Trento, 15 novembre 2016
REFERENDUM
I Verdi bocciano
la riforma Boschi
«Diminuisce i diritti
dei cittadini»
dal Corriere del Trentino
di martedì 15 novembre 2016
«La riforma costituzionale ci pone dinnanzi una netta diminuzione dei diritti di partecipazione democratica dei cittadini». Le conseguenze prospettate da Marco Boato sull’approvazione delle modifiche alla Costituzione hanno la capacità di allarmare.
«I Verdi sono per il “no”» ribadisce l’ex parlamentare, oggi membro dell’esecutivo nazionale del partito, che ieri ha illustrato il documento che elenca le ragioni per cui apporre un voto sfavorevole sulla scheda referendaria. Un testo che «entra nel merito», come sottolinea lui stesso: affermare che quello introdotto sarà un Senato delle autonomie territoriali sarebbe «una balla gigantesca», si deve tener conto che al referendum sarebbe «strettamente connessa» la nuova legge elettorale entrata in vigore lo scorso luglio e infine la modifica del Titolo quinto porterebbe a un «riaccentramento delle competenze» nell’ordine dell’«80% per le Regioni a statuto ordinario».
Nei tre fogli che compongono il documento si spiega innanzitutto che «nel referendum deve prevalere esclusivamente il giudizio sulla riforma costituzionale» e quindi è «sbagliato e inaccettabile» che esso «venga tramutato in una sorta di plebiscito a favore del presidente del Consiglio Renzi e del suo governo».
Il superamento del bicameralismo paritario, considerato un «obiettivo pur condivisibile», è però «stato realizzato in modo confuso e pasticciato» con delle modalità di elezione che «appaiono inaccettabili e contraddittorie» e con i cittadini che «sarebbero espropriati del loro potere sia di elettorato attivo che passivo». Barriere e limiti a cui si aggiungerebbero quelli legati all’Italicum, del quale si critica ad esempio il fatto che «il premio di maggioranza possa essere dato anche a chi non ha raggiunto il 50% dei voti espressi», che «sia esclusa la possibilità di formare coalizioni» e che «siano previsti capilista bloccati decisi dalle segreterie dei partiti».
Se dunque ci sono dei punti a cui i Verdi si dicono favorevoli, come «la più rigorosa disciplina della decretazione d’urgenza e la soppressione del Cnel», ci sono troppi «articoli fatti con i piedi», come sottolinea Boato, che concentra il “no” fermo a due aspetti: un Senato dal funzionamento «enormemente più complicato rispetto all’attuale» e una riforma del Titolo quinto «che riaccentra quasi tutte le competenze delle Regioni a statuto ordinario e mette in ibernazione le speciali». |
Trento, 15 novembre 2016
I Verdi dicono «no»
al referendum:
«Riforma pasticciata e confusa»
dal Trentino di
martedì 15 novembre 2016
In una conferenza stampa convocata ieri pomeriggio i Verdi del Trentino hanno spiegato le ragioni del loro «no» al referendum costituzionale.
I Verdi spiegano che «nel referendum deve prevalere esclusivamente il giudizio sull’insieme della riforma costituzionale approvata dalla maggioranza». I Verdi tuttavia ritengono «inaccettabile» la nuova legge elettorale (l’Italicum) per diverse ragioni: per il corposo premio di maggioranza attribuito alla lista anche se non maggioritaria, per i capilista bloccati e per l’impossibilità di formare coalizioni. Quanto alla riforma costituzionale, secondo i Verdi il superamento del bicameralismo perfetto è realizzato «in modoconfuso e pasticciato, sia sotto il profilo della composizione del futuro Senato, sia sotto il profilo delle sue competenze legislative e del suo rapporto con la Camera dei deputati e con il Governo». |
Trento, 15 novembre 2016
Referendum,
Verdi a favore del No
«Assetto istituzionale
squilibrato»
Il voto Ricadute negative
anche per l'autonomia
da l’Adige
di martedì 15 novembre 2016
Nel referendum sulla riforma costituzionale, molte le ombre riscontrate dai Verdi che ieri hanno spiegato e ribadito il loro No con Marco Boato dell'Esecutivo nazionale della Federazione dei Verdi ed i co-portavoce dei Verdi del Trentino Lucia Coppola e Maurizio Migliarini.
«Questa riforma pare legata alle sorti del Governo. Noi invece volgiamo entrare solo nel merito della riforma costituzionale e della connessa riforma elettorale».
Per i Verdi complessivamente «il combinato disposto del testo della riforma e della legge elettorale darebbe vita ad un assetto costituzionale ed istituzionale fortemente squilibrato sul lato della presunta "governabilità", oltre che andare a scapito della altrettanto essenziale, e fondamentale in democrazia, rappresentatività».
Tra i motivi a sostegno del No puntualmente esposti dai Verdi, sottolineata in particolare la contrarietà alla modifica del titolo V in materia di autonomie regionali. «Questo sistema, ben lungi dall'essere federalista, esproprierà le regioni di molte delle loro competenze, soprattutto per quel che riguarda temi a noi cari come energia, turismo, infrastrutture, ambiente. Con la "clausola di supremazia" Governo e Parlamento potranno appropriarsi di qualsiasi competenza regionale: dall'agricoltura, alla sanità, ai beni culturali». |