assemblea congressuale del 3 ottobre 2009 | ||||||
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Trento, 3 ottobre 2009 E’ passato poco più di un anno dall’ultima assemblea e ricordando quell’incontro mi pare che nulla sia cambiato nel panorama politico sia locale che nazionale. Anzi evidenzio che le cose sono peggiorate per noi. Nessun nostro rappresentante in giunta provinciale(Dellai ci ha ritenuto scomodi e poco significativi preferendo l’UDC non iscritta nelle liste elettorali e con risultati elettorali successivi inferiori ai nostri!) e nemmeno in giunta comunale (Andreatta non ha sentito il bisogno di dare continuità all’assessorato all’ambiente confermando la presenza verde confermando così l’allargamento la rappresentanza politica della maggioranza). Eppure osservando il lavoro che abbiamo svolto durante la nostra partecipazione di governo e quello durante le campagne elettorali, come risorse economiche, come qualità del messaggio ed innanzitutto come candidati, dovevamo “meritarci” almeno la conferma delle posizioni acquisite nelle precedenti elezioni. Non mi pare il caso di riprendere e approfondire le analisi sulle motivazioni del nostro risultato, le dinamiche del voto le abbiamo analizzate più volte, certo è che la posizione dei Verdi a livello nazionale ci ha condizionato non poco. Ma qualche puntualizzazione mi sento di esprimerla. Nessun nostro leader si è presentato nelle nostre piazze, anzi, con le scelte scellerate di buttarsi completamente in mano a una sinistra radicale, che poverina anch’essa sta raccogliendo i cocci, abbiamo scelto di non invitarli per timore di perdere voti. Credetemi , quanto è successo non è poco. Non essere in sintonia con i vertici del tuo partito nazionale è il massimo della crisi che una formazione politica possa attraversare. Ma le cause della nostra classifica generale pesante non è solo della crisi che attraversa il sole che ride nazionale. Anche noi abbiamo contribuito, parlo specialmente di noi amministratori, a non essere ritenuti alternativi alle grandi formazioni politiche che nel frattempo sono sorte, in particolare il PD. Con gli incarichi di governo che abbiamo conquistato con sudore e fatica, ci siamo concentrati sul “fare” ed abbiamo trascurato il contatto con la gente. Il risultato è che adesso anche su temi come l’inceneritore, il centro destra se ne è appropriato e lancia la raccolta firme sulle piazze di Trento. A titolo informativo ricordo che il mio piano rifiuti che dava il “là” alla raccolta porta a porta e , con orgoglio posso affermare che con questo sistema di raccolta abbiamo migliorato la percentuale di indifferenziata di oltre 20 punti, un record,trovava il parere contrario di ben dieci consiglieri del centro destra. Ora essi stessi diventano paladini delle alternative all’inceneritore. Una spudoratezza che nessun giornale locale ha sottolineato e che solo Marco ha ricordato in una recente intervista ad un quotidiano locale. Certo che fa male sentirsi in fondo ai sondaggi nazionali quando a livello europeo i Verdi vanno alla grande vedi in Germania che alle ultime elezioni hanno registrato un incremento significativo. Sicuramente il loro panorama politico non è quello italiano, la sensibilità ambientale ha una storia molto più radicata della nostra, ma se ci raffrontiamo alla Grecia che ha eletto un proprio rappresentante in Europa mi sento veramente a disagio e non trovo giustificazioni. E questo disagio provoca emorragie interne, molti non riconoscono il nostro lavoro e confluiscono nel Pd o in formazioni più estreme, come i verdi romani che, spostandosi a sinistra ancora una volta perdono un elettorato o un potenziale elettorato moderato che vorrebbe i Verdi equidistanti dagli estremi. O forse sbaglio l’analisi e in Italia serve ancora un movimento che vada sulle barricate, all’opposizione? Non è che noi possiamo diventare il movimento che scuote dal torpore e traccia una via nuova per un ambientalismo deciso, senza obiettivi di governo, senza compromessi? Approvo totalmente l’appello “il coraggio di osare: appello agli ecologisti” e la mozione che i nostri rappresentanti porteranno al prossimo congresso. Penso proprio che sarà l’ultimo tentativo per raccogliere tutti quelli a cui interessa il bene di questa terra senza secondi fini. Con l’ambiente non si scherza, i territori hanno bisogno di persone organizzate che lo controllano da vicino che promuovono, come dice il nostro statuto,” la crescita della coscienza e delle iniziative verdi dovunque si manifestano”. Dobbiamo essere lievito per le nuove generazioni, avvicinare i giovani con iniziative a loro vicine, dobbiamo riprendere la pubblicazione di un nuovo “Arcobaleno”, dobbiamo essere più generosi ed essere pronti a nuove sfide. E a tal proposito vorrei ribadire che il mio distacco dalla politica attiva non significa allontanamento dalle tematiche di cui mi sono occupato per anni, ma vuol dire favorire il ricambio, impegnarsi in altre mansioni e per qualche tempo fare da congiunzione con i nuovi che si alterneranno. Sarebbe auspicabile far nascere sul territorio delle “sezioni periferiche”con il compito di analizzare e segnalare le problematiche del luogo, composte da persone che hanno a cuore l’ambiente, che si trovano a discutere, e che, una volta al mese, magari in occasione dell’appuntamento con la Scuola Langer, attività che nessun partito locale può vantare, riportano alla direzione del movimento(non mi piace partito) per le decisioni del caso. Elvia Tarter in un suo intervento parlava di “ripartenza” dei Verdi. Si dobbiamo ripartire, perché ancora siamo necessari per contribuire alla piena affermazione dei valori rappresentati dalla questione verde, valori che noi conosciamo bene, valori per cui ci siamo battuti, valori per cui ci attendiamo una risposta dai nostri cittadini. Grazie Aldo Pompermaier
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