bonelLI: «Il pericolo
È chi pensa
che la tutela dell’ambiente
sia 'vintage'»
Angelo Bonelli della lista Insieme è intervenuto nella notte del 18 gennaio all’interno della trasmissione “Linea Notte” e ha spiegato con chiarezza quali siano alcune delle motivazioni per le quali durante le elezioni del 4 marzo bisogna votare per la lista “Insieme”: “Siamo gli unici a parlare di ambiente, mi permetto di parlare al plurale perché mi sento di far parte di una comunità, quella comunità di ecologisti ed ecologiste, uomini e donne che in questo paese combattono per il diritto alla salute, all’ambiente, per il futuro delle generazioni che verranno. Temi che sono assolutamente assenti nell’agenda di questo Paese e purtroppo anche dell’informazione. Parlare di ambiente significa parlare di quei sei milioni di cittadini che oggi vivono in quelle aree altamente inquinate”.
Dichiara l’ecologista tra i fondatori della lista Insieme che prosegue “Vogliamo rappresentare e abbiamo fatto battaglie in nome del popolo inquinato, per liberare le città dalle morse del traffico che secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente purtroppo nel nostro paese novanta mila persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento: noi vogliamo costruire una prospettiva di conversione ecologica che dia una risposta al tema dei cambiamenti climatici, contrastare l’illegalità: quello dell’ambiente è un tema che rispetta i cittadini onesti che seguono le leggi. Ad esempio pensiamo all’abusivismo edilizio, pratica a cui molti partiti tendono a strizzare l’occhio tramite i condoni edilizi e poi ci sono tante persone che si pagano la casa e rispettano le leggi questa è la comunità che intendiamo rappresentare”.
Chiesta una sua opinione sul ritorno in campo di Silvio Berlusconi, Bonelli dichiara fermamente: “Penso che gli italiani conoscano bene Silvio Berlusconi. Ha fatto proposte roboanti che costerebbero al nostro paese decine di miliardi, di cui le coperture non sono assolutamente note. Al contrario però è nota la sua capacità di fare promesse su promesse: ad esempio qualche giorno fa parlava di recuperare l’evasione fiscale. Devo dire che è singolare che Berlusconi parli di recuperare l’evasione fiscale lui che è stato condannato per frode fiscale con condanna e sentenza definitiva. Penso che gli italiani sappiano con molta serenità chi sia Berlusconi, però penso sia doveroso parlare di questo aspetto della non credibilità di chi oggi fa questi tipi di proposte solo per cercare di incantare, quando gli italiani hanno capito chi è stato e cosa ha rappresentato Silvio Berlusconi cioè portando lo spread a cinquecento punti, rappresentando un problema serio per l’economia.".
Poi è il momento di parlare del programma, all’interno di quello della lista Insieme ci sono dei punti condivisi con il Partito Democratico, ma certamente la lista di ispirazione ulivista cerca di rimettere al centro dei discorsi politici il tema ecologia e più in generale quello della sostenibilità e nello spiegare questi passaggi Angelo Bonelli dice: “Noi abbiamo temi in cui esiste una sostanziale diversità con il Partito Democratico, quando per esempio noi parliamo di conversione ecologica nel settore della politica industriale dell’auto. Siamo lieti della notizia di due giorni fa in cui abbiamo appreso che finalmente Marchionne ha cambiato idea sull’auto elettrica. Non possiamo negare però che ha avuto delle responsabilità enormi da questo punto di vista perché la Fiat non ha fatto investimenti in questo settore. All’interno del nostro programma ci sono elementi che non sono presenti nella politica in generale, il tema dell’ambiente e il tema dell’ecologia è assolutamente scomparso, è necessario riportarlo al centro come elemento fondamentale anche dalla parte della politica degli investimenti. Si tratta di una serie di politiche che coinvolgono la vita delle persone ad esempio quelle per la prevenzione da rischio sismico, dal rischio idrogeologico o sul tema dei trasporti, per il trasporto per i pendolari sono sono necessari investimenti. Se per noi parlare di questo è un elemento di grande novità, si tratta invece di una normale routine in altri Paesi d’Europa ma è un argomento purtroppo espulso dall’agenzia politica del nostro Pease. Tra i nostri candidati ci sono tanti tanti giovani e guardiamo ad un mondo di giovani che sono molto attenti alla questione del cambiamento climatico che ha in se una questione morale molto forte sul futuro. Su questo noi siamo convinti di poter rappresentare all’interno del centro sinistra, un’alternativa valida per chi non volesse votare il Partito Democratico, per votare quindi una prospettiva ecologista di ispirazione ulivista che che ha fatto molto bene al Paese. Ed è doveroso ribadirlo, oggi noi vediamo dei frutti di quando i Verdi sono stati al governo: se oggi l’Italia è produttrice ed è una dei leader nella produzione di energia fotovoltaica in Europa, lo si deve a noi, perché abbiamo introdotto elementi di capacità e di cultura di governo.”.
