Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 14 marzo 2013 Il prossimo 11 aprile il Dalai Lama in esilio dal 1959, Tenzin Gyatso sarà a Trento per una visita ufficiale, la quarta dopo quelle del 2001, del 2005 e del 2009, conclusasi quest’ultima con una tavola rotonda sul tema dell’autonomia per il Tibet. In occasione di questa nuova visita si è giustamente pensato al possibile conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Trento. Ma a tutt’oggi la discussione è rimasta relegata negli incontri della Conferenza dei Capigruppo comunali che, inspiegabilmente, non hanno ancora sciolto la prognosi e dubito a questo punto che raggiungerà mai il Consiglio Comunale. E che si tradurrà nel conferimento di questa importante onorificenza. La cosa mi crea sconcerto e dispiacere, perché la reputo non solo un doveroso omaggio all’alta personalità del Dalai Lama, premio Nobel per la Pace nel 1989 e testimone di spicco della non violenza, ma soprattutto nei confronti di un popolo, quello tibetano, che subisce la dominazione coloniale cinese in un regime di grande sofferenza e privazione della libertà di autodeterminarsi. Oltre 1 milione di tibetani sono morti a causa dell’occupazione, il 90 % del patrimonio artistico e architettonico tibetano è stato distrutto: sei mila monumenti tra templi, monasteri e stupa. La Cina si è appropriata delle ricchezze naturali, deforestando un ambiente bellissimo e incontaminato, usando il Tibet come discarica dei rifiuti nucleari, mettendo così a dura prova il fragile e prezioso equilibrio naturale. 500.000 soldati cinesi sono stanziati nel paese e la popolazione è ormai emarginata. Il diritto all’istruzione, alla conservazione della propria identità, al lavoro, sono messi costantemente a dura prova, così come la libertà religiosa e lo sviluppo economico. Sono ormai innumerevoli i casi di monaci e monache che si uccidono arsi vivi pur di non sottostare a violenze e torture. Ma la peggiore di tutte è la perdita della libertà. Purtroppo, pare che la nostra città non saprà cogliere questa opportunità di ampliare i propri orizzonti e di esprimere con un gesto concreto la propria solidarietà. In questo, credo che i nostri concittadini avrebbero dimostrato più avvedutezza, apertura mentale e solidarietà e che non ci seguiranno in questa «non scelta». Mi auguro naturalmente, ma i tempi stringono, che vi sia ancora qualche spazio per fare ciò che altre città italiane ed europee, americane, australiane hanno orgogliosamente fatto: conferire la cittadinanza onoraria a una figura di spicco nel panorama mondiale, il Dalai Lama. Vi sono state numerose risoluzioni dell’Onu, proteste e prese di posizione della Ue e di singoli stati, manifestazioni di vicinanza ufficiali e spontanee, delle democrazie dal basso e delle grandi potenze. Ma i capigruppo di Trento (solo alcuni, per la verità) sono ancora dubbiosi! Al momento di ricevere il riconoscimento al suo impegno di uomo, di statista e di religioso, il Dalai Lama Tenzin ebbe a dire: «Mi considero solo un semplice monaco buddista. Niente di più, niente di meno. Chi è importante non sono io, ma il popolo tibetano. Questo premio è un incoraggiamento per i 6 milioni di tibetani che da oltre quarant’anni stanno vivendo il periodo più doloroso della propria storia. Nonostante ciò, la determinazione della gente, il suo legame con i valori spirituali e la pratica della non violenza rimangono inalterati. Il Premio Nobel è il riconoscimento alla fede e alla perseveranza del popolo tibetano». Lucia Coppola |
LUCIA COPPOLA |
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