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Trento, 5 aprile 2009 È una lista per metà rosa, la lista dei Verdi: 50 candidati, 25 donne. Il record di queste elezioni. All’insegna delle pari opportunità, «perché una società per funzionare deve avere una rappresentanza paritaria», sottolinea Fabrizia Bort, già segretaria dei Leali, «la nostra è una società dove la violenza nei confronti dei più deboli rimane nascosta». «C’è ancora molto da fare per Trento. Insieme», recita lo slogan scelto dai Verdi. Ambiente, sviluppo sostenibile, urbanistica, cultura le priorità del programma, insieme alla sicurezza, intesa non in termini polizieschi ma come risultato delle politiche sociali, del welfare, della giustizia e dell’integrazione sociale. Dieci le idee verdi per Trento: una città europea, ponte tra le diverse culture, ma anche una città delle Alpi, che valorizza la propria identità alpina; una città del lavoro, del turismo e dello sviluppo sostenibile, dove i giovani diventino una risorsa per il futuro; Trento dovrà svilupparsi come centro della cultura, dell’università e della ricerca; ma sarà anche una città attenta ai problemi ambientali, alla mobilità sostenibile, alla raccolta differenziata dei rifiuti, all’energia rinnovabile; infine sarà una città dove vengono rispettati i diritti civili, la laicità, la libertà religiosa, una città della pace, della convivenza e della solidarietà. «Un programma che parla alla gente - dice Lucia Coppola, consigliera uscente - non un libro dei sogni. Un programma fatto da persone con intenti chiari e con tante e diverse professionalità». Marco Boato, segretario provinciale, insiste sul tema della sicurezza: «Si è fatta tanta demagogia su questo tema, creando paure e fobie nelle persone. Il nostro obiettivo va in direzione opposta: puntare sulla solidarietà e sull’integrazione sociale». In lista 7 cittadini di origine straniera. Cari ad Aldo Pompermaier, assessore uscente, i problemi legati alla mobilità, ai rifiuti e all’energia: «Diciamo no all’inceneritore e sì all’energia rinnovabile per edifici pubblici e privati. Oltre 30 mila persone fanno la raccolta porta a porta e a breve si raggiungeranno le 50 mila, metà della popolazione di Trento». Infine il piano della mobilità, «bloccato dalla miopia politica dell’opposizione, ma che ridurrebbe i costi in termini economici e ambientali». |
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