Bonelli in fine risponde all’on. Sisto, controparte del confronto a “Linea Notte”, il quale ha definito il tema ambientale come “vintage”: “Noi facciamo la nostra battaglia per porre al centro i nostri temi – afferma l’ecologista – e l’intervento dell’onorevole Sisto lo dimostra, perché quando un parlamentare sostiene che l’ecologia sia un tema vintage allora è un pericolo. Sostenere che il tema della tutela dell’ambiente e diritto alla salute in un momento in cui vediamo quello che accade nel pianeta, è chiaro lo spartiacque perché ci tengo a sottolineare che ciò che noi vogliamo proporre con grande forza è avviare un processo sereno ma necessario di transizione ecologica che anche le grandi industrie stanno iniziando a comprendere l’importanza del tema della sostenibilità ambientale che è anche fondamentale per dare occupazione. Come tutti anche noi ci poniamo il problema dei posti di lavoro, ma sappiamo che il tipo di sviluppo proposto dal centrodestra fino ad oggi non ha ottenuto questa grande espansione economica prevista. Al nostro Paese si possono dare centocinquemila posti di lavoro, tramite l’investimento in realtà economiche sostenibili e dare così lavoro a tanto giovanie queste sono le priorità della lista Insieme”. Così si conclude l’intervento di Angelo Bonelli.
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Entro il 2030
rifiuti in plastica
biodegradabile
di Monica Frassoni
co-presidente del partito
dei Verdi Europei*
Martedì 16 gennaio la Commissione Europea ha presentato la sua prima Strategia sulla plastica, che si prefigge l’obiettivo finale di ridurre l’impatto dell’inquinamento legato alla produzione della plastica, un passo necessario e imprescindibile per raggiungere una piena transizione verso una economica circolare.
Questa strategia prevede che entro il 2030 tutti i rifiuti in plastica saranno biodegradabili e riciclabili e vi farà seguito una proposta legislativa a maggio di quest’anno per limitare l’utilizzo di sacchetti monouso, microplastiche e oxoplastiche. Questa proposta legislativa verrà poi presentata al Parlamento Europeo e al Consiglio della UE: è proprio nel Parlamento, però, che la battaglia si gioca davvero, perché tradizionalmente è questa istituzione che sostiene le opzioni più ambiziose (come dimostrato dai due importantissimi voti di ieri sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica, che hanno posto il nuovo target per il 2030 al 35%, che non è molto, ma è di più di quello proposto dalla Commissione e molto al di sopra di quello accordato dai governi).
La Commissione ora alza la posta nel riorientamento delle proprie politiche per contrastare il cambiamento climatico. Ovviamente questa strategia rimane limitata (ad esempio, contempla solo la riduzione – e non l’eliminazione – dei sacchetti monouso, né prende in considerazione azioni efficaci per separare le sostanze più nocive contenute nelle plastiche), però è decisamente un passo nella giusta direzione, così come non possiamo che essere d’accordo con l’istituzione di dispositivi di raccolta e riciclo dei rifiuti nei porti di mare per evitare che vengano lasciati a mare, e con l’ambizione di creare un “mercato unico per il riciclo”.
