verdi del trentino
    archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa
ANNI:
  2021 - 22   2019 - 20 2017 - 18 2015 - 16 2013 - 14 2011 - 12 2009 - 10 2007 - 08 2005 - 06 2003 - 04 2000 - 02
torna a precedente    
   

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

      

Trento, 10 dicembre 2004
IL “BESTIARIO MINIMO” DELL’ARCHITETTO VERDE
La mini-strenna dell’ambientalista creata a quattro mani con i dipinti del figlio Matteo, è popolata da animali
che spiegano una morale universale. Ma non manca una dura critica alla caccia

dal Trentino di venerdì 10 dicembre 2004

In quest’epoca dove sembra che nessuno si sottragga dallo scrivere e lo fa a maggior ragione in periodo natalizio, fa piacere ricevere una mini strenna che, sottolinea l’autore, è a mo’ d’augurio per fine anno.

Nient’altro. Niente scopi commerciali, né voglia di autopromuoversi. Ed è per questo che il libriccino di Sandro Boato ci piace. S’intitola “Bestiario minimo”: sono una settantina di pagine che contengono cento favole in cento parole, dove i protagonisti sono, ovviamente, gli animali. Pagine scritte con leggerezza, visto che i racconti non superano la mezza pagina, ma con una dichiarata presa di posizione dalla parte degli animali.

Racconta Sandro Boato, che sulla scena pubblica è noto per la sua professione di architetto e per il suo impegno nel gruppo dei Verdi del Trentino, per i quali è stato consigliere per due legislature (dal ‘78 all’ ‘83 e dall’ ‘88 al ‘93) che lo spunto per scrivere il “Bestiario minimo” è nata da un invito partito dal Domenicale de “Il Sole 24 Ore” nel maggio scorso. La rivista del quotidiano economico proponeva ai lettori di “mettersi nei panni di Esopo” e di scrivere una favola con protagonisti gli animali, che doveva riportare anche, nella tradizione del favolista greco, una morale.

Condizione indispensabile, che il racconto fosse di brevità estrema. Sandro Boato ha accettato la sfida, ed ha inviato alcune favole, che però non sono state pubblicate. A quel punto, pur apparendogli all’inizio impresa ardua riuscire a collezionare una raccolta che potesse trasformarsi in libro, senza ripetersi e senza cadere nel banale, i racconti sono diventati cento. Racconti, dicevamo, che sono dichiaratamente dalla parte degli animali e che, rispettando l’intento programmatico di Esopo, suggeriscono sempre un comportamento etico, che fa apparire le bestie più sagge degli uomini. O meglio, che mette alla berlina vizi e pregiudizi del genere umano.

E da verde coerente, non può mancare la critica, ironica ma ferma, ai cacciatori. «Una critica - sottolinea Boato - che non è ideologica, ma dettata dalla consapevolezza che cacciare non ha più una giustificazione materiale, di sopravvivenza, e che spesso è una pratica che provoca danni ambientali». Come spiega nel racconto “Le poiane”, dove la coppia di rapaci sorvolando il bosco commenta: «Anche oggi dovremo digiunare: il bosco è infittito di schianti, non si vedono più gallinacei in giro, il resto lo requisiscono i cacciatori». E conclude: «Bisognerà accontentarsi di qualche topo o di serpenti, le sole specie in aumento, salvo vivere di insetti o andarsene in cerca di un luogo più ospitale».

I racconti dimostrano insomma una profonda sensibilità per l’ambiente, non solo quello più vicino a noi, popolato di orsi e caprioli, di cani e gatti (e verso quest’ultimi c’è una predilezione particolare), ma anche per quelli più lontani, come l’Africa delle savane, percorsa da tigri, elefanti, rinoceronti e iene.

Completa il libriccino una scelta di dipinti di Matteo Boato, figlio di Sandro, trentatreenne che tra la professione di ingegnere e del chitarrista classico, ha scelto di fare l’artista. E lo fa con notevole successo, visto che, nonostante la giovane età, ha già collezionato varie pagine con elencate esposizioni personali e in collettive. Affermatosi con la serie delle “case danzanti”, il giovane Boato ora ha affinato il segno e ha allargato il suo campo d’azione ai corpi umani e animali, abbozzando espressioni e tratti che sanno cogliere l’essenza stessa dei soggetti: la potenza di un toro, la flessuosità di un gatto.

      

il libro:
bestiario minimo

archivio articoli
dell'autore

sandro boato

altre pubblicazioni
dell'autore in
biblioteca verde

 

   

torna su