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Trentino, 11 luglio 2010 Un milione di firme per l'acqua pubblica. Una campagna referendaria sicuramente nuova e diversa, che ha visto la partecipazione di molteplici forze sociali e politiche all'interno di una piattaforma comune e condivisa. Ma soprattutto una campagna che ha vissuto del sostegno della popolazione che da lungo tempo non partecipava così attivamente e consapevolmente ad una lotta dal basso per la riappropriazione di un diritto inalienabile e di un bene comune, come l'acqua. La campagna referendaria “L’acqua non si vende” lanciata il 25 aprile scorso a livello nazionale, dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, ha registrato un risultato che ha superato ogni aspettativa: le firme raccolte hanno raggiunto il milione. A questa battaglia ha contribuito significativamente anche il Trentino, che grazie alla straordinaria partecipazione della popolazione è riuscito a raccogliere e a spedire al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua oltre undicimila firme, superando di gran lunga l'obiettivo fissato per la nostra provincia. Dal lancio della campagna, simbolicamente fissata il 25 Aprile per chiedere la “Liberazione dell'acqua”, si è costruita su tutto il territorio trentino una rete, che nelle settimane di raccolta firme, si è sempre più allargata. Una rete che ha coinvolto in prima linea cittadini consapevoli ed entusiasti, che si sono riuniti spontaneamente e si sono resi disponibili durante tutta la fase di raccolta firme e soprattutto durante le fasi, dure ed impegnative, di certificazione delle firme raccolte. Un lavoro impegnativo, che non ha dissuaso coloro i quali si sono impegnati in questa lotta, a continuare ad impegnarsi fino alla fine, affinché lo sforzo iniziale si realizzasse come una vittoria a livello sociale e come chiaro messaggio a livello politico. Ma la lotta per la riappropriazione della reale capacità decisionale in merito alla gestione dei servizi idrici non si ferma qui. La campagna ha solamente concluso la prima fase in cui con forza è emersa la voce delle cittadine e dei cittadini, decisi nel difendere l'accesso ai propri diritti e a ribadire che “l'acqua è un diritto, non una merce”. Ci aspetta ora un anno intenso di organizzazione, di informazione e confronto in cui saremo tutte e tutti chiamati a continuare a diffondere questo messaggio affinché si raggiunga il quorum al momento del voto. Inoltre crediamo che la lotta per la ripubblicizzazione dell'acqua sia solo il primo passo per l'elaborazione e la sperimentazione di nuove forme di democrazia partecipativa e dal basso, per la riappropriazione non solo formale ma sostanziale della capacità decisionale, laddove la politica istituzionale risponde e si sottomette ad interessi economici e speculativi. Affermiamo oggi che l'acqua è un diritto e non una merce, ma guardiamo al domani con la consapevolezza che un altro mondo e un diverso ordine sociale siano possibili e che la lotta per la riappropriazione di ciò che è nostro è solo all'inizio. Comitato Promotore
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