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Rovereto,  10 agosto 2013
Ruggero Pozzer interroga in Comunità di Valle:
deturpato uno degli scorci più suggestivi dei dintorni della città 

Lo scempio della discarica a S.Antonio
Ruggero Pozzer: Sarà anche sicura e controllata ma è nel posto sbagliato.
Va chiusa al più presto e l’intera area rinverdita a cancellarne l’impatto

dal Trentino di sabato 10 agosto 2013

«La valle di Terragnolo è deturpata da una discarica: cosa si intende fare al riguardo?»: a chiederlo, in qualità di consigliere e capogruppo di “Per la nostra terra – Verdi – Ecologia e società” in Comunità di Valle, è Ruggero Pozzer, che si riferisce a una zona di assoluto rilievo in Vallagarina sia per la bellezza paesistica che per i richiami alla tradizione storica locale, ossia quell’area che si inerpica dal ponte di San Colombano sino alla Val Gulva sul Pasubio.

Teatro del “pugno in un occhio”, in particolare, è la prima parte, fino alla chiesetta di Sant’Antonio Abate in località Fucine, poco a monte dell’abitato di Ca’ Bianca e non lontano dal centro storico di Rovereto: un tratto suggestivo, quello detto “Ai laghetti” (traendo il nome dalle pozze e dalle anse che il torrente forma nel suo percorso), che è intensamente frequentato nella bel stagione, quando chiama a raccolta centinaia di persone che arrivano da tutto il circondario per rinfrescarsi e riposarsi godendo delle acque del Leno. In barba a tutto questo, ecco la discarica e il suo impatto straniante. «La segnalazione del problema in questione – afferma Pozzer – mi è giunta da più parti, appunto da coloro che nei mesi scorsi hanno frequentato il luogo.

Quanto sollecita un necessario intervento è la presenza in loco di una discarica di materiale inerte. Non nascosta o mascherata, ma in primo piano a deturpare irrimediabilmente l’incanto del luogo. Sulla riva opposta alla chiesetta di Sant’Antonio si staglia una rampa di detriti che calano tra mattoni, onduline e coppi rotti sin quasi all’invaso torrentizio. Ho risposto ai miei interlocutori affermando che si tratta di materiali inerti e dunque si spera non inquinanti e che è necessario fornire a chi lavora in edilizia la possibilità di scaricare le risulte».

“Ma perché proprio qui, a deturpare questo angolo?!”, gli è stato controbattuto, col consigliere che non è più stato in grado di controbattere. Tant’è che interroga l’amministrazione comunitaria per sapere se sia a conoscenza della situazione e se abbia intenzione di informarsi prezzo le amministrazioni interessate e riferire sullo stato e il termine di utilizzo, l’eventuale chiusura del sito e i tempi e i modi del necessario piano di riadattamento con bonifica, in modo da restituire la dignità paesistica al luogo.

Nel frattempo la situazione rischia pure di vanificare o comunque sminuire la generosità e l’impegno di molti che hanno permesso nel 1999 il completamento del restauro della chiesetta sotto l’abitato di San Nicolò, dove un bel ponte in pietra a tre campate attraversa il torrente: «La chiesetta, dedicata a Sant’Antonio Abate, il ponte in pietra e il contesto circostante, ben tenuto e curato, rappresentano nell’insieme – conclude l’esponente verde – un quadro di rara bellezza in un contesto che, come già detto, è ben frequentato».

Anche se ogni comune ha il dovere anche morale di predisporre luoghi per lo smaltimento dei propri rifiuti inerti, pare difficile credere che in tutto il territorio di Terragnolo non se ne potessero trovare di più facili da raggiungere e meno delicati paesaggisticamente.

 

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