, a qualunque specificità. D’altronde, bolzanino trapiantato in Trentino, Fulvio rappresentava in ogni caratteristica di sé questa doppia identità nell’unità. Sono passati molti anni da quando mi volle informare delle terribili vicissitudini di una malattia che lo aveva aggredito appena laureato, e che si era ripresentata, nel pieno della vita e degli impegni. Però non c’era tempo per la malattia, neppure quando gli si chiedeva come va, perché il tempo era diventato troppo importante, troppo ancora c’era da fare. Con toni spicci e una dignità sbalorditiva liquidava qualunque conversazione che sapeva di bilanci e di ricordi (e quanto avrei voluto attingere dalla sua esperienza), solo i nuovi progetti e le cose da fare avevano spazio di discussione, uno spazio difeso con tutte le forze fino all’ultimo. E qualche dolcissimo accenno, già pieno di nostalgia, agli affetti famigliari. Come sa chi ha vissuto esperienze altrettanto dure, tutto per lui era collocato in una nuova prospettiva, più ampia, lontana da riti e condizionamenti e dove lo spazio è solo per le cose importanti. E l’urbanistica era sempre presente nei suoi pensieri, intesa non saprei dire se come professione ma direi come passione e bisogno, che significava – con tutte le difficoltà ed i conflitti conseguenti – impegno politico, impegno professionale, impegno culturale. Un interesse così intenso e così totalizzante che a volte rendeva difficile l’avvicinarlo o il lavorarci insieme, anche se poi Fulvio voleva e riusciva a lavorare con tutti, profondamente convinto della necessità di rielaborare il senso della disciplina immettendovi nuove priorità, nuove competenze, prima fra tutte quella ambientale. Convinto anche di dover prendere posizione e dare modo di confrontarsi a tutti: anche per questo aveva voluto che la sezione Trentino di Inu avesse una sua rivista, Sentieri Urbani, come luogo di incontro anche nello scontro. Fulvio ha lavorato, in Inu, per sviluppare e valorizzare la grande risorsa delle aree a parco e di tutela ambientale, per introdurre pratiche di partecipazione con percorsi partecipati, anche di Agenda 21. Temi legati alla mobilità e alla mobilità sostenibile, alla partecipazione, al consumo di suolo e alla densificazione, alle forme di gestione della rendita fondiaria e alle tecniche di perequazione, alla riforma urbanistica: venivano sempre affrontati da lui prescindendo dai luoghi comuni, dalle frasi e dai ragionamenti alla moda, sempre tenendo fermo un solido riferimento all’esperienza del fare. Non prescindeva mai da una visione territoriale ampia, estesa in particolare ai territori alpini contermini. Localmente ma non solo, Fulvio contribuiva attivamente all’attività di Inu nazionale (ha curato e supportato la redazione dei Rapporti dal Territorio Inu), era rappresentante Inu in Cipra dove si è speso con generosità per la diffusione della Convenzione delle Alpi. Ha dato per anni e anni la cifra dell’attività di diffusione, formazione e ricerca dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, costruendo continue collaborazioni con le Istituzioni locali, organizzando pubblicazioni, convegni, corsi di aggiornamento. Nel suo campo Fulvio è stato autorevole, competente e aggiornato. L’Istituto Nazionale di Urbanistica ne onora la memoria e la sezione Trentino si impegna a proseguire l’attività sapendo quanto ciò gli stesse a cuore. Ciao Fulvio Giovanna Ulrici
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