Trento, 2 ottobre 2014
LA PRESENTAZIONE
IN QUEL LIBRO TUTTI I SOGNI DI ROSTAGNO
di Vincenzo Calì
dal Trentino di
giovedì 2 ottobre 2014
Folla delle grandi occasioni a Trento, alla Fondazione Cassa di Risparmio, per l'ultima fatica editoriale di Adriano Sofri.
il libro «Reagì Mauro Rostagno sorridendo» è stato presentato, alla presenza dell'autore, su proposta dell'associazione Museo Storico in Trento, dalla Scuola Alexander Langer e dalle librerie Ancora e Papiro. L'incontro ha offerto anche l'occasione per informare che il Centro di documentazione sui movimenti politici e sociali degli anni Sessanta e Settanta, istituito presso il Museo storico, intitolato a Mauro Rostagno pochi mesi dopo il suo barbaro assassinio, ha raggiunto la consistenza di 37 fondi archivistici, di 2 fondi fotografici e di 100 video interviste.
E' così, che nel capitolo “Le vite di Mauro”, Adriano Sofri appunta le sue impressioni di viaggio, speculari a quelle che Peter Schneider appunta in “Lenz”, nel suo coevo viaggio in Italia. Siamo nell'anno degli studenti, e gli universitari della facoltà di Sociologia di Trento danno alla contestazione globale il loro originale contributo: controquaresimale nella città della controriforma, azione esemplare contro il corteo presidenziale di Saragat a Trento per rinverdire il mito della Grande Guerra, università critica cogestita da studenti e docenti.
Sofri rende omaggio a Mauro, l'interprete primo di quella “stranezza trentina”, che a guardar bene stranezza non è, tanto si inserisce nella millenaria vocazione di una terra di confine, in tutti i sensi. Cita Langer, Adriano Sofri: alla celebrazione della «Vittoria del 1918 e ai suoi toni nazionalistici, il movimento degli studenti si opponeva in nome dell'internazionalismo e dell'antimilitarismo... A Bolzano... ad animare la contestazione antimilitarista era il giovane Alexander Langer, fautore allora come sempre di un ponte - “Brücke” - fra l'anima di lingua tedesca e quella di lingua italiana (e la minoranza ladina)». Sentimento allora diffuso fra gli studenti, quello dell'antimilitarismo; come leggiamo in una delle tante lettere del Cdr: «stanno trasmettendo il discorso di Saragat dalla tua città natale. Io penso che sia un insulto alla memoria di quei milioni di giovani di tutta Europa sacrificati sull'altare del dio della guerra parlare di Vittoria...».
Il libro in cui Adriano Sofri racconta del processo per l'omicidio di Mauro Rostagno, e di cui abbiamo voluto sottolineare un passo che richiama luoghi e tempi che ci sono famigliari, è in realtà l'autobiografia di una generazione, dei suoi errori e delle sue straordinarie intuizioni, ed è un omaggio al leader studentesco che più di ogni altro seppe interpretare i mille volti di una società in radicale trasformazione. «Era trionfalista, come noi allora: e anche spaventato e allarmato, come noi. A differenza della maggioranza di noi... sapeva cosa sarebbe successo... Quando salutammo la rivoluzione che non avevamo fatto, e ci salutammo reciprocamente, se ne andò con tristezza ma senza risentimenti».
Così Sofri chiude il capitolo sulle vite di Mauro, che fu secondo nel contingente, come lui stesso amava ribadire, ma Sofri, non inchinandosi al suo volere, lo fa primo nel sogno di un mondo migliore, quello che possiamo intravedere nel sorriso dell'uomo che fu capace di udire anche «il suono di una sola mano».
La giustizia, con la sentenza di condanna dei mafiosi autori dell'omicidio Rostagno, è giunta, anche se con grande ritardo, a ristabilire la verità. Il merito di Sofri è stato quello, seguendo passo passo il processo, di far piena luce con le sue note a margine anche sulla più piccola zona d'ombra. Grazie alla documentazione che il libro di Sofri mette a disposizione, la commissione universitaria incaricata di istruire la “pratica Rostagno” può celermente prendere la decisione che tutti si aspettano.
Vincenzo Calì
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