archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa | ||||||||||||||||||||||||||
ANNI: |
|
|||||||||||||||||||||||||
|
Trento, 15 ottobre 2003 “Bestiale” è un termine che l’essere umano utilizza per definire atti irragionevoli che dovrebbero essere caratterizzati da spinte non appartenenti alla specie umana. Il Devoto-Oli definisce così tale termine: degno di una bestia e non di un uomo (con un accento di violenza); e “bestialità” come violenza e brutalità. Sono amante delle parole nuove, quelle coniate dalla fantasia che gioca con le possibilità linguistiche d’esprimere un sentire. E alla luce del progresso di una consapevolezza che ci avvicina alla natura animale delle altre specie, credo altresì che certe definizioni siano proprie esclusivamente della natura umana, e che certi termini dovrebbero perdere la loro valenza negativa nel confronto con gli animali. Perché non è degno di una bestia infierire su un cervo come è stato fatto sabato notte, e l’accento di violenza è del tutto umano. Perché non è degno di una bestia augurare la stessa morte e le stesse sofferenze a chi le ha provocate. La violenza va combattuta e negata di per sé, perché solo così facendo possiamo permetterci di criticarne ogni forma. Gli animali non hanno bisogno di vendetta, perché è così lontana dalla loro natura, ma solo di comprensione totale e di rispetto. Ed il rispetto nei loro confronti non può prescindere da un rispetto anche tra gli esseri umani e di un rispetto anche verbale, perché le parole hanno una storia, seguono il corso della storia e siamo noi a poterne cambiare il significato. Perché il rispetto e la pace sono anche un cammino culturale. |
| ||||||||||||||||||||||||
© 2000 - 2022 |
||||||||||||||||||||||||||
|
|