Roma, 12 luglio 2011
Tremate, i Verdi sono tornati
Travolti dall'era Pecoraro Scanio, gli ecologisti sembravano scomparsi dalla politica italiana. Ora, rilanciati dai referendum, progettano una costituente ambientalista "a metà tra il partito e la società civile". Sognando i Grünen tedeschi
intervista a Angelo Bonelli di Marco Esposito, da l’Espresso di martedì 12 luglio 2011
Roma, quattro del pomeriggio. Nella capitale il termometro segna 35 gradi, negli uffici e nei negozi c'è l'aria condizionata al massimo. In via Salandra, dove c'è la sede dei Verdi, invece fa caldo come fuori, anzi peggio. "Una scelta di salute", spiega subito il leader del partito, Angelo Bonelli. "Troppa aria condizionata fa male". E poi: "Noi di autocritica ne abbiamo fatta molta, altri molta meno, quasi per nulla".
Angelo Bonelli è appunto il segretario dei Verdi. Un partito che tra la fine degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta superava il milione di voti. Poi ha iniziato a scendere nei consensi, fino all'epoca di Alfonso Pecoraro Scanio e alle successive batoste: fuori dal Parlamento nel 2008 (lista Sinistra Arcobaleno), umiliazione alle regionali del 2010 (centomila voti, rischio d'estinzione). Così è iniziata la nuova traversata, guidata appunto da Bonelli: 49 anni a giorni, una vita di impegno ambientalista a partire dalle circoscrizioni a Roma. Con i referendum sull'acqua e sul nucleare, i Verdi sono tornati a farsi sentire, a far parlare di sé: forse troppo presto per parlare di una rinascita, ma certo in tutta Europa e non solo i loro equivalenti crescono molto, specie tra i giovani.
E da noi?
"Abbiamo fatto almeno tre errori", spiega Bonelli. Il primo è stato quello di esserci troppo appiattiti sulla sinistra radicale. Poi abbiamo ceduto troppo alla ricerca della visibilità pensando, erroneamente, che aumentare il conflitto nella coalizione potesse regalarci più consenso. E infine parlavamo troppo per slogan".
A proposito, sa mica dov'è finito Pecoraro Scanio?
"E' tornato a fare l'avvocato. Le scelte che prendeva da segretario, ovviamente, erano collegiali, condivise da tutti. Anche se l'ultima fase, con le inchieste giudiziarie, non ha certo aiutato".
E il sottosegretario Paolo Cento, quello che scendeva in piazza contro il governo di cui faceva parte?
"Cento ora sta con Vendola. E io, oggi, non permetterei mai una cosa del genere. E' una cosa che abbiamo pagato".
Lei invece che cosa combina?
"Stiamo studiando e lavorando. Stiamo costruendo un programma con al primo punto il debito. Si tratta di un capovolgimento del modo di pensare dei Verdi. Le forze ecologiste devono indicare la via per attaccare il debito. Le faccio un esempio: prendiamo la Grecia. Una manovra lacrime e sangue che intaccherà i beni del paese ellenico. La nostra proposta è: creiamo un nuovo fondo europeo per la difesa dei beni comuni".
E come si costituisce questo fondo comune?
"Viene finanziato dagli stati membri. Inoltre questo fondo potrà, per esempio - come scritto da Giuliano Amato - generare ricchezza e con queste risorse dare risposta ai debiti dell'Europa. Inoltre per novembre stiamo preparando una grande novità".
Cioè?
"I referendum e le amministrative non sono state le vittorie dei partiti. Bisogna recuperare e tenere viva la grande spinta civica di questa primavera. Noi stiamo preparando una nuova costituente civica ed ecologista. Sarà una nuova forza, a metà tra il partito e la società civile, il cui nome e il cui simbolo saranno scelti con le primarie".
Chi farà parte di questo percorso?
