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ELEZIONI COMUNE DI TRENTO 8 MAGGIO 2005 Trento, aprile 2005 Negli ultimi 15 anni anche la nostra città ha subito un mutamento sociale enorme. Che cosa possiamo fare per rendere queste diversità comprensibili ai cittadini? Quali possono essere le azioni che un Amministrazione comunale può attuare per rendere più facile l’avvicinamento alla conoscenza di queste diversità? A volte non si comprende che cosa vogliono questi stranieri, che si esprimono in un italiano stentato e ci si chiede con fastidio, che cosa vorranno? La persona straniera adulta lavora per il sostentamento della propria famiglia e non ha certo il tempo per studiare la lingua del paese dove vive e lavora, quindi anche compilare un semplice modulo per la residenza, diventa difficile. Che cosa può fare un Comune? Alcune cose semplici ad esempio: L’amministrazione attraverso l’anagrafe potrebbe fare un breve censimento delle varie componenti “linguistiche” presenti sul territorio, verificando quali sono quelle presenti sul proprio territorio ed attivarsi per la traduzione dei moduli di uso comune, nelle stesse. Il mondo dell’immigrazione è composto di una miriade di culture e abitudini diverse, delle iniziative culturali appropriate. Cercare un contatto con le varie associazioni che queste comunità costituiscono anche nelle nostre città. Piccoli accorgimenti, facilmente realizzabili che possono portare i cittadini a comprendere reciprocamente le “diversità” presenti nelle nostre città e paesi. Mettersi a volte nei loro panni, potrebbe essere istruttivo. Se noi pensassimo agli emigrati che dal Trentino alla fine dell’800 si sono sparsi in tutti gli angoli del mondo, ci ricorderemmo come alla fine di quel secolo, anche la nostra terra non era in grado di dar da mangiare ai suoi abitanti e chi se n’è andato, ha dato l’opportunità a chi è rimasto di sopravvivere e di portare il benessere nelle nostre case. L’immigrazione presente avviene in più fasi. La prima fase dell’immigrazione avviene normalmente attraverso lo spostamento di singole persone che cercano il riscatto economico lontano da casa, la dove è possibile migliorare la loro condizione economica. In una seconda fase si cerca il ricongiungimento con la famiglia d’origine e le successive problematiche che questo comporta. Fino a quando la percentuale di stranieri è abbastanza bassa, non ci si accorge della loro presenza, nel momento in cui ci s’imbatte quotidianamente nella loro presenza, ci si accorge che hanno abitudini e culture diverse, se non si conoscono queste abitudini, ci si spaventa e nascono le paure delle varie simbologie quotidiane, la paura della diversità in tutti i suoi aspetti. Un’amministrazione comunale può fare molto in questo senso, in quanto è quella più vicina al cittadino e alla quale il cittadino si rivolge per risolvere i problemi quotidiani. Che cosa si può fare per la convivenza? Maddalena Bonat TESTO ARTICOLI |
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