Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 20 maggio 2008 Il Lago di Molveno è uno dei più bei laghi delle Alpi, nonostante gli imponenti lavori idroelettrici che ne hanno parzialmente modificato la naturalità. Purtroppo la mitezza e la limpidezza delle sue acque non potranno più ritornare come quelle di un tempo, ma dopo il passaggio alla Provincia delle grandi derivazioni a scopo idroelettrico è possibile restituire dignità e maggiore naturalità a questo importante bene ambientale. La comunità di Molveno ha “pagato” per decenni il costo della trasformazione del lago in un bacino ad uso idroelettrico e pur avendo riconosciuto il diritto all’uso civico di pesca nei laghi di Molveno e di Bior, si vede oggettivamente impossibilitata ad esercitarlo pienamente in quanto Bior è sistematicamente prosciugato per 7-8 mesi all’anno. Come scrivono in un accorato appello i componenti dell’associazione “Per il lago di Molveno”, “recupero della naturalità significa che nel lago di Bior vi sia l’acqua in tutto l’arco dell’anno, significa anche che la spiaggia non rimanga scoperta e la massa liquida non sia distante decine di metri da essa, significa che vanno ricercati accorgimenti tecnici per ridurre l’immissione dei limi, significa insomma che il suo livello non deve scendere sotto quota 820” (nella stagione estiva il livello massimo è invece di 823 metri slm). I cittadini di Molveno portano a sostegno delle loro tesi un importante studio recentemente redatto da due illustri professori dell’Università di Trento, Mariangela Franch ed Aronne Armanini. Da un lato l’economista Franch dimostra in questo studio le potenzialità di crescita del turismo lacustre, con un prolungamento della stagione, nel caso di un livello medio più alto delle acque anche al di fuori del periodo estivo, quantificando il beneficio in alcuni milioni di euro in più a vantaggio direttamente ed indirettamente della popolazione e degli operatori locali; dall’altro lato il prof. Armanini – già preside della Facoltà di Ingegneria – dimostra attraverso diversi scenari come il “costo” a carico del produttore (che dai prossimi mesi in avanti sarà una società il cui socio di maggioranza della catena di controllo, attraverso la controllata Tecnofin, è la Provincia autonoma di Trento) per la rinuncia ad utilizzare una parte dell’acqua (proprio per consentire un livello minimo annuale più alto rispetto all’attuale, devastante livello di 780 metri!) sia assolutamente compensabile dai benefici che Molveno ed il Trentino potranno trarre dall’intervento sul livello minimo annuale. Vi sono dunque tutte le condizioni affinché Comune, Provincia, società elettriche stabiliscano un modo nuovo e finalmente più rispettoso del bene ambientale e delle legittime esigenze della comunità di Molveno, restituendo al paese il suo lago ed al Trentino una perla ed un’occasione in più per essere visitato anche al di fuori della stagione estiva. Tutto ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale a 1. stabilire ad una quota non inferiore a 820 metri slm il livello minimo annuale del Lago di Molveno, agendo di conseguenza nei confronti delle società idroelettriche impegnate nello sfruttamento delle acque ospitate dal lago. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda |
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