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Trento, 15 settembre 2012 L’editoriale di Donata Borgonovo Re (Corriere del Trentino di ieri) a sostegno della mobilità sostenibile, esce in contemporanea con il pesante attacco che Provincia e Comune hanno portato al sistema di trasporto pubblico locale. Il Comune di Trento ha tagliato del 10% il servizio urbano di autobus, ma quello che è più grave è che lo ha fatto snaturando lo stesso, abolendo una di quelle che erano state le grandi conquiste della rete torte del 2002, il cadenzamento delle linee, e impoverendo l’offerta di mobilità alternativa. Negli ultimi dieci anni c’era stato un continuo incremento dei passeggeri nel servizio urbano dl Trento, passati da 15 a 22 milioni annui, segnale dell’apprezzamento dei cittadini per il servizio. Nello stesso tempo tutti i nuovi trasportati, oltre 60.000 al giorno, diventavano mancati utilizzatori di macchine, riducendo così il traffico, l’intasamento della città e l’inquinamento. Oggi che la crisi economica e l’aumento dei costi del carburante rendono a molti indispensabile l’uso di mezzi alternativi alla macchina privata, la risposta dell’amministrazione comunale è quella di ridurre il servizio pubblico. E questo nonostante i tecnici della società che lo cura avessero elaborato un piano che, a parità di costi, sentiva un incremento dei servizi. I sindacati, giustamente, hanno fatto presente anche le pesanti ripercussioni che questo e altri provvedimenti assunti dalla Provincia e dal Comune di Trento stanno causando sull’occupazione, con pesante riduzione degli autisti. L’assessore ai trasporti è caduto dalle nuvole, non si è reso conto che gli autisti sono diminuiti e diminuiranno ancora di più, annuncia che la pista ciclabile Trento-Pergine non si può fare, costa troppo, e preferisce accantonare le risorse per il mega-demenziale progetto chiamato Metroland: bucare il Trentino e trasportare chi non ha bisogno di essere trasportato su e giù per le valli a costi insostenibili. Glielo hanno spiegato tutti gli esperti, con dati incontrovertibili. E per fortuna che è stata accantonata l’altra folle idea della linea Val. Intanto a Bolzano, che per anni aveva inseguito Trento sul terreno del trasporto pubblico, realizzando sul modello della Trento-Malè la ferrovia della val Venosta, potenziando la ferrovia della Pusteria, progettando la linea Caldaro-Bolzano, realizzando il cadenzamento su tutta la rete extraurbana, in contemporanea con l’annuncio dei tagli a Trento ha deciso la realizzazione di una nuova linea urbana, l’acquisto di 20 nuovi autobus, l’assunzione di trenta nuovi autisti e la creazione di una nuova importante corsia preferenziale per i mezzi pubblici. Sarebbe bello sapere cosa è stato fatto dagli enti pubblici trentini in questi ultimi anni per favorire le alternative al trasporto privato. Vanni Ceola |
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