archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa | ||||||||||||||||||||||||||
ANNI: |
|
|||||||||||||||||||||||||
|
Il libro raccoglie molti scritti che delineano un ritratto veritiero e a tratti commovente di Sandro Boato, scomparso a Trento il 3 dicembre 2019. Il fratello Marco, noto ex parlamentare, sociologo e leader del movimento studentesco, ha curato in pochi mesi questa preziosa edizione in cui si susseguono le testimonianze di personaggi diversi: familiari, uomini politici, letterati, giornalisti, personalità varie del Trentino e non solo. Nella antologia, ricca di immagini e di ricordi, sono compresi anche alcuni scritti in prosa di Sandro Boato, per lo più introduzioni o commenti alle proprie raccolte poetiche. Sandro, personalità veramente versatile e di talento, era infatti anzitutto un poeta e un traduttore di poesia, che aveva dato alle stampe varie liriche per lo più in dialetto veneziano («lingua doppiamente poetica che si suole chiamare dialetto», scrive Adriano Sofri), ma anche in italiano, spagnolo ed inglese; e che si era dedicato alla traduzione di un centinaio di poeti europei ed americani (del nord e del sud) nei due volumi In forma di parole. In lui assai acuti erano la sensibilità per il fatto linguistico come creatore di senso e il motivo della trasversalità degli echi semantici che si potenzia nell'espressione lirica e nell'intreccio interlinguistico. Giuseppe Colangelo ha dedicato nel libro le pagine più esaurienti per illustrare la inclinazione letteraria di Boato e il suo itinerario poetico nel corso dei decenni, mettendo in luce come la «musa civile» gli abbia dettato molti dei motivi poetici. Nel primo volume di In forma di parole del 2011 Boato cita una osservazione di Paul Klee: «L'arte non ripete il visibile; piuttosto, essa rende visibile». E nell'intestazione del volume, che riporta un significativo «Poetare e pensare», non si può non cogliere un richiamo a quel "pensiero poetico» o «pensiero poetante» che è stato riferito a tanta parte della poesia moderna, e in particolare a Leopardi, e che ispira anche la sua poetica. Ma Sandro Boato è stato anche molto altro, come ben documenta il libro. Soprattutto urbanista e politico. Dalla nativa Venezia (dove era nato nel '38) arriva a Trento e partecipa alla prima coraggiosa stesura, negli anni Sessanta, del piano territoriale voluto dal neo Presidente Bruno Kessler, che aveva chiamato alla rinascita del Trentino i migliori esperti d'Italia e si era avvalso della stretta collaborazione della neonata facoltà di Sociologia. Diverse le pubblicazioni di Sandro su pianificazione territoriale, salvaguardia dei centri storici, parchi naturali e verde urbano. Dall'impegno urbanistico per dare forma moderna al territorio scaturisce in modo diretto l'impegno politico. Sandro Boato viene eletto nel Consiglio Provinciale dal 79 all'83 con la Nuova Sinistra (le sue origini di militanza politica sono con i movimenti del dissenso cattolico e con Lotta Continua), e poi vi torna nel 1988 - 93 con i Verdi, battendosi soprattutto sui temi ambientalisti e sociali. A questa fase appartiene ad esempio il pamphlet Proteggere la terra dagli umani? che ha larga eco e diffusione; a questa lunghissima stagione di impegno politico, mai abbandonato, appartengono anche, accanto agli impegni istituzionali, la presenza nelle strade, i volantinaggi, i contatti e i rapporti con le persone che la figlia Giulia ricorda nelle pagine del libro. Non si può dimenticare di ricordare lo strettissimo legame di Sandro Boato con Venezia. Pur avendo trascorso la maggior parte della vita a Trento ed avendo amato questa città diventata indubbiamente sua, la città lagunare torna incessantemente soprattutto nel segno intimo della lingua poetica. Dai versi iniziali di Co rivo rivo, Tera e aqua, Piovaessol che cantano la bellezza dei luoghi della città e della laguna alle più sconsolate poesie che dicono lo sgomento di fronte al progressivo degrado urbano, all'incuria e all'assalto soffocante del turismo: «procession sensa soste e sensa sal / da l'Asia, da l'Australia, da le Americhe, / ʿsta sità la sta mal / consumada e magnada come pan / e l'anema desfada» e di fronte alla "Metamorfosi" delle acque di Venezia («... Aqua / sta qua xe aqua? /la scola / sbròdega / la spussa / stόmega / la stagna / sόfega // Aqua no aqua / sensa più nome / sensa più vose / e sensa luse / sensa / la trasparensa / aqua sporca / aqua nera / aqua morta / scoassera / aqua gera»).
|
L'ULTIMO SALUTO A SCRITTI, POESIE | ||||||||||||||||||||||||
© 2000 - 2022 |
||||||||||||||||||||||||||
|
|