Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 2 febbraio 2011 Nell’ambito delle iniziative ideate dall’Associazione Pro-Ecomuseo della Judicaria “Dalle Dolomiti al Garda”, alcuni anni fa venne proposta la realizzazione di una Via Crucis che potesse valorizzare l’itinerario periodicamente percorso nei secoli dalla popolazione del Bleggio e della valle (di solito in occasione degli Anni Santi e in caso di eventi straordinari, guerre, siccità, carestie, eccetera) nonché da migliaia di pellegrini di tutto il Trentino per unire i luoghi della croce taumaturgica, cioè il Santuario diocesano della chiesa pievana di Santa Croce, dove si trova la venerata croce in legno ed il monumento posto sul Monte San Martino in località “Guarda”, località dove la leggenda colloca il ritrovamento del simbolo sacro, passando da Duvredo, Bivedo e dall’incrocio delle “Tre vie”, ovvero da altri luoghi da individuare in accordo con i Comuni, la comunità del Bleggio e le Autorità ecclesiastiche. L’idea venne formulata proprio in previsione dell’anno 2000, “Anno Santo”, in occasione del quale la croce venne riportata sul monte secondo la tradizione, alla presenza dell’Arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan. Nello stesso anno l’Apt d’ambito promosse la stampa di un estratto del libro di Alberto Folgheraiter sui santuari diocesani, estratto appunto dedicato alla chiesa pievana di Santa Croce. All’epoca questo tipo di intervento venne anche considerato come ipotesi progettuale nell’ambito dei finanziamenti Docup della Provincia di Trento con il sostegno europeo ai Comuni definiti “svantaggiati” (e il Comune di Bleggio Superiore era elencato tra questi), ma scelte amministrative locali privilegiarono altri interventi ritenuti più urgenti. Se realizzato secondo gli auspici, l’itinerario sarebbe una “via della croce” nel vero senso della parola, un percorso che unisce storia, religione, cultura popolare, paesaggio e ambiente. I due punti salienti – quello di valle e quello di monte – potrebbero costituire rispettivamente la stazione di partenza e quella di arrivo della via crucis, mentre le altre stazioni potrebbero essere realizzate a distanze regolari, poste ad alcune centinaia di metri l’una dall’altra, attrezzate per la sosta di veicoli per il trasporto di disabili o anziani con difficoltà di deambulazione che così potrebbero visitare il percorso o seguire la via crucis durante le cerimonie religiose. Nell’ipotesi che si discusse a suo tempo si valutò anche la possibilità di coinvolgere artisti locali nella realizzazione delle stazioni, ma anche di utilizzare materie prime trovate in loco, quali ad esempio legno e pietre, oppure recuperando massi erratici in granito da “lavorare” al fine di creare stazioni ad un tempo tradizionali ed innovative, sempre nel rispetto dei canoni religiosi. Si valutò inoltre la possibilità di coinvolgere attivamente la popolazione locale, quella del Bleggio in modo particolare, per il finanziamento dei lavori di realizzazione delle stazioni, come nelle più antiche tradizioni locali che portavano le famiglie a compartecipare attivamente alla costruzione di edifici o strutture di bene pubblico, come chiese, edicole votive, cimiteri, ospizi, eccetera. Ovviamente i promotori auspicavano fin dall’origine dell’idea che a fronte della valenza socio-culturale di questo progetto vi potesse essere un adeguato intervento economico delle Amministrazioni locali e dell’Amministrazione provinciale, ai quali potrebbe aggiungersi anche quello del primo patrimonio della valle, le Terme di Comano. La presenza di una vera e propria “via crucis” dal Santuario alla montagna potrebbe consentire alle Comunità della valle di riappropriarsi di un percorso di grande valore, che sarebbe così utilizzabile per le celebrazioni annuali della Settimana Santa; ma che potrebbe pure attirare pellegrini da tutto il Trentino (ed oltre) nell’arco di tutto l’anno, pellegrini che potrebbero unire la visita al Santuario diocesano con la sua preziosa cripta e percorrere l’itinerario devozionale acquisendo la conoscenza delle tradizioni e delle bellezze del Bleggio e dell’intera valle. Tutto questo nel rispetto degli auspici e dei principi della legge provinciale sul turismo e di quella sugli itinerari culturali e naturalistici che, proprio con gli ultimi aggiornamenti, hanno previsto un’apertura significativa nei confronti del turismo religioso e dei percorsi devozionali. La proposta, già presentata con una mozione del luglio 2007 al Consiglio provinciale, e già in parte portata a conoscenza e discussa da vari soggetti - le Amministrazioni Comunali, le Parrocchie interessate, il Decanato, l’ApT d’ambito e le Terme, unitamente al soggetto ideatore, cioè l’Associazione Pro Ecomuseo, ma anche la SAT ed altre associazioni – e la comunità locale si attende che anche la Provincia possa fare la propria parte. Ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. a sostenere la progettazione e la realizzazione, attraverso l’intervento operativo del Servizio Conservazione della natura e Valorizzazione ambientale, della Via Crucis dalla Chiesa di Santa Croce del Bleggio al luogo monumentale posto sul monte San Martino in località Monte Guarda; 2. a coinvolgere tutte le espressioni della comunità locale, ad iniziare dai Comuni di Bleggio Superiore e di Comano Terme e dagli altri Comuni delle Giudicarie esteriori, dalla Parrocchia di Santa Croce del Bleggio e dal Decanato del Lomaso, dall’Ecomuseo della Judicaria “Dalle Dolomiti al Garda” e dall’Associazione Pro Ecomuseo alle altre associazioni interessate. Cons. Roberto Bombarda
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