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Trento, 7 aprile 2011 Quando l’Italia sarà un paese normale? Dov’è finito l’interesse generale, base etica di ogni approccio alle istituzioni e alla politica? Il bilancio delle istituzioni e della politica nella «Seconda Repubblica» è veramente negativo, il rapporto fra i cittadini e la politica è, in questo momento, a livelli minimi dimostrato anche dall’alto livello di astensionismo elettorale. Eppure la fine della Prima Repubblica aveva aperto molte speranze. I partiti che sono presenti oggi in Parlamento sono infatti frutto di quel periodo di cambiamento. Dalla fine dei partiti e della politica basati sull’ideologia e sulla rappresentanza di categorie sociali, ci si attendeva una nuova fase fatta di maggiore rappresentanza democratica e trasparenza. Similitudini e differenze fra la crisi della rappresentanza politica degli anni ’90 ed oggi. Similitudini: identica l’occupazione della pubblica amministrazione con la rappresentanza politica che tende ad occupare ogni luogo possibile e a perpetuarsi nel tempo, la «casta» appunto. Differenze: allora vigeva il sistema dei partiti, sconfitti e messi a nudo nel loro sistema di clientele dalle indagini di «Mani Pulite», oggi prevale una politica fatta più di comitati elettorali o di affermazioni «gridate» quotidianamente sui media, prevalgono gli interessi di settore o corporativi o peggio ancora quelli privati. Ne è la prova il continuo cambio di «casacca» in Parlamento da una parte all’altra che mette a nudo un sistema elettorale sbagliato. Ma c’è ancora una soluzione? La domanda che molti si pongono è se sia possibile tornare a dare un proprio contributo alle istituzioni senza dover soggiacere alla situazione attuale? Se da una parte la «società politica» tende a dividersi, a presentare se stessa in rissose polemiche con pochi contenuti concreti relativi alla vita dei cittadini e delle famiglie, dall’altra è ancora viva una società civile fatta di volontariato, voglia di cittadinanza attiva e impegno civile e il Trentino in tal senso ne è un ottimo esempio. Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato, per il 2011, la celebrazione dell’anno europeo del volontariato, esattamente «L’anno europeo delle attività volontarie che promuovono la cittadinanza attiva». Da questo mondo dobbiamo ripartire, dal mondo dell’impegno civile che antepone lo spirito di servizio agli interessi individuali o di gruppo. E oggi come allora è d’attualità l’impegno civico, non come strumento esclusivo, ma come modello utile all’organizzazione della vita istituzionale e associativa in politica. I «sani» principi del civismo quali la trasparenza e la coerenza, l’integrità e la sobrietà, la partecipazione e la tempestività nelle decisioni, la moderazione e il riconoscimento del giusto, dovrebbero peraltro essere al centro di ogni soggetto che si avvicina ad un impegno politico. Stiamo assistendo ad una nuova stagione di rifiorire di movimenti civici che negli ultimi mesi ho avuto modo di conoscere ed apprezzare (la rete civica piemontese, quella lombarda, il movimento civico siciliano, la neo nata rete civica italiana ecc.), movimenti nati con spontaneità che tentano ora di darsi una forma organizzata, rispettosa peraltro dell’autonomia delle singole liste civiche. Movimenti che non si caratterizzano per la scelta di schieramento, che sia di destra o di sinistra, ma perché mettono al centro della loro azione politica il cittadino, un rapporto diverso verso le istituzioni, i programmi di sviluppo sociale e del territorio. Ed è quest’ultima la novità sostanziale rispetto a ciò che avveniva alla fine della Prima Repubblica dove le liste civiche nascevano con il netto rifiuto di appartenere al sistema dei partiti. La difesa dell’ambiente, la richiesta di un territorio maggiormente tutelato e di una migliore qualità della vita per i cittadini e la famiglia, rappresentano il nuovo e interessante momento di incontro e confronto fra i comitati ambientalisti locali, i movimenti civici e le forze e associazioni ecologiste. Questo percorso inizierà in Trentino con l’assemblea pubblica che si terrà sabato prossimo a Trento al Centro Servizi Santa Chiara. Per tutti questi motivi ritorna anche nel Trentino l’attività di un’associazione civica provinciale, denominata «Noi cittadini», associazione nata dichiaratamente senza velleità politiche elettorali ma per contribuire ad un percorso di approfondimento, studio e proposta sui temi dei diritti del cittadino, di un diverso rapporto con le istituzioni e di una migliore qualità dell’ambiente. In tal senso non posso che apprezzare la volontà espressa di recente dal Presidente Dellai di tornare all’uso del simbolo della Margherita e del termite «Civica» per il suo partito, ricordando però che la Lista Civica della Margherita era un movimento popolare, per i primi anni anche senza il tesseramento formale, che metteva al centro della propria azione politica la partecipazione aperta a tutti, la formazione e il ricambio continuo della classe dirigente. Infine, sottolineo come il Trentino sia terra di tante associazioni di volontariato e d’impegno civico e in questo momento difficile di rapporti fra cittadini e istituzioni potrebbe rappresentare un modello di partecipazione alla vita pubblica utile a tutto il paese. Gaetano Turrini
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