Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 18 gennaio 2014 Premessa Questa assemblea congressuale si tiene in un momento difficile per il nostro paese e anche per il Trentino. La crisi che dal 2007/8 ha cominciato a scuotere dalle fondamenta il sistema economico-finanziario si è rivelata subito come crisi sistemica, strutturale, ambientale e sociale; crisi energetica, alimentare e idrica che scatena i suoi effetti perversi in un mondo sempre più stressato dal cambiamento climatico, dall'esaurirsi delle risorse, degli squilibri e inquinamenti ormai in qualche caso irreversibili, dalla perdita di bio-diversità e, socialmente, dalla povertà e dall'ingiustizia dilaganti. E' un momento difficile anche per il nostro movimento, sia a livello locale che nazionale. In gioco, è ormai chiaro, c'è la nostra sopravvivenza. Sia per quanto attiene la riforma elettorale, comprese le soglie di sbarramento, che nelle intenzioni dovrebbero semplificare il quadro politico-istituzionale ma di fatto serviranno a escludere tutti i piccoli partiti, sia per le attuali difficoltà ad essere presenti in modo significativo nel quadro politico, sulla stampa e, in generale, sui media. Da alcuni anni sono venuti a mancare i nostri riferimenti in Parlamento e la nostra attività politica dovrà sempre più avvalersi di mezzi nuovi (o vecchi, se vogliamo) legati al volontariato, alla creatività per fare meglio con poco, o con niente. A selezionare, a inventare, a utilizzare forme comunicative efficaci, legate al web e alla rete, al passa parola, alle relazioni con le persone. Vi è anche la necessità di elaborare in qualche modo il lutto legato alle sconfitte elettorali che ci hanno riguardato nell'ultimo anno, che hanno lasciato segni pesanti nella mente e nel cuore di tutti noi, recuperando nuovo coraggio, nuove motivazioni, capacità d'iniziativa, lucidità e chiarezza d'intenti. Tutti ci dovremo impegnare nei prossimi mesi per capire, nel gioco delle possibili alleanze, nelle coalizioni che si creeranno anche in vista delle prossime scadenze elettorali amministrative, e forse pure politiche, quale sarà la cosa migliore da fare. La più giusta, la più sensata, magari anche quella vincente. Quella che ci consentirà non solo di sopravvivere come movimento alla buriana politica, economica e sociale che attraversa il nostro paese, ma anche e soprattutto di ribadire la centralità dei temi ambientali e dell'ecologia per la sopravvivenza del pianeta, per la qualità della vita delle persone, per le nuove generazioni e il loro diritto a una vita che sia buona almeno quanto quella che abbiamo vissuto noi. Dobbiamo interrogarci sulla necessità di fare rete, sempre più, con i Verdi che a livello nazionale conducono battaglie ambientaliste: pensiamo alla Terra dei Fuochi, all' Ilva di Taranto, alle raffinerie di Milazzo, Gela e della Valle del Mela. E' necessario avere uno sguardo che ci permetta di sentirci vicini al dolore e alle richieste di attenzione e aiuto che vengono da zone del nostro Paese che vivono problematiche molto pesanti, persone che rischiano quotidianamente di ammalarsi e di morire, bambini con una speranza di vita bassissima. E, nel contempo, dobbiamo rapportarci con i partiti e i movimenti Verdi del resto d'Europa, quest'Europa su cui in tanti cercano di gettare discredito, anche ora che si inizia a parlare delle elezioni europee di maggio, che ci auguriamo possano consegnarci un Europa sempre più dei popoli, dei cittadini e non solo della finanza. Molto abbiamo da imparare da realtà vicine a noi, spesso molto avanzate, con esperienze di ricerca e innovazione, di tutela dell'ambiente e della salute, con modi differenti e molto efficaci di far politica, di reperire fondi e di raggiungere le persone; di essere credibili, attrattivi, recettivi e al passo col cambiamento. Dobbiamo recuperare il dialogo e la comunicazione con i Verdi dell'Alto- Adige /Sud Tirolo. Ho accettato di candidarmi a co-portavoce dei Verdi trentini perché credo molto nella necessità del nostro sguardo, della nostra presenza, del nostro programma per il bene di questo territorio. L'ho fatto con spirito di servizio e riconoscenza nei vostri confronti, per il sostegno personale e politico che non mi è mai mancato, consapevole del fatto che, se io e Marco Ianes saremo eletti, sarà una conduzione plurale, che terrà conto della visione di chi ci ha preceduti: Aldo Pompermaier, con la sua energia, la sua visione, la sua pragmaticità e capacità di andare al centro dei problemi e di trovare soluzioni. E prima di lui Marco Boato, memoria e storia del nostro movimento, impegno, generosità e competenza che