Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 10 giugno 2014 A seguito di un ordine del giorno approvato ma rimasto lettera morta, ho presentato in Comune a Trento un’interrogazione nella quale chiedevo come mai non era ancora stata intitolata una via, una piazza o un parco pubblico ad Alexander Langer. Ma quale è stata la mia sorpresa nell’apprendere dall’assessore competente che la delibera per intitolare a Langer il parco del Salè sarebbe passata a breve al vaglio del Consiglio comunale e messa in votazione, ma che la proposta era stata respinta all’unanimità dal consiglio circoscrizionale Oltrefersina – Clarina che l’aveva vagliata. Sono rimasta letteralmente basita, anche perché le motivazioni che sono andata a leggere mi sono sembrate veramente futili e culturalmente e politicamente miopi. Si legge infatti: «La risposta è respinta perché l’area verde che costeggia il rio Salè con questa denominazione ne permette una facile identificazione. Si ritiene perciò di mantenere le denominazione popolare di Parco del Salè». Amen. Bella considerazione dei propri concittadini! Forse i consiglieri pensavano che gli abitanti della Clarina si sarebbero persi nel piccolo e grazioso parco, che ho felicemente frequentato con i miei alunni quando insegnavo in zona, se si cambiava la denominazione? O che qualcuno, magari un giovane, si interrogasse su chi fosse Alexander Langer e ne studiasse il percorso umano e politico? Che qualche insegnante di buona volontà raccontasse ai suoi studenti di come si può essere valenti politici regionali ed europei, personaggi di rilevanza internazionale come lui è stato, mantenendosi onesti, fedeli ai propri ideali, sobri, vicini sempre a chi soffre, puliti nel cuore e nella mente? Chissà! Misteri circoscrizionali... Ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscere e frequentare Alex Langer sin dagli anni Settanta. Anni di furori ideologici, settarismi, dogmatismi, insieme a tante sacrosante ragioni. Quello che colpiva in Alex era il pensiero vivo, mai schematico, la capacità di dialogo con tutti, lo sforzo costante di capire l’altro, sempre, sia che l’approccio fosse politico, etnico o religioso. Voglio ricordare sommariamente il suo impegno per la convivenza e l’incontro nella sua terra, il Sud Tirolo, pagando pesantemente il rifiuto di dichiarazione etnica con la perdita del posto di insegnante al liceo di Bolzano. E il dialogo, lui laico e di sinistra, con la chiesa cattolica sui temi della vita e della bioetica. I suoi frequentissimi viaggi nella ex Jugoslavia dilaniata dalle guerre interetniche ed interreligiose, il suo costante impegno al Parlamento europeo a favore di queste popolazioni e per la composizione politica e pacifica dei conflitti. Fu tra i primi in Italia e in Europa a mettere al centro dell’agire politico l’ecologia, la difesa ambientale, lo sviluppo sostenibile. Fu la guida politica dei Verdi italiani, ma anche punto di riferimento insostituibile per le associazioni ambientaliste e per i movimenti di persone e cittadini, in modo volutamente trasversale, anti-ideologico, interpartitico. L’esempio morale e il notevole corpus degli scritti e delle riflessioni di Langer, sono stati spesso profetici a causa dell’acutezza della sua analisi e della capacità di osservare e interpretare eventi, cause, effetti, trasformazioni. Della sua lettura aperta, lucida e mai pregiudiziale degli eventi che hanno attraversato il tempo, invero troppo breve, della sua vita e sono tuttora di interesse e attualità; lo saranno a lungo per il futuro. Troppo gravoso in lui il senso del dovere, il farsi carico di imprese al limite dell’impossibile. La sua sensibilità e vicinanza umana alle tragedie che ha attraversato, una certa solitudine, propria delle menti lucide e grandi e generose, causarono una fine tragica nello sconforto di un pomeriggio d’estate, il 3 luglio 1995. Le sue ultime parole, lasciate per iscritto insieme all’estremo saluto ci raccontano la sua fatica di vivere: «I pesi mi sono divenuti davvero insostenibili. Continuate in ciò che era giusto». Langer, nel suo andare spesso contro corrente ebbe molti avversari ma nessun nemico: un monito per tutti noi. Un modo di far politica colto, umano, rispettoso da cui ciascuno di noi può imparare qualcosa. L’intitolazione, se pure di un piccolo parco di periferia frequentato da tanti bambini, da giovani e anziani può diventare un piccolo risarcimento alla disattenzione che ha sin qui caratterizzato certe dimenticanze. Questa denominazione dovrebbe essere un onore per un quartiere come la Clarina, i cui abitanti forse potranno fare qualche riflessione su una persona di alta levatura che appartiene a tutti, al nostro territorio provinciale e regionale. Perché portatore di messaggi di pace, cultura democratica e rispetto dell’ambiente, di amore per la sua terra e per il mondo intero. Tutto ciò ha costituito la sua figura di profeta disarmato. Un uomo di cui tutto il Trentino Alto Adige dovrebbe andare fiero e da cui le nuove generazioni avrebbero molto da imparare. Lucia Coppola
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LUCIA COPPOLA |
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