La battaglia contro l’inquinamento da plastica raggiunge cosi una tappa importante: la Commissione ha aperto una consultazione pubblica fino al 12 febbraio, con l’obiettivo di ricevere riscontro e opinioni da tutti gli stakeholder coinvolti: sicuramente si faranno tutte le lobbies e le associazioni e questo è un bene.
Ed è proprio questo ruolo in questa battaglia che l’Italia non deve assolutamente lasciarsi sfuggire: abbiamo un ruolo di primo piano, abbiamo anticipato tutti sulla legislazione sulla plastica e siamo il secondo paese in Europa – dopo la Germania – per la green economy, grazie anche piccole e medie realtà che ci hanno portati nell’eccellenza delle imprese “verdi”. Non possiamo e non dobbiamo perdere questa leadership, cedendo alle lobby energivore e dei fossili che vorrebbero non ci fossero alternative – che invece abbiamo già – a un modello economico inquinante, insostenibile e destinato a rimanere fuori dai giochi dell’innovazione e della crescita. |
Migliorare la
qualitÀ della spesa
È necessario
anche per eliminare
l’attuale livello
di disuguaglianza
di Giulio Santagata
Le spese fiscali sono tutte quelle detrazioni, crediti di imposta, esenzioni o riduzioni di base imponibile o di imposta che determinano minori entrate per le casse pubbliche e vantaggi fiscali per specifici gruppi di contribuenti. Sono strumenti alternativi a programmi di spesa che sono stati adottati per perseguire determinate politiche pubbliche.
Il problema è che è una giungla: non si conosce esattamente il numero delle misure, il costo, l’efficacia ai fini della realizzazione delle politiche pubbliche per le quali le spese fiscali sono state adottate. Per molte non si conosce neanche il numero dei beneficiari. Secondo il Rapporto 2016 dell’Ufficio Valutazione d’Impatto del Senato, del 42 per cento delle misure (per un costo complessivo di circa 20 miliardi di euro) non si conosce il numero dei beneficiari, mentre di quelle di cui il numero si conosce, i dati non sono più confortanti, 35 misure hanno meno di mille beneficiari, 21 tra mille e 10 mila, 32 tra 10 mila e 30 mila, su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti e su milioni di imprese. Il Rapporto ha censito per il 2016 825 misure e sommando quelle di cui è noto il costo raggiunge una somma di 76,5 miliardi.
Da anni l’Ocse, il Fondo Monetario e l’Unione Europea suggeriscono all’Italia d’intervenire sulle spese fiscali, per rendere il sistema più semplice e più trasparente e il prelievo più equilibrato.
La lista “Insieme”, d’ispirazione ulivista che alle prossime elezioni si presenta alleata con il Pd, ha messo al centro delle sue proposte una riflessione seria sulla necessità di cominciare a disboscare questa giungla partendo dai provvedimenti il cui valore è inferiore a 500 milioni, il cui impatto non è generale. Complessivamente si tratta 10,5 miliardi di euro che proponiamo di destinare per 2 miliardi ai fondi per la lotta contro la povertà e per 8,5 miliardi all’aumento degli assegni familiari.
La crisi demografica e l’invecchiamento della popolazione sono, infatti, problemi enormi per l’Italia e le politiche di sostegno alle famiglie con bambini sono inadeguate. Per questo noi proponiamo di rafforzarle sostanzialmente dando un supporto concreto e non marginale, facendo tutto ciò senza aumentare la pressione fiscale.
Questo dovrebbe essere il primo passo, il secondo è quello di aggredire le spese fiscali di cui non si conosce il numero dei beneficiari – sono oltre 20 miliardi di euro – da destinare, sempre senza aumentare la pressione fiscale, all’aumento della no tax areaed alla riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro.
Ci saranno molte piccole ma agguerrite lobby da scontentare, ma siamo convinti che quei mille rivoli che vanno a premiare interessi particolari sia meglio destinarli a politiche di interesse generale per costruire una società più coesa, meno diseguale e più competitiva. E anche, perché no, per avere un fisco più semplice e più giusto. |