"Le posso fare tre nomi. Domenico Finiguerra, Vincenzo Cenname sindaco di un paesino del casertano che in tre anni ha incrementato in maniera incredibile la raccolta differenziata (tanto che ha rifiutato di restituirla alla provincia, cosa che ha portato la giunta del comune ad essere sciolta dal ministro Maroni, ndr), e Marco Boschini coordinatore dell'associazione comuni virtuosi. E poi il Wwf Italia, il mondo associativo".
Alle primarie del centrosinistra con chi state?
"Mi sembra prematuro parlare di leader. Bisogna partire dai programmi. Non siamo disposti a firmare cambiali in bianco a nessuno. Per questo prima delle primarie sui leader sono necessarie le primarie sui programmi. Non escludo ci sia un candidato ecologista. In ogni caso il programma va messo nero su bianco. Altrimenti rimane narrazione".
Una frecciata a Vendola?
"Bisogna scegliere 10 punti forti da proporre agli italiani. E quelli vanno rispettati. Mi chiedo perché Vendola a Taranto abbia dato 120 milioni alla sanità privata (a Don Verzè, ndr). Ma anche il Pd è in difficoltà, non è in grado di definire l'alleanza".
Cosa dice ai tre leader del centrosinistra, Vendola, Di Pietro e Bersani?
"Li sfido a fare come Angela Merkel, a ridurre le spese degli armamenti e spostare queste risorse per le politiche sociali".
Tempo fa, durante uno sciopero della fame, lei ha rischiato di compromettere uno dei suoi reni. Tutto per un po' di visibilità in televisione?
"In realtà lo sciopero lo feci dopo la conferenza sui cambiamenti climatici di Copenaghen. C'erano le televisioni di tutta Europa, in Italia non ne parlava nessuno. Da noi muoiono 7-8000 persone per lo smog, e nessuno racconta questa tragedia, anzi si taglia il trasporto pubblico. Non era un problema di visibilità dei Verdi, ma è assurdo che l'agenda mediatica sia dettata da Ruby Rubacuori. Comunque nulla di grave, per un anno e mezzo dovrò prendere una pillola".
Perché i Verdi tedeschi spopolano alle elezioni e in Italia sono sotto la soglia di sbarramento per entrare in parlamento?
"Un po' per le caratteristiche del nostro paese e un po' per colpa nostra. Partiamo dall'etica della responsabilità: noi abbiamo un governo che legalizza l'illegalità. Questo fa venire meno le basi per una forza ecologista. Avere rispetto di ciò che sta fuori casa tua e per le generazioni future è fondamentale, ma la cultura di questo governo devasta questi principi. Noi, come dicevo prima, pur tra la tante cose buone che abbiamo fatto, come il sistema dei parchi di Roma, abbiamo lasciato spazio ad un eccessivo politicismo. Questo è stato determinante per allontanare gli elettori disponibili a dare il voto ai Verdi".
Siete ancora l'ecologismo del "No"?
"Rivendichiamo con orgoglio il no al ponte sullo stretto di Messina e quello sull'Alta Velocità in Val Di Susa".
Rieccovi, nemmeno i treni vi vanno bene.
"Noi siamo favorevoli all'Alta Velocità. Siamo contrari al progetto che si sta facendo in Val Di Susa. E' una follia economica, lo dice anche Burlando, il governatore della Liguria. Costa 20 miliardi a fronte di un contributo di soli due. Esiste già la Torino-Bardonecchia che ha una portata di 32 milioni di tonnellate l'anno, e ne trasporta solo 2,5. Nessuno ha mai risposto a questa obiezione. Ripeto, se le tratte di percorrenza si accorciano noi siamo a favore. Ma questa Tav è inaccettabile".
Quindi, cosa sarà dei Verdi italiani?
"Abbiamo salvato la possibilità che possa esistere una forza ecologista autonoma. Ma il nostro cammino è ancora lungo, l'obiettivo è ambizioso. Vogliamo cambiare lo stile della politica".
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