tuttora mette al servizio dei Verdi trentini e nazionali. Ho accettato perché, se accadrà, avrò vicino una persona su cui contare davvero, affidabile, positiva e appassionata come lo è Marco Ianes. Infine, ho accettato perché solo di due anni si tratta e sono certa del fatto che potrò presto essere sostituita da una donna più giovane, forte e competente. Questo è il mio auspicio: che questi due anni servano a costruire ricambio, a far sì che altri giovani e giovani donne si facciano carico della storia ricca e significativa del nostro movimento e del suo futuro. In Trentino e nel resto d'Italia. Colgo subito l'occasione per ringraziare anche i vice-presidenti Giuliana Raoss e Ruggero Pozzer, l'Esecutivo e il Consiglio Federale uscenti e tutte, tutti coloro che a vario titolo lavorano per la Federazione dei Verdi a livello locale e nazionale. Ringrazio altresì le candidate e i candidati alle ultime elezioni provinciali e dico loro: “Non perdiamoci di vista!”. Pongo alla vostra attenzione alcuni temi per me importanti, senza avere la pretesa di “dire tutto” per necessità di sintesi. Avremo il tempo per farlo insieme. Tema della visibilità: essere più presenti là dove ci sono problematiche legate all'ambiente, quindi non in modo estemporaneo e casuale ma mirato. Stare sui luoghi dove i problemi nascono, vedi il caso delle Acciaierie di Borgo dove è mancato un presidio Verde che sostenesse i Medici per l'Ambiente, i privati cittadini, le mamme che si sono ritrovate la diossina nel latte. La presenza di una discarica altamente inquinante, nascosta da tutti, persino dall'ente provinciale che doveva controllare. Sono stati i privati cittadini ad accorgersi dei misfatti e a denunciarli. Non si può più pensare di essere riconosciuti come interlocutori credibili solo perché si è Verdi, si prende posizione con una lettera sul giornale o con un'interrogazione in provincia (ora non più...), in Comune o in Circoscrizione, in Comunità di Valle. Bisogna essere lì dove il danno si sta perpetrando, lavorando a fianco delle persone, facendo controinformazione. Una bella sfida per i più giovani fra noi che magari non hanno ancora conosciuto quanto è bello raggiungere insieme agli altri qualche risultato. Quanto è formativo, come diceva Don Milani, uscire insieme dai problemi, perché quella è la politica nella sua accezione più nobile. Farlo da soli, invece, è egoismo. Ricreare una sorta di militanza dei Verdi che responsabilizzi tutti, non solo coloro che sono presenti nelle istituzioni, e li sproni a prendersi cura del proprio territorio, a creare mobilitazione là dove se ne ravvisi la necessità. No dunque alla delega affidata una tantum al consigliere di turno. C'è bisogno di tutti/e Saper cogliere i fermenti presenti nella cittadinanza, ora particolarmente sensibile ai temi ambientali, in controtendenza con la scarsa fortuna e il poco riscontro che il nostro movimento ha, sia a livello locale che nazionale. Fare in modo che i nostri giovani si sentano importanti, valorizzando le loro competenze e i loro saperi sia per arricchire il dibattito interno al partito che per un necessario rinnovamento, ricambio e passaggio delle consegne, che per diventare attrattivi rispetto ad altri giovani. Affidando loro incarichi di responsabilità e rappresentanza nel partito. Nessuno deve essere rottamato ma tutti dobbiamo lavorare perché non siano penalizzate le fasce generazionali più giovani che devono essere i veri artefici del cambiamento. Occuparsi del tema del lavoro, sia in chiave ambientalista (lavoro e salute, green e blue economy, riconversione ecologica) che sul fronte dei diritti dei lavoratori, del sostegno al lavoro “buono”, di contrasto al precariato, individuando forme e modalità contrattuali che garantiscano dignità e continuità sia ai lavoratori del pubblico che del privato; sostegno al reddito di garanzia e agli ammortizzatori sociali che contrariamente a quanto si pensa, vedi “Progettone”, non sono solo una necessità per accompagnare i lavoratori anziani, ma non abbastanza, verso la pensione (per qualcuno un modo parassitario di trascorrere il tempo...), ma rappresentano ora e sempre più una necessità per l'ambiente (vedi servizio di ripristino ambientale), il territorio, la società. Da considerare sempre più come servizio e sempre meno come spesa; sostegno alle piccole e medie imprese e incentivi sotto forma di servizi e non di contributi a pioggia a tutti coloro che assumono giovani, donne e uomini che sono usciti dal mercato del lavoro, a chi stipula contratti a tempo indeterminato, a chi innova e si confronta con gli istituti di ricerca e l'università. E' del 7 