Trento, 5 settembre 2010
A Trento il presidente dei Verdi, Bonelli:
la cultura di governo ci appartiene
«Forze ecologiste, via alla costituente»
Intervista a Angelo Bonelli
dal Corriere del Trentino di domenica 5 settembre 2010
Una costituente allargata ad associazioni, enti e personalità della società civile per arrivare ad una nuova piattaforma ecologista in Italia. È l’obiettivo che annuncerà oggi, a Trento, il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, presente ieri al dibattito su Inquinamento e metropoli durante il festival Oriente Occidente a Rovereto.
Bonelli, è venuto a Trento per annunciare l’avvio del nuovo corso scelto dai Verdi. Di che si tratta?
«Siamo di fronte ad una svolta storica per i Verdi. Nella prossima settimana daremo il via ad una proposta di costituente ecologista. Un programma di ampio respiro sull’esempio dell’esperienza di "Europa ecologia". Hanno già dato la loro adesione personalità del calibro di Mario Tozzi, geologo e volto noto della televisione, ma hanno detto di sì anche gli economisti Guido Viale, Loretta Napoleoni e il presidente Lipu Giuliano Tallone, tutti impegnati in un appello per una nuova forza ecologista in Italia».
Come procederete nella formazione del nuovo soggetto?
«Mettendo al primo posto il tentativo di superare la forma partito tradizionale. Sarà un movimento su base federativa con l’adesione delle realtà associative. Per rispondere alla grande domanda di partecipazione dei cittadini».
C’è ancora spazio in Italia per una forza politica dichiaratamente ambientalista?
«Oggi più partiti trattano i temi ambientali rispetto al passato, ma solo a parole. I fatti lo provano: basta vedere com’è ridotta l’Italia. Mi riferisco ai piani regolatori invasivi di molte giunte comunali, alle politiche energetiche antiquate. Un esempio su tutti, il ponte di Messina: la stima parla di un costo di 8 miliardi di euro. Con quella cifra si potrebbero acquistare 32.000 autobus ecologici».
Oltre ai temi ecologici, in passato i Verdi si sono stati identificati con le posizioni della sinistra radicale. La sua presidenza, avviata nel 2009, ha aperto una nuova fase cambiando la collocazione del partito. Siete ancora radicali o no?
«Siamo radicali nel dare voce a chi chiede più attenzione per i temi ambientali ed energetici».
Allargando la partecipazione alle realtà dell’associazionismo non si rischia di inglobare anche i comitati del No e della sindrome Nimby, che potrebbero bloccare infrastrutture necessarie allo sviluppo?
«Questo è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore: come ho detto, saremo radicali nella rappresentanza ecologista ma lo faremo tramite una cultura di governo. Saremo quella forza in grado di tradurre in pratica i contenuti contando su una valutazione scientifica, anche aggiornando e innovando in alcuni casi».
I Verdi ripartono dal Trentino Alto Adige, dove hanno una presenza non indifferente nelle istituzioni?
«La scelta del luogo dell’annuncio non è un caso: questa regione è adesso il motore dell’ambientalismo in Italia, anche grazie ai risultati elettorali ottenuti. E non va dimenticato che è la patria di Alexander Langer».
Dopo la definizione della proposta politica, viene quella delle alleanze. Con chi correrete in caso di elezioni anticipate?
«Guardiamo con favore alla proposta del Nuovo Ulivo lanciata da Bersani, che chiude la stagione dell’autosufficienza del Pd. Il programma comune si può costruire su dieci punti chiari, a partire dalla relazione tra lavoro, politica industriale e green economy».
Qual è la valutazione rispetto all’accordo con Casini e con l’Api di cui è coordinatore Dellai?
«Rispetto a Casini, dico bisogna dare la precedenza alla stesura del programma, poi si valuteranno eventuali alleanze. Quanto ad Api, mi sembra un progetto politicista, può evolvere solo con un accordo con Casini per dare spazio a qualcuno dei suoi esponenti».
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