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Trento, 1 novembre 2008 Fa davvero specie che il signor Giuliana utilizzi i feti abortiti per farsi campagna elettorale portando fiori al cimitero nello spazio a loro riservato. Non c’è alcuna pietas umana in questo gesto e proprio perché non è rivolto a chi, veramente, queste sofferenze le ha patite: Le donne! Cosa ne sa lei di che situazioni stanno dietro a ogni aborto e che sofferenze ha provocato anche la decisione stessa? Non le sembra quantomeno indelicato utilizzare per scopi propagandistici un argomento che, al di là delle convinzioni religiose, tocca nell’intimo solo la coscienza del singolo? La scienza stessa non sa dare risposte certe sulla definizione di aborto ed è quindi inaccettabile che sia continuamente definito come un assassinio e cavalcato come una crociata ogni volta che si presenta una turnata elettorale. Mi sgomenta pure che un gesto come quello di Giuliana abbia trovato spazio con tanto di foto su un quotidiano locale dei più letti perché il messaggio che passa è di pieno avvallo sia nell’immagine che nella sostanza. Non accetto lezioni di moralità da chi ha simpatie naziste e da chi sostiene candidati che dichiarano di considerare Hitler uno dei più grandi statisti mai esisti. Ricordo gentilmente che questo «grande statista» ha ucciso barbaramente sei milioni di persone. Forse sarebbe meglio che i suoi fiori andasse a deporli sulla tomba di una di queste vittime accettando che le donne o le coppie che scelgono l’aborto ne hanno il diritto e rispondono solo a loro stesse e alla loro coscienza. Lo stesso movimento di aiuto alla vita dovrebbe prendere le distanze dalle azioni di Giuliana limitandosi a dare risposte concrete e supporto a chi lo chiede scegliendo una soluzione diversa dall’aborto. Non esiste chi vuole l’aborto e chi no, è una chiave di lettura fuorviante che continua a creare conflitti, contrapposizioni e demagogia! Esiste il diritto alla scelta che. qualunque essa sia, permetta alle donne di essere tutelate e di non correre rischi per la propria salute. Lo stato deve limitarsi a salvaguardare i propri cittadini legiferando correttamente e laicamente, il risvolto religioso ed etico riguarda solo il singolo e non deve essere motivo di strumentalizzazione come in questo caso. C’è stato un referendum circa trent’anni fa ed il risultato è stato epocale proprio perché, come nel caso del divorzio, i cittadini non hanno ragionato in termini personalistici ma nell’interesse della democrazia e della libertà di scelta. Fabrizia Bort |
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