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Trento, 9 febbraio 2008 1. La fine traumatica della legislatura ha interrotto il profondo impegno del Governo Prodi nel risanamento economico-sociale, dopo il disastro provocato dal Governo Berlusconi, e ha impedito di proseguire la concertazione con le parti sociali per arrivare ad una consistente redistribuzione a favore dei salari da lavoro dipendente e delle categorie più deboli e svantaggiate. Anche sul piano ambientale erano stati conquistati, nell'ultima legge finanziaria, importanti obiettivi energetici ed ecologici, la cui realizzazione ora rimane bloccata o gravemente compromessa. Le difficoltà incontrate dal Governo Prodi sono state soprattutto determinate dalla instabilità provocata dalla legge elettorale Calderoli al Senato, mentre alla Camera il Governo ha sempre goduto di una ampia maggioranza, ed era stata anche avviata una importante riforma costituzionale in materia di forma di governo, di riduzione del numero dei parlamentari e di superamento del bicameralismo perfetto. 2. Del resto, mentre fin dall'inizio Rifondazione comunista aveva immediatamente espulso il senatore Turigliatto, dopo che aveva votato contro il Governo Prodi, ed altrettanto avevano fatto i Comunisti italiani con il senatore Rossi, il Partito Democratico si è ben guardato dall'espellere la senatrice Binetti quando aveva negato la fiducia al Governo Prodi sul decreto-legge sulla sicurezza. Inoltre, il primo transfuga al Senato dalle file del centro-sinistra era stato il senatore De Gregorio, eletto nelle liste dell'Italia dei valori e passato al centro-destra già all'inizio della legislatura. Per quanto riguarda i Verdi – talora sottoposti ad un vero e proprio linciaggio mediatico – hanno sempre votato in modo solidale con la maggioranza sia alla Camera che al Senato ed hanno espresso fino all'ultimo il proprio sostegno a Prodi, rinnovato anche dopo l'apertura formale della crisi di governo nelle consultazioni al Quirinale. 3. 4. Di fronte alla scelta del Partito Democratico di collocarsi sempre più nell'area di centro, da contendere alle formazioni del centro-destra, assume una grande importanza la scelta di dar vita alla alleanza politica “la Sinistra – l'Arcobaleno”, per mantenere viva e vitale la prospettiva di cambiamento dell'ecologismo politico e della sinistra. Le semplificazioni e banalizzazioni giornalistiche sulla “cosa rossa” o sulla “sinistra radicale” non tengono conto che il documento costitutivo de “la Sinistra – l'Arcobaleno” è improntato non ad una logica antagonistica, ma ad una “cultura di governo” sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Senza questa nuova alleanza politica, dopo la nascita del Partito Democratico e la scomparsa di Margherita e DS sul piano nazionale, sarebbe stato impossibile continuare a far vivere le ragioni storiche della sinistra e dell'ecologismo politico nel nostro Paese. 5. I Verdi del Trentino propongono ai Verdi-Grüne-Vërc dell'Alto Adige/Südtirol, a Rifondazione comunista, al Partito dei comunisti italiani e alla Sinistra democratica di questa regione, in vista delle imminenti elezioni politiche del 13-14 aprile 2008, di dar vita ad una lista unitaria e plurale per la Camera dei deputati e di affrontare insieme la peculiarità del sistema uninominale maggioritario per il Senato della Repubblica, ancora in vigore nel Trentino-Alto Adige/Sütirol. 6. Questa proposta tiene conto sia del fatto che la legislatura attuale si è conclusa traumaticamente dopo meno di due anni di vita (a fronte della durata costituzionalmente prevista di cinque anni), sia dell'imponente mole di iniziative politico-parlamentari realizzata da Marco Boato nei soli due anni di legislatura (molte proposte di legge, di cui numerose approvate, tra cui la riforma costituzionale in materia di pena di morte, interpellanze, interrogazioni, mozioni, innumerevoli interventi in Aula e in Commissione affari costituzionali: lavoro parlamentare sul quale, tra pochi giorni, sarà pronto un dettagliato “rapporto agli elettori” da fornire all'opinione pubblica e da utilizzare in campagna elettorale), sia del fatto che i Verdi costituiscono la forza politica con maggiore consenso elettorale nella circoscrizione regionale tra le quattro costitutive dell'alleanza “la Sinistra – l'Arcobaleno”. Nel suo insieme la lista per la Camera dei deputati potrebbe essere composta da tre candidati verdi (uno del Trentino e due dell'Alto Adige/Südtirol), da tre candidati di Rifondazione comunista (due del Trentino e uno dell'Alto Adige/Südtirol) da due candidati dei Comunisti italiani e da due candidati della Sinistra democratica (uno per ciascuna provincia per entrambe le forze politiche). Le candidature dovrebbero essere individuate in modo da garantire complessivamente la parità di genere (cinque donne e cinque uomini) e da vedere rappresentata la pluralità dei gruppi linguistici (almeno un candidato di lingua tedesca e un candidato di lingua ladina). A tale proposito è necessario esigere a livello nazionale che venga depositato al Ministero dell'Interno anche un simbolo trilingue della lista “la Sinistra – l'Arcobaleno”, da utilizzare per la circoscrizione Trentino-Alto Adige/Südtirol. 7. Nella sciagurata e irresponsabile ipotesi che tale accordo unitario e plurale per il Senato venga rifiutato o comunque non si realizzi, le forze politiche che danno vita a “la Sinistra – l'Arcobaleno” si impegnano a presentare un proprio candidato (o una propria candidata) in ciascuno dei sei collegi uninominali per il Senato. 8.
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