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Molti di noi hanno avuto la fortuna di incontrare e conoscere Stefano in occasione di innumerevoli battaglie condotte insieme in difesa dell'ambiente, della Laguna e di Venezia, sempre con grande coerenza e coraggio, in ogni consesso. Ne ricordiamo solo alcune come quelle contro il MOSE, le Grandi navi, lo scavo dei canali, la TAV a Tessera, o per contrastare tutti quei piani urbanistici intrisi di speculazione e cementificazione. Non è mai mancato anche il suo sostegno e quello di Italia Nostra Venezia alla lotta contro gli inceneritori a Porto Marghera. Movimenti e comitati ecologisti che negli ultimi venti anni, qui nel territorio veneziano o altrove, hanno saputo costruire importanti forme di resistenza e di lotta contro piccole e grandi opere, contro un modello economico e sociale che sacrifica sempre e comunque la vita in nome del profitto, devono enorme gratitudine a Stefano: per tutto l'impegno, la passione, le risorse e le conoscenze che in una intera vita ha saputo mettere a disposizione del bene comune. Ma soprattutto perché, in un momento storico in cui predominava l'idea illusoria del progresso industrialista e sviluppista senza fine e senza limiti, in un contesto in cui parlare di tutela dell'ambiente era considerato una follia, lui insieme ad altre importanti figure, con la loro azione costante e determinata, hanno aperto una breccia fondamentale nel dibattito politico e culturale dell'epoca. Oggi le questioni ambientali e il tema della crisi ecologica e climatica sono all'ordine del giorno, ma non è sempre stato così. Sta a noi ora fare in modo che la critica ecologista diventi la bussola per orientare non solo la resistenza, ma anche la costruzione di un altro mondo possibile e necessario. Un mondo dove non c'è cittadinanza per la guerra e le violenze, basato sulla giustizia sociale, sull'eguaglianza, sulla Pace, sul rispetto della vita e del nostro Pianeta, Pachamama. Ciao Stefano ti ringraziamo per il tuo grande e generoso esempio!
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