Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 22 gennaio 2009 Di fronte ai cambiamenti climatici, alla necessità di ridurre in tempi relativamente rapidi ma in maniera consistente le emissioni di CO2 occorre che tutti i Paesi si impegnino ad utilizzare fonti energetiche alternative a quelle di origine fossile. Tra le fonti dall'indubbio potenziale vi è la geotermia, una fonte non nuova e con diversi limiti sia di localizzazione degli impianti per il suo utilizzo, sia per l'efficienza dell'attuale sistema di sfruttamento energetico. Ma nel medio periodo gli esperti considerano che la geotermia possa avere un certo sviluppo. Tra i casi di maggiore interesse vi è la cosiddetta HDR (Hot Dry Rocks) o anche EGS, ovvero Enhanced Geothermal Systems che prevede lo sfruttamento della temperatura di strati rocciosi profondi. Come scrive il direttore strategie e sviluppo di Eni, Leonardo Maugeri (“Con tutta l'energia possibile”, Sperling & Kupfer, 2008), “le rocce calde secche costituiscono uno dei tipi di risorsa più ampio e largamente diffuso. Strutture geologiche con queste caratteristiche sono disponibili ovunque, e il loro vantaggio è quello di offrire temperature di 150 gradi centigradi a profondità relativamente modeste (circa 5 km)”. Attualmente nel mondo esistono diversi progetti per lo sfruttamento delle HDR. Con il sostegno dell'Unione europea è in corso da vent'anni in Francia un importante programma - European Deep Geothermal Energy Programme – a Soultz, nel bacino del Reno, a nord di Strasburgo. Qui, attraverso una serie di perforazioni, è stata raggiunta la profondità di 5000 metri. Il processo tecnologico prevede di pompare acqua a questa profondità, dove le rocce granitiche alla temperatura di 200 gradi sono in grado di riscaldare l'acqua che poi tornerà in superficie per cedere la sua temperatura all'impianto generatore di energia. Pur considerando che non tutte le rocce a questa profondità garantiscono stabilità nei processi – un analogo esperimento in Svizzera, a Basilea, ha contribuito a generare una serie di scosse telluriche che hanno consigliato alle autorità locali di sospendere le trivellazioni, almeno fino a che non sarà fatta chiara luce – è possibile che anche nella nostra regione lo sfruttamento delle HDR sia in grado di offrire significativi risultati, in quanto sono presenti rocce di origine vulcanica sia nella parte orientale che in quella occidentale. Ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale - a promuovere in Trentino lo studio e l’ applicazione della geotermia; - a sostenere un incremento nell'utilizzo della geotermia nelle politiche energetiche; - a valutare la possibilità di sperimentare in Trentino, anche in collaborazione con l'Università di Trento, l’utilizzo delle “Hot Dry Rocks” (rocce calde secche); - a programmare un viaggio-studio rivolto a tecnici ed amministratori per la conoscenza del Programma europeo in corso di attuazione nella località francese di Soultz. Cons. prov. Roberto Bombarda |
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