Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 22 settembre 2006 Il 26 settembre l’Europa celebrerà la propria diversità linguistica. La Giornata europea delle lingue, organizzata dal Consiglio d’Europa ogni anno a cominciare dal 2001, mira a promuovere lo studio delle lingue in tutti gruppi d’età oltre che a dar risalto all’importanza della diversità linguistica. Ogni anno l’UE spende più di 30 milioni di euro per lo studio delle lingue. Alla vigilia della Giornata europea delle lingue Ján Figel, commissario europeo responsabile per istruzione, formazione, cultura e multilinguismo, ha commentato: “Come dice un proverbio slovacco, il numero di lingue che si parla è il numero di volte che si è umani. Giacché il sondaggio pubblicato oggi dimostra che quanto più giovane è la persona interpellata, tanto maggiore diventa la probabilità che essa parli una lingua straniera, sono convinto che l’attuale giovane generazione contribuirà pienamente ad arricchire la società multilingue europea.” In occasione della giornata europea di quest’anno la Commissione europea pubblica i risultati di un’indagine dell’Eurobarometro svolta il giugno scorso e incentrata sulla conoscenza delle lingue da parte dei cittadini europei. Tra i risultati fanno spicco i seguenti: - il 50% della popolazione europea afferma di essere in grado di parlare una lingua straniera (questo dato risulta quasi identico a quello per il 2001, anno in cui il 47% della popolazione dell’UE15 ha affermato di essere in grado di parlare almeno una lingua straniera). I risultati variano considerevolmente da un paese all’altro: il 29% della popolazione ungherese, il 30% di quella britannica ed il 36% di quelle portoghese, italiana e spagnola affermano di padroneggiare unicamente la propria madrelingua, mentre il 99% della popolazione lussemburghese è almeno bilingue; - l’inglese è la seconda lingua conosciuta per un terzo della popolazione dell’unione, seguito dal tedesco (12%) che ha superato di giustezza il francese (11%) per classificarsi come la seconda lingua estera più parlata nell’Unione per il fatto di essere largamente utilizzato nei paesi che hanno aderito all’Unione l’anno scorso. L’allargamento del 2004 ha portato il russo al quarto posto, alla pari con lo spagnolo, nell’elenco delle lingue estere più diffuse nell’Unione; - sotto il profilo occupazionale, gli studenti sono la componente con maggiori probabilità di parlare una lingua straniera: quasi 8 studenti su 10 possono utilizzare almeno una lingua straniera. L’UE sostiene varie iniziative e programmi a favore dello studio e dell’insegnamento delle lingue. Nell’ambito dei programmi Socrates e Leonardo da Vinci ad esempio la Commissione investe più di 30 milioni di euro all’anno in progetti pratici miranti a stimolare l’entusiasmo degli studenti di lingue e dei loro insegnanti. Nel novero di tali attività rientrano scambi tra scuole, posti di assistente di lingue, iniziative di formazione degli insegnanti e di sensibilizzazione. Enormi risorse vengono anche investite nella mobilità per mezzo dell’iniziativa Erasmus, del programma d'azione comunitario in favore della gioventù e delle iniziative per promuovere i gemellaggi tra città. La Commissione considera la mobilità un fattore fondamentale per motivare le persone a conoscere i loro vicini e ad apprenderne la lingua. Nel luglio 2003 la Commissione ha pubblicato un piano d'azione intitolato “Promuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica”. Tale piano definisce tre grandi settori d’intervento che considera d’importanza cruciale per il futuro: ─ estendere a tutti i cittadini i vantaggi dell’apprendimento delle lingue; ─ migliorare la qualità dell’insegnamento delle lingue; ─ realizzare un ambiente più favorevole alle lingue, cioè in altre parole favorire un approccio inclusivo alle lingue, sensibilizzare alle lingue grazie ai mezzi di comunicazione ed a Internet e migliorare l’offerta di occasioni per apprendere le lingue nonché la fruizione che il pubblico ne ha. A sostegno di questi obiettivi il piano d’azione espone la visione che la Commissione ha delle lingue nell’Unione, definisce il possibile ruolo dell’UE in tale contesto e chiede agli Stati membri d’intensificare le loro attività nei settori prioritari individuati.La Commissione s’è impegnata a varare 45 iniziative a livello europeo tra il 2004 ed il 2006, nella speranza d’incoraggiare altri a compiere progressi a livello nazionale, regionale o locale. Dalle statistiche più recenti risulta che negli ultimi anni la percentuale di alunni della scuola primaria che studiano almeno una lingua straniera è aumentata quasi dovunque. Attualmente nella maggioranza degli Stati membri il 50% di tutti gli alunni a tale livello studia almeno una lingua estera e nella stragrande maggioranza dei paesi i piani studi offrono a tutti gli studenti la possibilità di studiare almeno due lingue estere nel corso della scuola dell’obbligo. La Commissione inoltre pubblicherà quest’autunno una comunicazione sul multilinguismo, che traccerà le grandi linee della sua strategia per gli anni futuri. La conoscenza delle lingue è dunque un fattore determinante per la crescita e l’affermazione dei singoli ma anche per il rafforzamento, la modernizzazione e la competitività dell’intero tessuto sociale ed imprenditoriale, soprattutto in aree che, come il Trentino, sono collocate pressoché ai confini con Paesi nei quali si parlano altre lingue e che fondano una parte rilevante della propria economia sul settore del turismo, il quale per sua natura richiede la capacità a relazionarsi anche con persone straniere, quanto più possibile nella loro lingua madre. Un esempio di come si possa investire con forza per diffondere la conoscenza linguistica viene in particolare da un’altra regione autonoma, la Sardegna, la quale all’articolo 16 della L.R. 11 maggio 2006 n. 4 ha autorizzato nell’anno corrente la spesa di 20 milioni di euro per la realizzazione di un programma denominato “Sardegna speaks english”, finalizzato alla diffusione delle conoscenza della lingua inglese. Si tratta di una manifestazione concreta della volontà di coinvolgere vasti strati della popolazione – non solo la popolazione studentesca dunque – alla conoscenza della principale lingua oggi in uso. Nel caso del Trentino, all’inglese andrebbe comunque accompagnato il tedesco, per gli evidenti motivi legati sia alla collocazione storica e geografica della nostra provincia, sia per il fatto che il maggior numero dei turisti stranieri, sia la parte più consistente dei rapporti di import-export di merci, prodotti e servizi effettuati annualmente dal nostro sistema imprenditoriale sono originari di paesi nei quali si parla la lingua tedesca ovvero dove questa è largamente conosciuta ed utilizzata. Tutto ciò premesso, il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. a celebrare anche in Trentino, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, la Giornata europea delle lingue promossa dal Consiglio d’Europa; 2. a promuovere l’attivazione di un programma straordinario denominato “Trentino impara le lingue straniere”, indirizzato a favorire la conoscenza delle lingue straniere, e tra queste in particolare dell’inglese e del tedesco, tra tutte le fasce d’età della popolazione, destinando un apposito stanziamento a partire dall’esercizio finanziario 2007 e per gli anni successivi nell’ordine dei 10 milioni di euro all’anno. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda
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