gennaio la firma del Patto tra Confindustria trentina e sindacati, che stigmatizza come interi comparti della nostra economia rischiano di scomparire, il credito non esiste più (vi sono 346 aziende edili con debito non pagati), e il sistema della formazione non è all'altezza delle sfide dell'internalizzazione. Il Patto tra forze sociali ed economiche è molto importante, spiace però a fronte di tante valutazioni condivisibili non aver letto niente su ipotesi di riconversione ecologica, che non smentiscono certo la necessità del manifatturiero in Trentino, ma si rivelano sempre più una necessità per il rilancio sostenibile della nostra economia. L'Istituto Agrario di San Michele dal prossimo anno sarà a numero chiuso, per mancanza di posti, a testimonianza di quanto i giovani diano importanza e valore al tema dell'agricoltura, sempre più biologica, anche di quella di montagna, al recupero di boschi e prativi, all'artigianato locale, all'eno-gastronomia, alla cura del loro territorio nella speranza che una volta diplomati possano trovare lavoro lì dove sono nati. Nello scorso anno 100.000 persone, l'equivalente della città di Trento sono emigrate dall'Italia, e sono quasi tutti giovani. Un dato allarmante, perché al di là del fatto che può significare una precisa scelta di vita, opportunità di conoscenza, lavorative e linguistiche, il numero è davvero troppo alto. Essere consapevoli che a parlare di Ambiente siamo in molti: dobbiamo individuare le nostre tematiche peculiari, ciò che ci distingue dagli altri partiti, per i quali l'ambiente è un tema tra i tanti o qualcosa che alla prima occasione può essere messo in secondo piano, operando scelte dissennate e in sfregio alla salute delle persone e dei territori. Influire il più possibile e confrontarsi sulle politiche energetiche della nostra provincia e dei comuni. Ancora troppo timide se confrontate con quelle del vicino Alto- Adige, ancora troppo limitate alla sfera del fotovoltaico. Il tema dell'energia, del risparmio energetico, delle energie alternative ai combustibili fossili, in via di veloce estinzione, delle emissioni di CO2 in atmosfera, del riscaldamento del pianeta devono diventare sempre più centrali nelle scelte politiche nazionali e locali. Recuperare le fasi salienti della nostra storia politica, battaglie, conquiste, ma anche difficoltà, errori di valutazione, arretramenti. Grazie ai Verdi sono state approvate molte buone leggi in Parlamento, dal 1987 al 2008, lasso di tempo in cui siamo stati presenti. Sui Parchi Nazionali e sulla difesa del suolo, sui diritti degli animali, sulla protezione della fauna e sulla regolamentazione della caccia; le prime leggi sul risparmio energetico, senza tralasciare il ruolo attivo e fondamentale nei Referendum contro il nucleare e il grande impegno profuso, anche in Trentino, sul tema dell'”acqua bene comune”, nella raccolta delle firme, per il buon esito dei Referendum. E le tante battaglie in Consiglio Comunale a Trento a fianco dei movimenti e dei cittadini. Così è avvenuto nel Consiglio provinciale e nei comuni; cito, tra tutti, l'importantissimo lavoro fatto da Aldo Pompermaier, assessore all'ambiente nel Comune di Trento nella scorsa legislatura, sulla raccolta “porta a porta”, dagli esiti molto felici: valori molto alti raggiunti, vicini all' 80% , che sono stati dirimenti nello scongiurare la costruzione di un pericoloso e costosissimo inceneritore e ci hanno portato a situazioni davvero civili dal punto di vista ambientale. Questa politica virtuosa ha avuto un effetto trascinante a livello provinciale. Riflettere su quello che si è stati e su quello che si è, sulle cose fatte, senza auto incensarsi m anche senza denigrarsi, con onestà intellettuale, partendo dalla considerazione che ciascuno di noi ha fatto, si spera in buonafede, il meglio che poteva. Che chi ci ha preceduto si è preso comunque responsabilità e si è impegnato per una buona causa. La politica è tanto affascinante quanto difficile e può essere anche molto crudele. Ci vogliono davvero spalle larghe e cuori intrepidi per impegnarsi personalmente e pubblicamente, ci vuole coraggio nel candidarsi alla guida di un partito o di un movimento, come ad un'elezione. Il nostro movimento, che ha il tema della pace nel suo Statuto e alla base di ogni suo atto, deve essere massimamente non violento, solidale, attento agli altri e alle altre. La critica e l'autocritica, così importanti e necessarie, sono cosa ben diversa dalle rese dei conti a cui spesso si assiste nei partiti, più spesso quando si perde, qualche volta anche quando si vince. E sono destinate a far danni, in via prioritaria, ai