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Trento, 15 aprile 2015 Non può che destare preoccupazione il consenso crescente attorno a Matteo Salvini e soprattutto alle sue idee sui migranti e i Rom. Eppure, basterebbe guardare come stanno le cose con onestà intellettuale per capire che, se in Italia le cose vanno male, non è certo colpa dei Rom che vivono nel nostro Paese o di coloro che fuggono dalle guerre e dalla povertà. L'italiano, infatti, dovrebbe fermarsi un attimo e riflettere sull'assurdità di prendersela con chi sbarca sulle nostre coste se non arriva a fine mese. Un siriano che scappa dai bombardamenti dell'esercito di Assad o dai kalashnikov dei jihadisti di Isis che paga migliaia di dollari per sé e per la propria famiglia per imbarcarsi su un gommone e rischiare di morire nel Canale di Sicilia, cosa diavolo c'entra con il lavoro che non c'è? E, quale padre non scapperebbe, facendo leva su tutte le risorse a disposizione, per salvare i propri figli dalla mano folle e sanguinaria dell'estremismo religioso? Questa gente, tra l'altro, non può definirsi "clandestina", non nasconde le proprie generalità nel momento in cui approda a Lampedusa e quando qualcuno dice loro di tornare a casa, e proprio quello che vorrebbero, se potessero. Che dire, poi, dell'assurdità di concentrare sugli 80mila Rom l'insicurezza di 60 milioni di italiani (dimenticando che anche la maggioranza di loro lo è). La verità è che la Lega sta cercando di trovare un capro espiatorio per individuare concretamente la rabbia degli italiani. Una mossa subdola e propagandistica. E, invece, bisognerebbe prendersela con chi è causa del male e non con i suoi effetti. Gian Piero ROBBI |
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