Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 6 giugno 2008 Il Consiglio Provinciale di Trento premesso che – il Governo italiano ha dichiarato la volontà di avviare iniziative finalizzate al ritorno dell’Italia al nucleare, con la costruzione di ben 10 centrali nucleari sul territorio nazionale; - i siti di queste eventuali centrali, 5 delle quali al Nord, non sono ancora stati individuati. Ricordato che – l’8 novembre 1987 la volontà delle cittadine e dei cittadini italiani contro il nucleare si espresse con il voto referendario; – come conseguenza del Referendum citato, a partire dal 1989 l’Italia chiuse tutti i propri impianti nucleari; – l’Italia conserva ancora oltre 23.000 metri cubi di materiale radioattivo proveniente dalle vecchie centrali disattivate; – in Europa esistono ancora 148 impianti nucleari funzionanti (e una parte di esse nell’ex Unione Sovietica) e oltre 1000 siti con materiali radioattivi; – l’energia nucleare soddisfa solo una percentuale ridotta del fabbisogno energetico mondiale: il 6% dell’energia commerciale nell’Unione Europea e circa il 2% nel resto del mondo; – che l’energia nucleare non riduce la dipendenza dell’Unione Europea dall’importazione di energia, poiché tutto l’uranio necessario alla fabbricazione del combustibile nucleare deve essere importato; – l’uranio, con cui sono alimentate le centrali nucleari, è presente in poche aree del mondo in quantità appena sufficienti ad alimentare le attuali 440 centrali per i prossimi 70-80 anni. Considerato che – l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) ha calcolato che l’esplosione del reattore nucleare n°4 della centrale di Chernobyl,nel 1986, ha prodotto un livello di radioattività 200 volte superiore a quello dell’effetto combinato delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki; – come a tutt’oggi non si siano realizzati nel mondo livelli accettabili di sicurezza per le popolazioni, come dimostrano i numerosi gravissimi incidenti, che dal disastro di Chernobyl in poi si sono ripetuti; – se è vero che nel 2005, per la prima volta in 15 anni, è stato avviato un unico cantiere per la costruzione di un nuovo impianto in Finlandia, nello stesso anno due centrali sono state chiuse in Germania e in Svezia; – l’Inghilterra, negli ultimi anni, ha privatizzato 5 centrali nucleari ritenendole antieconomiche; – le centrali nucleari producono ingenti quantità di scorie altamente radioattive il cui smaltimento non ha ancora trovato soluzione poiché non esiste un sistema in grado di garantire lo stoccaggio sicuro e definitivo dei rifiuti altamente radioattivi; – che le centrali nucleari rappresentano obiettivi sensibili per attacchi terroristici; – allo stato attuale il rilancio del nucleare non è realistico in quanto non intrinsecamente sicuro, economicamente redditizio e, soprattutto, non se ne possono governare gli esiti e in ogni caso i tempi di realizzazione di eventuali strutture non risulterebbero comunque compatibili con le esigenze attuali del Paese. Ribadito che il nostro Paese sconta un grave ritardo sia nella pianificazione di interventi tesi a renderlo autonomo in termini di produzione dal punto di vista del fabbisogno energetico sia nello sviluppo delle energie rinnovabili e pulite così come su politiche di risparmio e di efficienza energetica. Il Trentino è, in ogni caso, un territorio che produce più energia elettrica di quanta ne consumi - produzione derivante oltretutto da fonti rinnovabili (acqua, biomasse, solare, geotermia, vento) – e dunque non può essere ulteriormente penalizzato collocando qui (o nelle immediate vicinanze quali ad esempio la parte meridionale del lago di Garda o lungo il corso del fiume Adige) siti nucleari; Ritenendo inopportuno che si investa su una fonte di energia altamente pericolosa e dai costi elevatissimi nelle diverse fasi di costruzione degli impianti, di produzione di energia e di messa in sicurezza delle scorie radioattive invita il Governo e il Parlamento italiano a rispettare la volontà, espressa dall'elettorato con il Referendum dell’8 novembre 1987, di non intendere percorrere alcuna strada che preveda un ritorno a forme di utilizzo del nucleare per la produzione di energia in Italia; a proseguire le politiche di sviluppo dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, avviate dal Governo Prodi, fino a raggiungere entro i prossimi cinque anni almeno il raddoppio dell’attuale produzione ottenuta oggi e le iniziative per il risparmio e l'efficienza energetica; a partecipare anche in sede internazionale alla ricerca sulla produzione di energia sostenibile, al fine di ottenere una riduzione degli impatti sull’ecosistema nelle diverse matrici ambientali (terra, acqua, aria e suolo) della produzione di energia; ad adottare decisioni chiare, concertate e condivise con le popolazioni locali su come gestire le scorie radioattive e il combustibile nucleare italiano riprocessato all’estero, attuando prioritariamente, con tempi certi, la messa in sicurezza dei siti nucleari italiani. Dichiara il territorio provinciale indisponibile per la costruzione di centrali nucleari. Cons. Roberto Bombarda
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