cittadini, a chi dà fiducia, a chi vorrebbe confermarla, a coloro che magari vorrebbero avvicinarsi. Da noi questo tipo di problema finora non c'è stato ma non fa male ribadire come il pacifismo e l'ecologia e la sobrietà della politica debbano stare insieme in piena armonia ed equilibrio. Il tema della partecipazione: nell'uguaglianza di opportunità a esprimere il proprio pensiero, a dissentire, a essere anche minoranza, ma rispettata, deve riguardare anche le organizzazioni politiche. La democrazia interna è uno strumento indispensabile per arrivare a decisioni le più opportune e condivise. Tese in via prioritaria al bene comune, che è anche il nostro, ma deve essere di più quello delle persone che vogliamo rappresentare. Occuparsi degli ultimi e in generale delle problematiche sociali per costruire un Welfare di comunità; è tutta la collettività infatti che si deve far carico dal basso dei bisogni di una comunità. Soprattutto in momenti di grande arretramento e difficoltà, quando la situazione di crisi spinge verso meno senso di appartenenza e coesione, e verso l'individualismo, la frammentazione, la contrapposizione, anche generazionale, in cui ciascuna fascia sociale tende a far prevalere il proprio disagio e bisogno. Compito della politica è quello di tenere insieme tutti, utilizzando criteri di equità e giustizia. E dando a ciascuno secondo i suoi bisogni, e cito ancora Don Milani, non si può pensare infatti di fare parti uguali tra disuguali. E' certo una priorità la difesa del territorio da attacchi sempre più pesanti e da scempi ambientali: dal bacino artificiale di Montagnoli, per dare in tempi brevissimi neve fresca a Madonna di Campiglio, allo smembramento del Parco dello Stelvio, alle nuove piste, 150 chilometri, in zone preziose e inadatte dal punto di vista geologico come il Monte Serondoli in località Cinque Laghi. Col beneplacito della Comunità di Valle e un'idea di sviluppo economico e di turismo che è tutto fuorché sostenibile. Il suolo. E' necessario intervenire in tutti i comuni e spingere anche la Provincia a dire NO al consumo di territorio. 920 chilometri quadrati all'anno vengono edificati in Italia, un aumento dell'edificato negli ultimi 50 anni del 166%. Il Trentino marcia purtroppo su questa lunghezza d'onda senza comprendere che la crisi dell'edilizia potrebbe essere risolta intervenendo sul patrimonio esistente, riqualificandolo, e sul risparmio energetico, creando lavoro “riparando” il nostro territorio che non è esente da problematiche legate al dissesto idro-geologico. Il paesaggio. Salvatore Settis dice nel suo libro “Paesaggio e Costituzione” del 2010: “ Rassegnati ormai alle devastazioni che ci feriscono ogni giorno rifiutiamo di vedere quello che vediamo: che l'anomalia sta diventando la regola, che l'eccezione si sta trasformando in modello unico di sviluppo. Che il costruito sta mangiandosi città e campagna, che intere generazioni di italiani non hanno più una loro geografia interiore, nessun paesaggio armonioso da ricordare, nulla su cui fantasticare. La città orizzontale, diffusa e dispersa , si sparge come una colata lavica inghiottendo l'antica campagna e lasciando tra casa e casa un infinità di segmenti interstiziali e frammenti non più utilizzabili. Zona grigia che corrisponde allo spazio dell'indecisione e dell'insicurezza.”. Infine, il tema di genere. E' alla fine di questa mia disamina, che non pretende di essere esaustiva, ma non per importanza. Anche a livello nazionale si è deciso di dare un nuovo importante impulso alla presenza delle donne nel nostro movimento. La nostra co-portavoce a livello nazionale, Luana Zanella, ricorda come da Alex Langer a Barry Commoner a Vandana Shiva abbiamo imparato che la cultura ecologista, per potersi radicare e crescere deve rompere con un sistema patriarcale antropocentrico, omologante e riduzionistico. Questo è il senso profondo e non formale delle co-presidenza uomo-donna. Per noi Verdi significa dare rilevanza politica e simbolica alla differenza di genere che attraversa tutte le altre differenze. Si tratta di pensare e agire ovunque, anche nella politica, nuove relazioni tra uomini e donne. Emily Dickinson diceva della speranza che “è una creatura alata che si annida nell'anima e canta melodie senza parole, senza smettere mai.. La brezza ne diffonde l'armonia.”. E' la speranza che deve farci da guida, la speranza è contagiosa e indispensabile al cambiamento. Grazie a tutti e a tutte per l'ascolto e l'attenzione, Lucia Coppola
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LUCIA COPPOLA Assemblea |
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